Anche quest’anno è stata pubblicata la “RiskMap 2013” che individua i paesi più pericolosi ed i diversi livelli di rischio di tutte le regioni geografiche del mondo intero.
La “RiskMap” è annualmente aggiornata dall’organizzazione indipendente inglese di consulenza Control Risks ed è consultabile liberamente sul sito http://www.controlrisks.com/RiskMap/Pages/RiskMap.aspx .
Costituisce un importante barometro per le aziende che operano all’estero e in tutto il mondo. È quindi uno strumento utile per le imprese in grado di valutare il rischio per la sicurezza dei propri dipendenti e dei progetti potenziali.
Chiaramente questi dati, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, possono essere utili anche per il turismo e, quindi, per i turisti di tutto il mondo. La “RiskMap”, infatti, prende in esame tutti i paesi del pianeta e le diverse regioni, suddividendo i livelli di rischio in cinque: trascurabile, basso, medio, alto e estremo. Sono aggiornati anche in relazione a specifici eventi, ed i loro valori sono verificati durante tutto l’anno.
I rischi per la sicurezza vengono calcolati in relazione a diversi componenti. Questi includono il numero di furti e la microcriminalità, assalti, e anche rapimenti e gli attacchi armati, e danni alla proprietà o le frodi. Un livello di rischio medio significa che c’è un moderato rischio di violenza e di altri crimini o esiste la minaccia di attacchi terroristici. A partire da questo livello, la sicurezza nazionale è ritenuta insufficiente.
Utilizzando i caratteri “più” e “meno”, è possibile zoomare la mappa, facendo clic sulle icone per avere maggiori informazioni sui paesi o regioni turistiche. I cinque diversi colori che vanno dal verde acqua al rosso intenso stanno ad indicare il minore o maggiore livello di rischio nelle aree colorate.
Venendo al dettaglio dei paesi più pericolosi al mondo individuati nella recente pubblicazione della “RiskMap 2013” vi è, non a caso, la Somalia, seguita da vicino dall’Afghanistan, anche se la situazione della sicurezza è migliorata leggermente in entrambi gli stati.
Peraltro, in quasi tutte le aree della Somalia e dell’Afghanistan continuano ad essere evidenziati i rischi per la sicurezza ad un livello “estremo”. Analogo discorso vale anche per la Palestina e la regione al confine tra Sudan e Ciad – e più recentemente per il nord del Mali e la Siria. In Iraq, invece, la situazione della sicurezza è migliorata. Sorprendentemente, nella gran parte dell’Iran, vi è un rischio “basso” sicurezza, allo stesso livello della Germania che è uno dei paesi ritenuto più sicuri dell’intera area UE.
I paesi più sicuri in Europa sono la Svizzera dove risulta pressoché inesistente la minaccia per la sicurezza così come il piccolo Lussemburgo, i paesi scandinavi e la Slovenia unico paese dell’Europa orientale a rischio “trascurabile”.
Al di fuori dell’Europa, non c’è nessun paese con un basso rischio per la sicurezza. Ciò significa che i paesi membri dell’UE unitamente alla Svizzera possono essere considerati l’area più sicura al mondo.
All’interno dell’UE, infatti, il livello di rischio è sempre basso. Salvo in determinate aree ben individuate con rischio “moderato”, come ad esempio l’Italia meridionale e, più recentemente l’Irlanda del Nord e la Grecia, quest’ultima per le note vicende legate alla crisi economica.
Per ciò che concerne i paesi più “turistici” migliora l’Egitto dopo la crisi interna salvo nella parte settentrionale del Sinai. Peggiora il Messico che è ora considerato ad “alto” rischio per la sicurezza, per lo meno nella zona nord intorno Acapulco e sulla costa del Golfo. Solo cinque anni fa, il paese latino-americano era ancora classificato a basso rischio.
Per ciò che concerne Tailandia, Tanzania e Tunisia settentrionale – sono tutti valutato a basso rischio. Inoltre, lo Sri Lanka e la Bolivia hanno migliorato la loro posizione in modo significativo.
Tra i paesi caraibici il più sicuro resta Cuba.
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