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Umberto Veronesi interviene per applaudire la decisione del Comune di Milano di istituire il registro delle unioni di fatto, allineandosi ad altre città. Per Veronesi, quello di Milano é stato un dibattito aspro e difficile e ancor di più lo sarà quando finalmente verrà discussa in parlamento una legge concreta sull’argomento.

Veronesi si dice convinto che la nostra epoca verrà ricordata per questo allargamento della libertà. “Da persona abituata a fare i conti con risultati della ricerca scientifica – spiega Veronesi – che possono essere un “sì” o un “no”, ma non possono essere un compromesso tra queste due evidenze, penso infatti che bisognerà avere il coraggio di allargare il concetto di famiglia che abbiamo ereditato dal diritto romano, e che da Roma è passato nelle legislazioni di tutto il mondo prima che l’alba di un pensiero diverso iniziasse a far comprendere le ingiustizie e le sofferenze provocate dall’avere come unico istituto il matrimonio tradizionale. Un “pensiero diverso” che va nella direzione del rispetto assoluto delle decisioni personali, e penso che la nostra epoca sarà ricordata in futuro proprio per questo allargamento di libertà, a cui come sempre è posto l’unico limite di non danneggiare il diritto di altri.

Il noto oncologo auspica l’approvazione di una legge che Chedifenda, tra conviventi non sposati, molti diritti adesso calpestati: da quello all’eredità a quello delle reversibilità della pensione, fino al diritto di assistere in ospedale il compagno ammalato.

Infine, Veronesi ripercorre la storia evidenziando come il modello di famiglia “tradizionale come inteso da chi agita drappi rossi” non sia stato sempre quello più comunemente utilizzato: “Perché agitare drappi rossi appena si parla di dare tutela giuridica alle famiglie di fatto? E anche i cosiddetti matrimoni gay, che male farebbero? Mi permetto anche di fare osservare che chi difende ad oltranza il concetto di famiglia tradizionale sembra avere della società umana un’idea stranamente immobile e unidirezionale: nel breve periodo della storia conosciuta (al più, seimila anni) la famiglia è sempre esistita come la conosciamo? Ed è esistita così presso tutte le popolazioni del mondo? Si sposavano, gli Assiri? Si sposavano i Goti, i Visigoti e gli Unni? Io credo che se dessimo alla questione un’occhiata da storici dell’etnologia, troveremmo molte più famiglie di fatto (poligamiche, magari) che non il contrario.”

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