Una domenica decisamente “dai lunghi coltelli”, quella trascorsa oggi in occasione del 27° Rally Adriatico-Marche, penultima prova del Campionato Italiano Rally Terra (CIRT) a Cingoli (Macerata), il cui successo assoluto è andato a al pluridecorato Paolo Andreucci, in coppia con Francesco Pinelli, sulla Citroen C3 R5, davanti al romagnolo Simone Campedelli, affiancato per la prima volta da Sauro Farnocchia, a bordo della VolksWagen Polo R5 per 17”2.
La gara organizzata da PRS GROUP, congiuntamente al Comune di Cingoli, che aveva registrato il pieno di adesioni, 114, era valida anche per il “tricolore” dai Rallies storici (quarta prova, denominata “Medio Adriatico”) oltre ad essere la terza anche in questo caso del Cross Country (i cui protagonisti sono tornati al Rally Adriatico dopo ben sette stagioni di assenza), prima prova del Challenge Raceday Rally Terra 2020-2021 (avendo inglobato il “Marche”) ed ultima prova della Coppa rally di V zona, a coefficiente 1,5.
Alto valore dei piloti e delle vetture, un percorso molto tecnico e veloce ed anche l’incertezza data dalla pioggia iniziata a cadere a metà gara hanno generato un rally altamente adrenalinico, spettacolare, giocatosi costantemente sul filo dei decimi di secondo, fattore che ha portato l’attenzione per conoscere il vincitore proprio sull’ultimo appuntamento cronometrato. Aveva aperto “le danze” proprio Campedelli, che aveva portato il muso della sua Polo R5 davanti di pochi decimi sulla Fabia R5 del 20enne boliviano Marco Bulacia (Skoda Fabia R5, protagonista del mondiale WRC-3) ed anche sulla C3 di Andreucci. Poi, nella seconda prova al comando sono passati, appaiati, Andreucci e Bulacia, con Campedelli poco dietro e nella terza prova l’unici volte Campione d’Italia è rimasto leader da solo, favorito dalla foratura di Bulacia che, perdendo circa 30” è stato cacciato in retrovia. Andreucci ha dunque preso in consegna il gruppo ed a piccoli passi ha costruito un lieve vantaggio incrementato nel finale, approfittando della pioggia che, rendendo le strade assai scivolose ha creato notevoli problemi di stabilità a molti. Andreucci ha poi preso il largo nella penultima chrono, sopravanzando di 5”9 Campedelli e portandosi così a 9” davanti a lui, per poi trionfare in piazza Vittorio Emanuele II a Cingoli, consolidando il primo posto in campionato (con 40 punti). Campedelli ha finito con merito al secondo posto, confermandosi secondo in classifica provvisoria a 4 punti dal vertice, e terzo ha chiuso l’equipaggio vicentino Costenaro-Bardini, con la Skoda Fabia R5, bravi a risalire dall’ottava posizione iniziale, dovuta ad una scelta di gomme errata, sino al “bronzo”, conferma del loro valore mostrato sinora in campionato. E per loro anche la soddisfazione di salire sopra il podio provvisorio con 25 punti. Quarta piazza assoluta per i padovani Nicolò Marchioro-Marchetti, anche loro con una Fabia R5. Un avvio un poco sofferto, per loro, ed un prosieguo di gara un poco più brillante ha consentito di risalire bene la china dal sesto posto e primo tra gli iscritti alla serie “Raceday”(la serie è partita con 37 adesioni). Quinta piazza quindi per Bulacia, che nonostante la disavventura della foratura ha proseguito a marciare su ritmi alti, conferma di un elevato livello nonostante la giovane età (oggi festeggiava il compleanno, peraltro).
Sesto ha chiuso il modenese di Sassuolo Andrea Dalmazzini, già Campione su terra due anni fa ed anche “tricolore” Cross Country. Rientrava alle gare dopo un lungo periodo, affiancato da Alessandra Avanzi sulla Ford Fiesta R5, facendo sempre vedere in alto in classifica nonostante dovesse smaltire la “ruggine” dell’inattività.
Settima posizione e sorriso ritrovato dopo un avvio di stagione sofferto per vari motivi per l’umbro Francesco Fanari (Skoda Fabia R5, a sinistra nella foto Bettiol, autore anche di tutte le foto qui riportate), con al fianco il terzo copilota in tre gare, per l’occasione con il lucchese David Castiglioni. Una prestazione certamente importante, che ha fatto riprendere ritmo e fiducia al pilota di Foligno, che adesso guarda al finale di stagione, rinfrancato anche dalla seconda posizione acquisita nella classifica “Raceday”. “Dopo due gare trascorse non certo al meglio per una serie di fattori che non hanno collimato tra loro – commenta Fanari – questa terza gara di Cingoli, peraltro affrontata con un nuovo copilota, David Castiglioni, mi ha ridato fiducia, diciamo che ho ricominciato a ritrovare certe sensazioni, certi equilibri che con le prime due partecipazioni stentavano ad arrivare. La gara non è stata una passeggiata, prima l’incidente di Ceccoli che mi ha un po’ frastornato, poi dalla metà della giornata la pioggia che ha reso tutto più difficile, anche il pensare di “aggredire” qualche posizione più in alto. Ma credo che siamo riusciti, come collettivo, a fare un ottimo lavoro, tutte le scelte operate di gomme e di set-up, in concerto con la squadra si sono rivelate sempre quelle giuste e la Fabia ci ha assecondati al meglio, direi perfetta. Ottimo anche il feeling con David, l’intesa è arrivata subito sia dentro che fuori dall’abitacolo e questo credo che possa produrre solo che ottime performance in futuro, perché possiamo solo che migliorare. Paradossalmente, il grigio del cielo sopra Cingoli ci ha fatto rivedere a noi il sole ed il che, per il finale di stagione ed anche guardando un poco più in là, al 2021, ci lascia davvero tanta soddisfazione”.
