(di Giulio Perrotta) <<Charlie Hebdo, il Bataclan e la Promenade des Anglais di Nizza sono simboli della Francia laica. Il terrorismo in Occidente aveva risparmiato i luoghi di culto. Colpire in una Chiesa è il superamento di una linea rossa da cui non si torna indietro, accende l’indignazione collettiva e suscita in molti casi odio e reazioni pericolose.
Dopo i recentissimi fatti si potrebbe parlare di semplice emulazione ma non è così, vi è qualcosa di più, sarebbe riduttivo definire degli episodi così gravi semplici atti emulativi>>. Così commenta Vincenzo Priolo, esperto in scienze politiche e relazioni internazionali, specializzato in cooperazione civile-militare e diritti umani e consulente in materia di sicurezza urbana, legalità e polizia locale, ribadendo anche che l’Agenzia dell’Unione Europea Europol ha rinnovato il suo allarme per centinaia di ‘foreign fighters’, potenziali terroristi rientrati in Europa dai campi di addestramento di Siria e Iraq.
L’attacco in una Chiesa cosa vuol dire?
Pare ci siano tutte le caratteristiche per affermare che c’è un vero e proprio salto di qualità, è stata attaccata in modo feroce un Chiesa, quella di Papa Francesco, cioè la chiesa che fino ad oggi aveva professato accoglienza e dialogo. In questo caso Daesh ha superato Al- Qaeda, che probabilmente non avrebbe attaccato in modo così crudele un luogo sacro in Europa.
Siamo di fronte ad una strategia precisa o è stato un attacco casuale?
L’analisi dei fatti accaduti è molto complessa, ed è per questo motivo che l’intelligence sta facendo un lavoro lento. Non è facile capire se si sia trattato di un atto organizzato nei minimi particolari o sia stato frutto di improvvisazione. Di certo, sappiamo che il nostro Paese, per i fanatici di ideologia jihadista è la culla della Cristianità, sede del Vaticano, territorio degli infedeli crociati da invadere ed islamizzare. L’obiettivo di colpire Roma c’è sempre stato, lo abbiamo visto nei video e nelle copertine delle loro riviste. E’ dannoso negarlo o minimizzare il pericolo, non possiamo far finta di nulla.
L’arrivo di così tanti migranti nelle nostre coste è davvero un pericoloso canale per terroristi?
La nostra classe politica tenta di minimizzare il problema per ovvie ragioni, io personalmente faccio un ragionamento più tecnico che a mio parere si avvicina molto alla realtà. Se io fossi un componente dell’organizzazione penserei immediatamente di inserire in mezzo a migliaia di poveri migranti alcuni dei miei uomini. Sarebbe un buon modo, visto che moltissimi sono privi di documenti, non sono mai stati segnalati da alcuna forza di polizia e non hanno niente da perdere. Ne basterebbero pochi per avere effetti devastanti. E’ innegabile, il rischio esiste ed è elevato.
Quanti potrebbero essere i potenziali terroristi?
E’ difficile dare un numero preciso, ma sappiamo che dei circa 5mila jihadisti partiti negli ultimi mesi dai paesi dell’Unione Europea per raggiungere i territori di combattimento, tra 1.500 e 1.800 sono tornati a casa. Non tutti sono effettivamente capaci di compiere atti pericolosi, ma alcuni, così come già detto dall’agenzia Europol in un comunicato, sono vere e propri mine vaganti. La cosa più preoccupante è che la tendenza è in aumento.
Le Forze dell’Ordine italiane sono preparate?
Le forze di sicurezza italiane, così come l’intelligence sono molto preparate, ma in un contesto così complicato questo non basta. Bisognerebbe concedere subito altre risorse al Comparto in modo da garantire strumentazioni sempre più tecnologiche e colmare gli organici. Un’idea molto costruttiva, a mio parere, e per fortuna non sono il solo a pensarla così, sarebbe la costituzione di nuova forza chiamata Guardia Nazionale, cosi come già fatto in Russia da Putin. Una nuova formazione come quella creata subito dopo l’unità d’Italia, concepita per contrastare e reprimere il brigantaggio postunitario italiano e che fu utilizzata, anche durante la terza guerra d’Indipendenza italiana. Aiuterebbe le forze di polizia e l’Esercito nei punti sensibili svolgendo le funzioni volte alla repressione del terrorismo islamico, narcotraffico e criminalità organizzata in tutto il Paese. Preferibilmente arruolando personale già qualificato e addestrato come i precari delle forze armate (ufficiali e truppa), generati dal sistema concorsi a tempo determinato dei vari governi succeduti.
Grazie Vincenzo per averci concesso l’intervista, auspicando di averti ancora tra i nostri commentatori.
Sicuramente non mancherà occasione Giulio. Grazie a te per l’invito e un saluto a tutta la redazione e ai lettori dell’Altra Pagina.
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