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unionicivili3(di Enrico Sirotti Gaudenzi) – In questi giorni in Parlamento si sta discutendo il disegno di legge relativo alle unioni civili presentato a prima firma dall’On.le Cirinnà.

Tale disegno di legge è suddiviso in due capi: il capo I analizza le unioni relative alle coppie dello stesso sesso, definisce le unioni civili, disciplina il registro di stato civile e la relativa certificazione, regola i diritti successori, nonché la cessazione dell’unione civile; il capo II prende in esame le convivenze di fatto, riferendosi sia alle coppie eterosessuali che a quelle omosessuali, ne disciplina i rapporti giuridici, la reciproca assistenza, il diritto di abitazione e la successione nel contratto di lavoro, gli obblighi di mantenimento e  alimentari,  nonché il contratto di convivenza quale accordo con il quale le coppie conviventi possono disciplinare fra loro i rapporti patrimoniali e fissare una comune residenza.

Il disegno di legge prevede che due persone maggiorenni, dello stesso sesso, possano contrarre tra loro un’unione civile per organizzare la loro vita in comune.

Vengono riconosciute le unioni civili, quali titolari di diritti autonomi e tutelate da ogni eventuale discriminazione in qualsiasi settore pubblico o privato.

Viene previsto che presso l’uffico dello stato civile di ogni comune sia istitutio un apposito registro delle unioni civili, in cui il sindaco o l’ufficiale di stato civile provvede ad iscrivere le unioni e le relative annotazioni, certificando con apposito documento i dati anagrafici delle parti, il regime patrimoniale e la loro residenza, oltre ai dati anagrafici ed alla residenza dei rispettivi testimoni.  Viene previsto poi che per lo scioglimento dell’unione civile si applichino le disposizioni previste al capo V, titolo VI del libro I del codice civile, in materia di scioglimento del matrimonio, le disposizioni previste al titolo II del libro IV del codice di procedura civile, in ambito di procedimenti in materia di famiglia, nonché la normativa in materia di negoziazione assistita disciplinata dal d.l. n. 132/2014, convertito in l. n. 162/2014.

Allo stesso modo in cui viene disciplinato il regime della famiglia anche nell’unione civile vengono regolati diversi aspetti, relativi ai diritti e ai doveri delle parti, fra i quali ricordiamo l’eventuale domanda di interdizione e inabilitazione, il regime patrimoniale, i diritti successori, i diritti relativi al rapporto di lavoro, la successione nel contratto di locazione.

Numerose sono state le polemiche suscitate e le questioni affrontate con particolare riferimento alla previsione della estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner (cosiddetta stepchild adoption).

La stepchild adoption (cioè l’adozione del figliastro) è la facoltà concessa al genitore non biologico di adottare il figlio, naturale o adottivo, del partner, cosa che nel nostro Paese, è già consentita (da oltre ventitre anni) a tutte quelle coppie eterosessuali sposate da almeno tre anni o che abbiano vissuto more uxorio per almeno tre anni, ma che risultino sposate al momento della formulazione della richiesta di adozione.

L’adozione, in via generale, non è quindi consentita per le coppie omosessuali, non essendo ancora riconosciuto il matrimonio né altre forme di unione e il disegno di legge Cirinnà, nella sua ultima formulazione, esclude tale possibilità: infatti, nel disegno di legge è previsto che le coppie dello stesso sesso unite civilmente non possano adottare bambini che non siano già figli di uno dei componenti della coppia; si aprono così scenari che interessano il delicato problema dell’utero in affitto che con disegno di legge Cirinnà, così come è stata formulato, non affronta,  per cui si prestano numerosi dubbi interpretativi, tanto più che la l. n. 40/2004 sancisce il divieto dell’utero in affitto.

Proprio ieri (10 febbraio 2016) il ddl è riuscito a superare il primo voto ed il Senato ha respinto (su 297 votanti si sono registrati 101 voti a favore, 195 contrari ed un astenuto) la richiesta di non passaggio al voto in aula del testo del disegno di legge e, pertanto, il prossimo 16 febbraio avranno inizio le votazioni sugli articoli del disegno di legge.

Il presidente del Senato, P. Grasso, ha respinto la richiesta di votazione a scrutinio segreto, sostenendo che nella disciplina delle formazioni sociali, all’interno delle quali si incardina la personalità dell’individuo, rientrino anche le famiglie non fondate sul matrimonio, che trovano fondamento nell’art. 2 della Costituzione, il cui contenuto non è compreso nei casi di concessione del voto segreto. Si ricorda che le richieste di votazione in modo segreto, relativamente a tale ddl, sono state circa 125 (le richieste sono state formulate dalla Lega, da Forza Italia e dal Ncd).

