Quando Christopher Nolan realizza un film, questo gode di grande successo. Le doti del regista non sono mai state messe in dubbio così come la sua capacità di donare loro un’anima. La trilogia di Batman, Interstellar, Inception e Dunkirk sono alcuni dei casi più noti e amati. E se già con quelle opere Nolan era riuscito a dar luogo a trame talvolta complesse che si dipanano secondo regole proprie, si pensi alla dilatazione spazio-temporale di Interstellar o al mondo onirico di Inception, con Tenet dà il meglio di sé realizzando un lungometraggio estremamente articolato.
L’impronta fantascientifica si compenetra in una spy-story moderna, in un’amalgama che sembra nascere dalla commistione di titoli come Edge of Tomorrow e Mission Impossible, ma che risalta grazie a un fortissimo impatto visivo, a un’attenzione più che maniacale per i dettagli e a una storia che, per quanto risulti ingarbugliata e intricata, rimane estremamente solida, granitica. Tenet è però anche una sfida allo spettatore, che dovrà sforzarsi al massimo per riuscire a seguire la vicenda senza perdersi in un labirinto di eventi interconnessi; il continuo evolversi dei fatti non permette di fermarsi a riflettere su quanto si è già visto, arrivando a scoprire man mano sempre più elementi che culminano nell’apoteosi conclusiva. Anche se prestando attenzione ai diversi dettagli e ragionando sugli accadimenti è possibile anticipare alcuni elementi futuri, i colpi di scena non vengono mai a mancare. E a sorprendere.
Per riuscire a comprendere meglio Tenet è importante partire dalla sua base narrativa. Nel capolavoro di Nolan è possibile viaggiare nel tempo; un viaggio però che non è il classico salto nel futuro o nel passato a cui la fantascienza ci ha abituato ma è un far scorrere i secondi, i minuti, le ore, i giorni, in avanti o indietro. Come percorrere un fiume in barca, lasciandosi guidare dalla corrente oppure risalirlo verso la sorgente. Pertanto sarà possibile vivere una giornata svegliandosi all’alba, lavorando la mattina, fermarsi per pranzo, rilassarsi il pomeriggio e andare a dormire la sera, oppure compiere le stesse azioni ma al contrario, partendo dalla sera e concludendo tutto all’alba. Questo elemento è essenziale perché il film gioca tantissimo sull’incrocio di chi si muove in una direzione e chi in quella opposta. Se alcune scene all’inizio non saranno perfettamente chiare o alcuni dettagli sembreranno essere dimenticati, non preoccupatevi: Nolan ci ha pensato e, prima della fine del film, ogni elemento troverà la propria perfetta collocazione. Anzi, una volta che tutta la vicenda sarà sviluppata, alcuni dialoghi e diverse scene assumeranno un nuovo significato prima inimmaginabile; come quando, in attesa in un palazzo di Mumbay, viene ordinata una diet coke: un elemento apparentemente insignificante che però solo nei momenti conclusivi assumerà una valenza ben differente da quella ipotizzata all’inizio.
La fonte di ispirazione di Tenet è il quadrato di Sator, una storica incisione in cui erano riportate le parole Rotas, Opera, Tenet, Arepo, Sator. Del significato della frase ancora non si è certi: sicuro è però che leggendo la riga e la colonna centrale, indipendentemente dalla direzione che si sceglie, apparirà sempre la scritta Tenet, che sia dall’alto al basso o viceversa, che sia da sinistra a destra o all’inverso. E, così come alcuni studiosi ipotizzano che quella misteriosa frase potesse assumere più significati a seconda della cultura del lettore, allo stesso modo si pone Tenet, fornendo allo spettatore un complesso mosaico articolato su più livelli. E ognuna di quelle parole verrà contestualizzata nel film: che siano nomi di persone, di organizzazioni, eventi o codici.
Se notevoli sono gli effetti speciali, ottimi i dialoghi e il sonoro risulta perfettamente bilanciato, a colpire maggiormente è l’incrociarsi di eventi secondo le due direzioni temporali. Le molte scene in cui questo avviene sono complesse da seguire perché vanno ragionate tenendo presente l’ottica dei soggetti coinvolti su entrambe le direttrici, rendendo certi comportamenti o certe azioni assolutamente bizzarri, quasi stranianti. Il caso più lampante è la grossa operazione militare che impiega due squadre: una che si muove secondo la normale linea temporale, l’altra invece che la percorre a ritroso. Vedere i personaggi che devono alternare la direzione temporale in cui si muovono rischia di creare grande confusione ma soprattutto di dar spazio a ragionamenti su paradossi e ineluttabilità degli eventi. Tanto che, alla fine, quello che per una persona è l’inizio di un rapporto, per l’altra potrebbe esserne la fine, frase assolutamente criptica che potrà essere compresa pienamente solo dopo la visione della pellicola.
Al fianco di Christopher Nolan c’è un cast di tutto rispetto che annovera John David Washington, ex giocatore di football americano ora in forza al mondo del cinema e della televisione (Malcolm X, BlacKkKlansman, Ballers), Robert Pattinson (The Twilight saga, Il re, e il prossimo The Batman), Elizabeth Debicki (Il grande Gatsby, Macbeth, Guardiani della Galassia 2) e Kenneth Branagh (Dunkirk, Assassinio sull’Orient Express, Wild Wild West).
Gianfranco Broun
Titolo: Tenet
Distributore: Warner Bros
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