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giocoslotDa qualche tempo, e visti i risultati che le varie trattative, bozze, accordi hanno incontrato sino ad ora come si fa a pensare il contrario, si sta insinuando la sensazione che nessuno, probabilmente, vuole ben affrontare il fenomeno del gioco d’azzardo pubblico e dei casino italiani e non basta, queste sensazioni arrivano anche a farne percepire un’altra ben peggiore, quella che si voglia “affossare” -od addirittura eliminare- una certa parte del gioco pubblico, nascondendosi “dietro un dito” (quello del presunto accordo in Conferenza Unificata) e proponendo qualcosa che nessuno dei protagonisti di questa “telenovela” realmente vuole in cuor suo.


É una brutta sensazione questa alla quale non ci si vorrebbe abituare, ma il passare del tempo, e tutto quello che si è fatto sino ad oggi, comincia ad instillare questo tarlo che sta prendendo piano piano spazio nella mente e che fa anche vedere cose che sino a qualche anno fa erano impensabili. Non riesce a capire come si possa arrivare a questo punto: mettere in condizione un intero settore (o parte di esso, quello delle apparecchiature da intrattenimento) di non avere un futuro proprio e di negarlo anche alle risorse che il mondo del gioco lecito era riuscito ad impiegare.
Sono troppo assurdi, e praticamente insostenibili, gli interventi proposti per il gioco con la manovra-bis dall’Esecutivo che si uniscono alle ordinanze sempre più restrittive delle Amministrazioni Comunali ed alla soluzione che continua a non arrivare dalla Conferenza Unificata: sempre che soluzione arrivi e, sopratutto, se mai si concretizzerà una proposta da parte delle Istituzioni che si possa considerare una soluzione per il fenomeno del gioco. Sembra esserci, molto sotterraneamente, l’intento di “massacrare” il settore del gioco, salvo poi “aggrapparsi” ai suoi introiti per tacitare le richieste che Bruxelles ha imposto all’italico Governo.
Se, però, si vuole intravedere una teoria complottista anti-gioco ed un “particolare disegno” dietro le azioni di un “Legislatore-manovratore”, bisognerebbe guardare a quella tecnica socio-politica più frequente nelle tirannie piuttosto che nelle democrazie, utilizzata laddove per ottenere un certo risultato, diventa necessario -oppure vantaggioso- spezzare o dividere ciò che si oppone alla soluzione di una problematica. E se davvero fosse questa la manovra che viene messa in campo da parte dello Stato?
Ci si potrebbe domandare: e quale sarebbe lo scopo? Forse solo quello di utilizzare il gioco pubblico unicamente come <a href=”https://bancomat.it/it/trova-atm”>bancomat</a> senza fondo, a cui attingere sempre nel momento del bisogno. Ed allora perché le imprese che di gioco vivono non si uniscono, non combattono, non si difendono? Perché non riescono a far valere i propri diritti? Proprio ora che alcuni Tari “cominciano” ad ascoltare obbiettivamente le richieste degli operatori e si schierano a volte al loro fianco.
Di fronte alle “manovre del Governo”, e nonostante i “mal di pancia” del settore ludico, deve per forza cambiare qualcosa per ostacolare percorsi e manovre più o meno occulti. Magari sta anche cambiando “qualcosina” sul fronte di Confindustria per esempio che cerca di trainarsi dietro altre associazioni in modo da avere un fronte unico che si opponga ai “vari soprusi” che vengono concertati a discapito del settore del gioco lecito. Solo parlando con una sola voce probabilmente si potrà riuscire a guardare possibili soluzioni ed a non vedere l’ipotesi di strategie delle divisioni volute per “governare ed imperare” sul settore. La caccia alle streghe forse è appena cominciata?

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