Forza Italia, pur essendo favorevole alle unioni civili è contraria al progetto Cirinnà, per numerosi motivi: il Presidente Berlusconi, sostiene che Forza Italia, partito conservatore ma moderno, debba prendere in esame tale problematica, cercando di regolamentare nel modo giusto la disciplina delle unioni civili, pur sottolineando la fondamentale importanza per i valori del nostro Paese della tradizionale famiglia. Cambiando la società è giusto che la politica si adegui, operando nel modo migliore, per formulare una legge sulle unioni civili che non vada a intaccare i diritti della famiglia e dei bambini.

Anche Giovanni Toti, consigliere del Presidente, concorda sul fatto che un partito come Forza Italia debba approfondire attentamente il delicato tema delle unioni civili, tema analizzato peraltro dallo stesso papa Francesco.

Il Pd, al contrario, è diviso sulla questione, ma desidera procedere sul testo del ddl con la stepchild adoption, tentando di frenare sul delicato argomento le reazioni dei cattolici fortemente contrari all’adozione del figlio del partner estesa alle coppie omosessuali.

Recentemente l’On. Massimo Elio Palmizio, durante un’intervista del 9 febbraio, ha chiaramente esposto le problematiche sottese al disegno di legge sulle unioni civili ed ha fatto presente che suddetta tematica era stata presa in esame già da tempo da un disegno di legge presentato dall’On.le Carfagna, che non prendeva in considerazione il matrimonio e l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso, pur tutelando tali unioni di fatto regolamentandone i diritti ed i doveri (il disegno di legge fu presentato il 20 marzo 2015).

In effetti la normativa italiana sulle adozioni è talmente superata e inadeguata, a seguito della continua modifica dei costumi e della società, che dovrebbe essere rivista completamente.

L’On.le Palmizio sostiene che, se il disegno di legge non avesse previsto la possibilità di adozione per le coppie ivi disciplinate, avrebbe, probabilmente, ricevuto un riscontro ben maggiore, ma la sinistra non ritiene possibile stralciare tale passo, pur valutando una ipotesi di preaffido, che d’altra parte non porterebbe concrete modifiche alla normativa.

Il passo più critico del disegno di legge, come l’On.le ha sottolineato, è quello relativo alla stepchild adoption, in quanto ci rimanda direttamente al concetto dell’utero in affitto: parecchie coppie potrebbero recarsi in alcuni Paesi (Canada, Belgio, Ucraina, ecc.), ove è consentito far nascere un bambino con quella che viene definita surrogazione di maternità e poi tentare di rientrare in Italia col neonato (si ricorda, infatti, che un minore che nasca, ad esempio, in Ucraina non ha, da subito, dei documenti, per cui si rende necessario recarsi al consolato per ottenerli; al rientro in Italia la coppia che sia ricorsa all’utero in affitto, per avere un bambino, potrebbe vedersi togliere il neonato, in quanto tale procedura è vietata nel nostro Paese).

Inoltre l’On.le ritiene che un tema così delicato debba essere interessato da una legge che venga adottata in via ordinaria e che il Governo non debba provvedere a certi aspetti del disegno di legge; è il Parlamento che deve adottare ogni iniziativa, utile a garantire l’effettività e l’efficacia dei divieti previsti dalla legislazione vigente in materia di surrogazione della maternità, adoperandosi in ogni sede competente dell’Unione europea e delle altre istituzioni internazionali, per evitare il ricorso alle pratiche della maternità surrogata, dichiarandone l’illegalità e modificando, entro il 2016, l’intera disciplina relativa al diritto del minore alla famiglia,  di cui alla legge 4 maggio 1983, n. 184, al fine di garantire una maggior attenzione alla delicata materia trattata.

Per Forza Italia viene prima il diritto di un figlio ad avere dei genitori che lo tutelino e lo realizziono come persona, e non quello dei genitori ad avere un figlio, nonostante la sinistra, come afferma l’On.le durante l’intervista, sostenga che con tale disegno di legge si possa manifestare pienamente l’interesse per il bambino.

Enrico Sirotti Gaudenzi

(Avvocato del Foro di Forlì – Cesena)

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