Ottavo ha finito l’altro Marchioro, Christian (il fratello di Nicolò), affiancato da Cristina Dall’Olmo, mai stati incisivi come in altre occasioni, nona posizione per l’equipaggio sardo formato da Giuseppe Dettori e Carlo Pisano (Skoda Fabia R5) e la top ten è stata chiusa con merito da Tonso-Bizzocchi, anche loro al via con una Polo R5.
Il gruppo N è stato appannaggio dello sloveno innamorato degli sterrati italiani Darko Peljhan, con una Mitsubishi Lancer Evo IX, ampiamente davanti al romano Emanuele Silvestri ed a Riccardo Rigo, anche loro con la berlina giapponese. Le “due ruote motrici”, invece, hanno conosciuto il bis, dopo il “San Marino” di fine agosto, del bresciano Jacopo Trevisani, con una Peugeot 208 R2.
Il Trofeo Loris Roggia, riservato al copilota “under 25” meglio piazzato lo ha vinto Elia De Guio, al fianco di Enrico Oldrati, su una Ford Fiesta R2, anche secondi di “due ruote motrici”. Tra i “nomi” cui la gara ha portato sfortuna c’è sicuramente il sammarinese Daniele Ceccoli, uscito di strada durante la terza prova con la loro Hyundai i20 R5, un fatto che gli ha fatto perdere per adesso la terza posizione di campionato, scivolando in quinta posizione, ora appaiato peraltro da Niccolò Marchioro. E’ andata male anche ai francesi Ciamin-Roche (Citroen C3 R5, anche loro protagonisti del mondiale WRC-3), bravi ad entrare nel vivo della lotta nei quartieri alti dell’assoluta senza conoscere le strade cingolane. Sono stati poi frenati dalle strade rese scivolose dalla pioggia e fermati prima dell’ultima prova speciale da un problema meccanico, che ha lasciato loro l’amaro in bocca per questo comunque utile training in vista del loro prossimo impegno al Rally mondiale d’Italia-Sardegna tra due settimane.
Sono ancora grandi soddisfazioni, quelle garantite a Jolly Racing Team dalla “ripartenza” dell’attività rallistica. La scuderia valdinievolina, impegnata sui fondi sterrati del Rally Adriatico Marche – appuntamento valido per il Campionato Italiano Rally Terra – si è congedata occupando il secondo gradino del podio assoluto riservato alle vetture storiche grazie a Roberto Galluzzi e Andrea Montagnani, su Opel Corsa. Una condotta, quella del portacolori del sodalizio larcianese, articolata sui chilometri della provincia di Macerata, con partenza ed arrivo dalla caratteristica cornice di Cingoli, il “balcone delle Marche”. Nel confronto valido per il “Tricolore Terra”, sono arrivate conferme dalla prestazione di Simone Baroncelli, protagonista sulla Peugeot 208 R2B messa a disposizione dal team G.F. Racing ed affiancato dalla copilota Simona Righetti. Per il pilota di Montale, il Rally Adriatico è valso una settima posizione di classe, a conferma delle buone sensazioni destate nel pre-gara. Una performance che ha chiuso definitivamente la sfortunata parentesi legata al Rally Valtiberina, contesto che lo aveva visto costretto al ritiro per un’uscita di strada. “Siamo partiti con un setup non ottimale – il commento di Baroncelli a fine gara – abbiamo fatto delle modifiche durante il primo service, regolazioni che si sono rivelate corrette. Nel primo giro di prove speciali, oltre ad essere partiti troppo cauti, abbiamo lamentato problemi con le gomme. Siamo soddisfatti, era importante finire la gara dopo il crash del Valtiberina”.
CLASSIFICA FINALE (TOP TEN): 1. ANDREUCCI-PINELLI (Citroen C3 R5) in 44’04”7; 2. CAMPEDELLI-FARNOCCHIA (VolksWagen Polo Gti R5) a 17.2; 3. COSTENARO-BARDINI (Skoda Fabia R5 Evo) a 33.9; 4. MARCHIORO-MARCHETTI (Skoda Fabia R5 Evo) a 39.0; 5. 5. BULACIA WILKINSON-DER OHANNESIAN (Skoda Fabia R5 Evo) a 44”4; 6. DALMAZZINI-AVANZI (Ford Fiesta Mkii) a 1’12.5; 7. FANARI-CASTIGLIONI (Skoda Fabia R5) a 1’29”7; 8. MARCHIORO-DALL’OLMO (Skoda Fabia R5) a 1’33”8; 9. DETTORI-PISANO (Skoda Fabia R5) a 1’48”0; 10. TONSO-BIZZOCCHI (VolksWagen Polo R5) a 2’37”4.
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