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vendola3«Credo che sia giunto il momento di riprendere la parola, di tornare a presidiare le Istituzioni perche possano accorgersi di quanto e’ cambiata la societa italiana e di quanto  sia grave il ritardo della politica  e del parlamento rispetto alla maturazione di diritti di cittadinanza che nessuno di noi vuol più vivere con il contagocce o per brandelli . Diritti interi e diritti eguali per tutti e per tutte».
Inizia così il video messaggio di Nichi Vendola, rivolto agli organizzatori e a tutti coloro che hanno partecipato oggi pomeriggio sabato 7 dicembre alla manifestazione nazionale per i diritti civili, contro l’omofobia,  prevista a Roma in piazza Santi Apostoli, e a cui il leader di Sel non sara’ presente a causa di un precedente impegno pubblico con Libera ad Assisi.


«E fa bene la comunità Glbt  – prosegue il leader di Sel – ad alzare la propria voce in un Paese che e’ stato dominato dall’oscurantismo, dal clericalismo, da una fobia contro ogni forma di diversità. Fa bene a ribellarsi all’idea che ci si debba accontentare di una legge elemosina, che è una specie di caricatura del diritto ad avere una legge contro l’omofobia, una legge che possa sanzionare quella quotidiana violenza , discriminazione, intolleranza che attraversa la vita di centinaia di migliaia di persone, di uomini e donne, ogni giorno, tutti i giorni, in ogni luogo a causa della propria diversità.  Occorre un sussulto di dignità, un vento di laicità. La capacità di agganciare la vita con le sue ferite e con la sua bellezza. Alla comunità che oggi si riunisce a Roma per tornare a gridare le proprie ragioni vorrei aggiungere la mia voce, vorrei mandare un abbraccio forte. E alla vostra ribellione vorrei aggiungere la mia ribellione, la ribellione di chi comincia ad invecchiare, di chi  ha i capelli bianchi e continua a vivere in un Paese in cui la miopia delle classi dirigenti, l’ipocrisia di chi ha abitato i vertici  dello stato,  hanno ferito gravemente  i miei come i vostri diritti. E’ davvero giunto il momento di riprenderci la parola,  – conclude Vendola – ma di riprenderci per intero la nostra vita. Non solo la nostra vita privata, ma anche la nostra vita pubblica».

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