67 Views

zanardi oro(di Salvatore Cipriano) 15 anni fa, il 15 settembre del 2001, dalla Germania arrivò una notizia drammatica. Alex Zanardi fu vittima di un incidente a dir poco sconvolgente incredibile, in una gara di Formula Cart, categoria in cui era campione. Lottava per sopravvivere, sospeso tra la vita e la morte, l’incidente gli aveva tranciato completamente le gambe.

Accadde il miracolo, frutto di una volontà d’acciaio, indomabile, frutto dell’amore che tutta la gente gli ha fatto sentire e che ci porta, ancora oggi, a parlare di un uomo straordinariamente incredibile, che non solo è riuscito a sopravvivere ma a dispetto di ogni logica medica, si è pure reiventato una nuova vita in una disciplina sportiva che per lui era sconosciuta e, ovviamente lo ha fatto da campione, con il coraggio che ha contraddistinto la sua vita e questi anni.

Non poteva finire come stava finendo 15 anni fa e allora lui si è riscritto la vita, facendo della sua vita una missione e rendendola un esempio per tutti gli altri.

50 anni tra qualche giorno, il prossimo 23 ottobre, e una voglia matta di festeggiare come un ragazzino quello che è il suo terzo oro paraolimpico, dopo i due vinti quattro anni fa a Londra. La vittoria in cronometro è la sua, contro degli avversari più giovani ma non più forti di lui.

Una gara, quella di Zanardi dominata fin dall’inizio, ha preso subito il controllo delle operazioni e l’ha mantenuto fino all’ultimo metro del caldissimo percorso del Pontal, affacciato sull’Oceano. L’ex pilota emiliano si aggiudica la cronometro, rimontando tutti gli avversari.

All’arrivo Alex ha solo parole di ringraziamento, per tutti, per la moglie Daniela, per suo figlio Nicolò, per gli allenatori, per gli avversari che ha battuto, per Tamberi che a Rio non è potuto saltare e a cui manda un bacio d’incoraggiamento. “Ho tante dediche da fare per questa gara, a mia mamma che mi ha messo al mondo, a mia moglie Daniela che amo tanto, a mio figlio per cui darei la vita. Ma siccome sono ancora un ragazzino e ho tanti progetti e qualche soddisfazione ancora me la voglio togliere dedico questa medaglia a Tamberi. Sei forte e ti rifarai dalla botta che hai preso prima di Rio”

E prosegue, in un irrefrenabile entusiasmo: “E’ stata una gara durissima, non so come ho fatto. Una faticaccia incredibile, non so cosa mi è rimasto per le prossime gare, ma intanto questa è presa. Se sei spinto solo dall’ambizione ad un certo punto ti stanchi, dice Zanardi, occorre passione”.

Lo ascolti e sembra che il suo cuore vada di pari passo con la bellezza dei suoi muscoli.

Per Zanardi si tratta della quarta medaglia paraolimpica della carriera dopo i due ori e l’argento conquistati 4 anni fa.

“È proprio come il vino come dice lui, migliora invecchiando. Straordinario”, commenta il presidente del comitato paraolimpico Luca Pancalli. “Ormai non ci sono più aggettivi per definire uno come Alex. Zanardi è l’esempio dell’Italia che vorremmo, che lotta, che si sacrifica, che non molla mai”.

La sensazione è che a dirgli grazie dovremmo essere noi che abbiamo la possibilità di ammirarlo e tutto lascia pensare che succederà ancora tante e tante volte.

Comments

comments