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La notizia della “retata” della SIAE negli esercizi commerciali di Gallipoli, località turistica molto nota ed amata della Puglia, ha avuto un eco nazionale. Ogni anno, per la verità, si ripete la stessa storia, vale a dire controlli e conseguenti multe a numerosi locali che non sono in regola col pagamento della tassa SIAE per la diffusione di musica in sottofondo (radio accesa o cd).

E’ abbastanza evidente che questa “tassa” non viene digerita bene dai commercianti, i quali spesso omettono di pagarla. I negozi in questione sono attività commerciali che utilizzano la musica come sottofondo e quindi a semplice contorno della loro attività. Il commerciante che tiene la radio accesa nel proprio negozio percepisce la tassa SIAE come ingiusta, o meglio non ne comprende la funzione. Il dubbio che i suoi soldi finiscano “buttati” in qualcosa di poco chiaro lo induce a non pagarla o a pagarla con il “mal di pancia”. Il suo dubbio é “legittimato” dal fatto che più volte sono mancate la comunicazione e la trasparenza SIAE sulla ripartizione dei diritti d’autore derivanti da tale modalità di diffusione della musica. Poi non é chiaro lo scopo sociale (per molti il diritto d’autore rimane un mistero) e comunque risulta troppo esosa. L’Unione Europea ha recentemente contestato il monopolio della SIAE per il mercato dei diritti d’autore in Italia e ha emanato un documento in cui anticipa una direttiva per la liberalizzazione di essi. Insomma, il monopolio SIAE potrebbe essere scardinato dall’alto, ovvero dall’Europa (ne abbiamo parlato qui). La SIAE e il suo monopolio sono finiti spesso sotto accusa e numerose sono le sentenze che la riguardano e la vedono sconfitta (ad esempio quella della Corte di Giustizia Europea del 2007 che sanciva la non obbligatorietà del contrassegno SIAE).
Ma tornando al nostro discorso, finché la SIAE ci sarà e sarà monopolista, sarà arduo aggirare la sua miriade di tasse e balzelli. Ma é così impossibile evitare di pagarla?
Non é impossibile e, per la musica di sottofondo, esistono principalmente due soluzioni per non pagare la SIAE.
La prima, che sarebbe assai divertente ma purtroppo difficilmente praticabile, sarebbe quella di spegnere la radio. Pensate se ogni negozio, locale, bar non diffondesse più musica in sottofondo. Autori, major ed emittenti radiofoniche cadrebbero nel panico in quanto forse si renderebbero conto di come la musica in sottofondo altro non é che una forma di pubblicità per le loro opere. Gli autori guadagnano dalla vendita dei dischi se un sempre crescente numero di persone é messa nelle condizioni di ascoltare le loro canzoni. Le Major idem. Le radio guadagnano dalla pubblicità che deriva dai livelli di ascolto. Speculare sulla diffusione di un brano in sottofondo (le radio già pagano la SIAE per la trasmissione e ora la deve pagare anche il commerciante per la ri-ri-trasmissione?) come se fosse questo a dare man forte economica all’esercizio commerciale é ridicolo. E’ un problema analogo a quello che ha tenuto banco l’inverno scorso con i trailer cinematografici che la SIAE voleva tassare su internet. Risultato? Molti siti di cinema non hanno più trasmesso i trailers e quindi non hanno più veicolato gli spot pubblicitari per eccellenza dell’industria cinematografica. Nel momento in cui il danno economico diventa maggiore del guadagno derivante da un’inutile tassa, ecco che correrebbero tutti ai ripari, eccome!
Ma invocare una rivoluzione silenziosa é difficile anche se sono sempre di più i negozi che si rifiutano di tenere la radio accesa.
Ma allora? Esiste un modo per diffondere musica in sottofondo senza pagare la SIAE? Sì esiste. Stanno nascendo nuovi servizi sul web e aziende europee che si pongono come alternativi alla SIAE per la musica nei centri commerciali e negozi.
Uno di questi esempi é Soundreef, una società di gestione dei diritti d’autore, nata in Inghilterra ed operante in tutta Europa, anche in Italia! Soundreef ha deciso di rivoluzionare il modo in cui le royalties derivanti dalla musica d’ambiente sono raccolte e ripartite, creando un sistema semplice, analitico e trasparente. Da quanto si legge sul sito ufficiale, migliaia di punti vendita usano musica Soundreef in supermercati, negozi di abbigliamento ed elettronica, centri commerciali, centri sportivi, fiere e ristoranti. In Italia più di 4 milioni di persone al mese ascoltano i canali radio di Soundreef. Con questo servizio si può quindi mantenere la musica nel proprio negozio, dimezzando i costi e, soprattutto non pagare più la SIAE. Un altro servizio analogo é Jamendo, che offre un vasto catalogo di brani rilasciati con licenza Creative Commons. A chi riceve la multa annuale del mancato pagamento SIAE consiglio quindi di informarsi per tempo sulle alternative, in modo da operare sempre e comunque nella legalità.

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Salvatore Primiceri

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