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004912718-4d9c2996-6af0-45cf-9f5a-96510709d0bd(di Sara Passante) Un nuovo studio tedesco, effettuato sui topi, ha dimostrato che il trapianto di neuroni embrionali nel cervello adulto può ricostruire le cellule danneggiate, da malattie neurodegenerative, le quali si comportano esattamente come le cellule perdute.

Questo studio è stato condotto da del ‘Max Planck Institut’ per la Neurobiologia a Martinsried, in Germania, e dai suoi colleghi provenienti da diversi istituti di ricerca situati sempre in Germania. Il risultato dello studio è stato poi pubblicato sulla rivista scientifica ‘Nature’.

Il cervello ha una capacità di autoriparazione molto limitata ed è proprio per questo motivo che diversi laboratori di neuroscienze hanno iniziato delle ricerche nel campo di trapianti neurali.

Proprio per questo i ricercatori vogliono provare che i tessuti celebrali, che vengono danneggiati spesso a causa di malattie neurodegenerative come l’ictus o il Parkinson, possono essere riparati trapiantando delle cellule nuove.

Magdalena Götz dell”Università di Monaco’, altra autrice dello studio, insieme a Mark Hübener e colleghi, hanno utilizzato tecniche di scansione molto sofisticate proprio per seguire il processo e il destino dei neuroni embrionali trapiantati nella corteccia visiva danneggiata dei topi.

Le cellule trapiantate si sono diffuse e sviluppate molto rapidamente. In circa un mese erano molto simili ai classici neuroni che si trovano negli strati superiori della corteccia visiva.

Le cellule trapiantate sono state anche in grado di creare delle connessioni con i neuroni dei topi e di ricevere, di conseguenza, dei segnali elettrici dal cervello e di rispondere agli stimoli visivi. Proprio per questo i ricercatori hanno potuto sostenere che esse erano del tutto simili alle cellule corticali che erano andate perdute.

Risultati importanti quelli ottenuti dai ricercatori in quanto la ‘riparazione’ delle cellule si è verificata in un’area del cervello adulto che normalmente non riesce ad incorporare nuovi neuroni.

In seguito ai risultati ottenuti i ricercatori sostengono che esistono dei segnali guida, di orientamento molecolare che persistono nel cervello adulto o che vengono attivati in seguito ad una lesione, e che di conseguenza renderebbero possibile lo sviluppo di trapianti neuronali.

 

 

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