L’universo narrativo di Watch Dogs si arricchisce di un terzo capitolo: Legion. Il nuovo episodio della nota saga di casa Ubisoft si ambienta in una futuristica Londra distopica in cui ogni oggetto è interconnesso alla rete e viene gestito da una intelligenza artificiale: che si tratti di droni di sorveglianza o di consegna pacchi, che si tratti di autoveicoli automatizzati e senza conducenti o che si tratti di sistemi di controllo e difesa, tutto fa riferimento a un computer che ne coordina le attività.
Ma se tutto è connesso a una rete, tutto potrebbe essere accessibile a un bravo hacker dotato di smartphone. E se proprio il sistema di protezione fosse insuperabile per un normale hacking, tali difese non hanno scampo di fronte all’impiego degli spiderbot, piccoli ragnetti meccanici che riescono a intrufolarsi negli spazi più angusti e interfacciarsi con ogni tipo di server.
Ancora più che per le avventure precedenti, questo Watch Dogs Legion sembra uscire da un romanzo firmato da George Orwell. Dopo che una trappola ha praticamente decimato la resistenza, il DedSec deve rifondarsi e ripartire da zero per opporsi a quella dittatura dispotica che governa la res publica e che cerca di tenere sotto stretto controllo ogni singolo elemento della quotidianità del popolo britannico. Il primo passo da compiere è iniziare ad assoldare qualche membro che voglia combattere l’oppressione dell’autorità. Proprio questo aspetto è la più interessante delle novità di questo nuovo capitolo. Muovendosi per le strade di Londra si incontreranno miriadi di cittadini e tutti potranno di fatto essere assoldati per entrare a far parte delle fila rivoluzionarie del DedSec. Da semplici comparse potranno divenire personaggi attivi e controllabili pronti a entrare in azione quando necessario. Si tratta di una caratteristica davvero interessante perché in questo modo sarà possibile far entrare in scena affiliati con caratteristiche idonee a un certo tipo di missione. Un membro di Albion, la forza di sicurezza privata che gestisce l’ordine pubblico di Londra, potrà entrare più facilmente nei luoghi ad accesso riservato per i soli agenti; un operaio edile darà meno nell’occhio se si muoverà su un drone da trasporto; un avvocato in squadra faciliterà il rilascio di un operativo arrestato, mentre un paramedico ridurrà i tempi di degenza per i feriti. Ognuno ha poi delle caratteristiche attive: un hooligan potrà chiamare a raccolta qualche amico per affrontare combattimenti corpo a corpo, un poliziotto potrà arrestare gli avversari ammanettandoli, una statua vivente potrà sfuggire agli inseguitori confondendosi con l’ambiente circostante. Sono tutte caratteristiche che cambiano lo stile di gioco e l’approccio alle diverse missioni.
Ogni cittadino di Londra è poi una persona tridimensionale con un programma giornaliero di impegni e dei legami che lo interconnettono ad altre persone. Sarà facile imbattersi in qualcuno che è legato a un membro o aspirante tale del DedSec; allo stesso modo sarà possibile incrociare qualcun altro che invece nutre astio verso i rivoluzionari, magari perché un suo caro è stato picchiato o investito durante qualche operazione.
Un altro elemento interessante di Watch Dogs Legion è la possibilità di affrontare l’avventura con attiva la permadeath. Quando un personaggio muore, questo finisce definitivamente fuori dal gioco e non potrà più essere impiegato. E’ una scelta drastica che da un lato rischia di far perdere al giocatore un personaggio a cui potrebbe essersi affezionato, ma dall’altra spinge a valutare meglio le situazioni senza gettarsi nell’azione a capofitto, sfruttando il controllo delle telecamere e dei droni oppure impiegando gli spiderbot quando possibile.
La trama del gioco di casa Ubisoft è anche un ottimo spunto per molteplici riflessioni, anzitutto su temi etici legati alla tecnologia ma anche su questioni sociali che vengono a volte affrontate in dialoghi casuali da gruppi di persone che si incrociano per le strade della capitale britannica.
Gianfranco Broun
Titolo: Watch Dogs Legion
Distributore: Ubisoft
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