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Ha vinto il Mulberry Award per la miglior sceneggiatura il nuovo lavoro di Jojo Hideo “Welcome to the village” un thriller con un pizzico di horror. La storia infatti è molto ben delineata, una coppia abituata a vivere in città decide di trasferirsi in un piccolo villaggio di campagna, lei fa l’illustratrice mentre lui decide di fare l’agricoltore. All’inizio sono ben accolti e ricevuti da tutti tranne dai due vicini di casa (provenienti anche loro originariamente da una città).

Con un inizio idilliaco e tranquillo piano piano il film cambia ritmo e gli abitanti del villaggio diventano un po’ alla volta come delle pesanti spire di un serpente che si avviluppano attorno alla coppia tenendola in pugno con metodi legali e non. Hideo Jojo ci trasporta in una dimensione tanto onirica quanto realistica dove arriviamo a percepire anche noi l’incubo e la trappola quotidiana che si ritrova questa coppia a vivere ogni giorno.

Un premio alla sceneggiatura meritatissimo in quanto si tratta di una storia che nonostante la sua apparente semplicità lega mani e piedi dello spettatore alla poltrona, e da dopo il suo inizio lento e quasi rilassante ti tiene in scacco e in trappola come la coppia di coniugi portandoti a diverse domande; tra queste la più urgente è capire cosa accadrà dopo e se alla fine vi sarà una fuga da questo villaggio dell’orrore o se anche i due nuovi arrivati sono ormai così invischiati da non potersene più liberare in modo definitivo.

Ho trovato molto interessante il lavoro sui dialoghi dei personaggi, sentire che il giapponese utilizzato dai protagonisti sia quello che viene normalmente studiato mentre quello degli abitanti del villaggio abbia delle inflessioni con un accento e delle parole diverse diventando quasi un vero e proprio dialetto. Questo crea ulteriore distacco, dimostrando come il villaggio viva all’interno di una sua dimensione, di un suo micro mondo dove a comandare su tutti sono gli anziani.

Messua Mazzetto

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