103 Views

di Giovanni Reho e Laura Summo – Il mantenimento dei figli maggiorenni è sempre attuale e suscita l’interesse di molti genitori, soprattutto quando siano separati o divorziati. Il tema ricorrente è se l’obbligo di sostenere economicamente i figli abbia limiti temporali, sia sempre correlato alle possibilità economiche dei genitori oppure il mero ingresso nell’età adulta dei figli sia sufficiente al venir meno di ogni aspettativa di mantenimento.

La questione è di grande importanza perché è frequente che i figli intraprendano percorsi scolastici e attività formative non di breve durata e, per diverso tempo, siano privi dei mezzi di sostentamento, dovendo ricorrere all’aiuto economico dei genitori. Da considerarsi inoltre che l’assegnazione della casa coniugale in favore del coniuge collocatario dei figli, nella separazione e nel divorzio, viene meno quando i figli siano economicamente autosufficienti. Nell’esperienza non mancano casi di strumentalizzazione della dipendenza dei figli dai genitori anche in età adulta.

La sentenza della Corte di Cassazione n. 358 del 10 gennaio 2023 ha confermato due fondamentali principi.

Il giudice di merito – ai fini del riconoscimento dell’obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente ovvero del diritto all’assegnazione della casa coniugale – è tenuto a valutare, con prudente apprezzamento, caso per caso e con criteri di rigore proporzionalmente crescenti in rapporto all’età dei beneficiari.

L’obbligo di mantenimento dei figli non può essere protratto oltre ragionevoli limiti di tempo e di misura, perché il diritto del figlio si giustifica nei limiti del perseguimento di un progetto educativo e di un percorso di formazione, nel rispetto delle sue capacità, inclinazioni e aspirazioni oltre che compatibilmente alle condizioni economiche dei genitori.

È utile considerare che la Corte di Cassazione ha richiamato una serie di sentenze di merito che, indicando un’età presuntiva dei figli oltre la quale non si giustifica il mantenimento, hanno considerato la soglia dei 34 anni in linea con le statistiche ufficiali, nazionali ed europee. È evidente il tentativo di stabilire un limite temporaneo e una vera e propria deadline oltre la quale il figlio assume definitivamente il ruolo di adulto, dal quale pretendere autonomia e indipendenza.

Dopo una certa età, il dovere di solidarietà dei genitori nei confronti dei figli è superato dall’obbligo di autoresponsabilità dei figli maggiorenni che non possono confidare a vita nel sostegno economico genitori, a maggiore ragione ove dispongano, anche in astratto, di risorse e competenze che possono assicurare un’adeguata indipendenza economica.

È dovere dei genitori ai sensi dell’art. 147 c.c. mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni. Questo principio ha un fondamento costituzionale nell’art. 30 Cost. L’esercizio del correlato diritto dei figli verso i genitori non può tuttavia diventare uso strumentale o abuso. Il figlio, nella piena assunzione delle proprie responsabilità, deve assumere un comportamento attivo, consapevole e responsabile, impegnandosi a perseguire la propria autonomia economica.

Oltre una soglia di età, anche se ancora non economicamente autosufficiente, il figlio raggiunge una dimensione di vita autonoma incompatibile con pretese di mantenimento ex art. 337 ter c.c., fatto salvo, ricorrendo particolari circostanze, il diritto alimentare previsto dall’art. 433 c.c.

Superati ragionevoli limiti di tempo, la capacità di mantenersi e l’attitudine al lavoro sussistono sempre e si deve presumere, con inversione dell’onere della prova, che dopo una adeguata fase di formazione, la conclusione di un percorso di studio e il conseguimento di specifiche skills professionali, nella tolleranza di un ragionevole periodo di tempo per la ricerca di una occupazione lavorativa, i figli siano definitivamente autonomi ed economicamente autosufficienti.

L’orientamento in esame afferma l’onere del figlio di provare la mancanza di indipendenza economica, quale precondizione del diritto al mantenimento, avendo il figlio altresì l’obbligo di documentare l’impiego senza successo di ogni risorsa utile alla ricerca di un lavoro.

Nel rispetto del principio di autoresponsabilità che deve regolare la vita di ogni adulto, sono irrilevanti le condizioni economiche dei genitori.

Si può dire addio all’obbligo incondizionato dei genitori di mantenere i figli maggiorenni, con un limite temporale oltre il quale i giovani, con ogni strumento e risorsa di cui dispongono, sono tenuti a costruire il proprio futuro, rendendosi liberi ed autonomi.

Avv. Giovanni Reho e Avv. Laura Summo

rehoandpartners

Comments

comments