Ogni città ha una propria anima.
Questa è data dalla sommatoria dello spirito di tutti i quartieri che compongono la metropoli e che sono a loro volta frutto della mescolanza tra la storia, la cultura, le tradizioni e soprattutto le persone che ci vivono. Molti abitanti non sono a conoscenza dell’identità del rione in cui risiedono, ne ignorano la genesi e il passato che, in certi casi, cela sorprendenti curiosità che non solo meritano di essere scoperte e approfondite ma che spesso vedono in prima linea cittadini e associazioni che tentano di salvarne la memoria storica affinché non finisca nell’oblio in un mondo troppo ricco di informazioni e in cui la globalizzazione prevale spesso sull’aspetto locale.
Quando si pensa a una città viene facile identificarla con il suo centro storico, con quelle zone che nel corso dei secoli sono state testimoni e hanno fatto da sfondo a battaglie, assedi, intrighi politici ed eventi rilevanti; le periferie sono invece spesso immaginate come luoghi dormitorio o aree di lavoro che non offrono praticamente nulla di stimolante. Ma la verità è ben lontana da tutto questo.
Nella collana I borghi di Torino è possibile scoprire tantissime informazioni sui diversi quartieri del capoluogo subalpino andando ad analizzarli uno per uno tutti quanti, sia quelli più conosciuti come possono essere il Centro, San Salvario o Crocetta, sia quelli meno noti come Rebaudengo, Lucento o Abbadia – Barca – Bertolla. Attraverso i trentaquattro volumi che compongono la serie, editi dalla Graphot Editrice, è possibile avere uno spaccato completo della complessità e delle infinite anime che caratterizzano la prima capitale d’Italia.
Al fine di riuscire a comprendere al meglio la natura di questa collana conviene prendere a esempio uno dei quartieri meno noti, scoprendone le tante curiosità e le informazioni che chiariscono da subito la qualità del lavoro che è stato svolto per la realizzazione di quest’opera: una meticolosa ricerca che ha portato allo studio di documentazione storica e alla raccolta di testimonianze dirette da parte degli abitanti del quartiere.
In Rebaudengo, E4 e Ponte Rosso l’attenzione si concentra sul piccolo quartiere posizionato nell’area nord del comune di Torino, che parte dal cosiddetto trincerone di via Sempione e via Gottardo per spingersi fino alle rive del fiume Stura, rimanendo delimitato a est da corso Giulio Cesare e ad ovest dalla ferrovia diretta verso Milano.
La sua genesi ruota attorno alla cascina La Voghera, posizionata nei pressi di quella che oggi è conosciuta come via Nino Oxilia. Proprio questo quartiere è stato teatro nel 1706 della battaglia di Torino, lo scontro che ha visto i piemontesi, con l’aiuto degli alleati, rompere l’assedio francese alla città.
Il quartiere è contraddistinto da una zona conosciuta come Ponte Rosso, dall’imponente istituto salesiano, dal complesso di case destinate ai lavoratori della Fiat e noto come E4, da una delle porte della cinta daziaria con tanto di edificio ancora esistente che è stato più volte riadattato per le diverse funzioni a cui è stato destinato e infine dalle due grosse piazze, Rebaudengo e Derna.
Nell’area sono vissute diverse figure storiche che hanno segnato le vicende della città e sono state fonte di ispirazione per la popolazione, a partire da Erich Giachino, protagonista della lotta partigiana a cui è stata dedicata una scuola che ospita anche un piccolo museo con reperti legati alla sua persona.
Il lavoro che hanno svolto Daniela Petrocco e Mauro Poma ha permesso di comprendere l’animo di un quartiere spesso sconosciuto e che molti degli stessi abitanti non conoscono, talvolta pensando erroneamente che sia una estensione di Barriera di Milano. Tra le pagine di Rebaudengo, E4 e Ponte Rosso è possibile scoprire aneddoti e informazioni che spiegano e fanno comprendere la nascita e lo sviluppo dell’area anche grazie a documenti e fotografie storiche che forniscono un importante ausilio visivo per ottenere un’idea più precisa del passato di quest’area.
Titolo: Rebaudengo, E4 e Ponte Rosso
Autore: Daniela Petrocco, Mauro Poma
Editore: Graphot Editrice
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