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Parliamo di trend, parliamo di qualcosa che ormai è entrato nell’immaginario collettivo, con il suo design, le sue uniformi rosa e le tute verdi con la striscia bianca. Stiamo parlando di Squid Game, la serie tv coreana che è diventata fenomeno di culto e fenomeno di costume. Tratta da una storia vera, con elementi romanzati ed altri che rimandano ad altre opere (Battle Royale oppure Hunger Games per citarne un paio) Squid Game non perde il suo mordente con la seconda stagione ma anzi arriva a conquistare nuovi adepti.

Io stessa ho iniziato a vedere entrambe le serie in queste giornate e le ho “bruciate” una dopo l’altra, come una narrazione continua e ora mi ritrovo in attesa della resa dei conti, il terzo capitolo che secondo i vari annunci rilasciati dovrebbe uscire quest’anno. Netflix si conferma in grado così di riuscire a sfornare prodotti che riescono ad essere di presa sul pubblico e in grado allo stesso tempo di fidelizzarlo.

Cosa ci insegna questa serie? Molto, senza dubbio. Vuole essere una critica verso la società, soprattutto nella prima stagione, ma anche una critica verso il singolo e quello che siamo spinti a fare, noi esseri umani quando ci troviamo in situazioni difficili ed estreme. Così vediamo questo gruppo di persone che si trova in una competizione dove il costo della vita diventa importante quanto un montepremi in denaro, e qui ciascuno può arrivare a trarre le sue conclusioni in campo filosofico o pratico ponendosi semplicemente due questioni che vi lancio ma alle quali non vi è risposta giusta o sbagliata. Ci provereste? Quale sarebbe il vostro limite se vi trovaste in una situazione del genere?

Questioni filosofiche a parte esaminiamone anche l’aspetto visivo che non è qualcosa da sottovalutare ma anzi è fondamentale nel creare l’identità e la riconoscibilità. Le tute verdi in teoria prendono spunto dall’episodio di Brothers Home (teoria che sta girando moltissimo sul web) , vero o meno che sia la somiglianza c’è e non si può non notare. Poi anche l’aspetto delle stanze, a tratti minimaliste, in alcuni momenti riccamente decorate ma sempre con un impatto visivo forte che ne marca l’identità. Ogni giocatore è associato ad un numero (il rimando a Battle Royale qui è molto forte anche se la motivazione e lo svolgimento delle prove in quel caso era differente) ed è quello l’identificativo, il modo per riconoscersi tra giocatori finché non decidono di rivelarsi i loro veri nomi a vicenda.

Le musiche sono anche molto iconiche e sono state scelte e studiate in modo da diventare facilmente riconoscibili e in grado di restare impresse nella memoria. Anche nella stagione due come nella prima ve ne sono alcune diventate già iconiche e indimenticabili (nonostante la seconda stagione sia uscita solamente il 26 Dicembre), un esempio? La canzone che sentiamo nel gioco legato al carosello.

Un plauso va fatto anche agli interpreti che riescono ad incarnare i loro caratteri con una recitazione pulita, priva di sbavature e soprattutto molto realistica e azzeccata per quanto riguarda la società coreana. Sia nella prima stagione che nella seconda arriviamo a trovare dei personaggi che sono molto caratterizzati e che incarnano anche gli stereotipi tipici, dal ricco uomo d’affari menefreghista, il ladruncolo, il piccolo boss criminale che si crede superiore agli altri, la madre caritatevole, e molti altri.

Che escono dai binari sono i due possiamo dire protagonisti, il numero 456 Seong Gi-hun (interpretato da Lee Jung-jae) e il Front Man o giocatore 001 nella seconda stagione (interpretato da Lee Byung-hun), loro due escono fuori dai binari perché si rivelano due personaggi pieni di sfumature a differenza degli altri, in grado di mutare continuamente nel corso degli episodi tenendo però due fronti di pensiero differenti. Se Seong Gi-hun mette prima l’altro chiunque esso sia, da importanza si ai soldi ma nel momento cruciale tiene per la vita, il Frontman invece ha un’opinione differente e nella seconda stagione ci confonde ulteriormente le idee sul suo punto di vista. Certo, la terza stagione si predispone come lo scontro finale tra i due dove vedremo chi trionferà. Visti i continui plot twist che vengono proposti nelle prime due stagioni non me la sento di fare pronostici ma sono molto molto curiosa di vedere “come andrà a finire”, sempre ammesso che finisca …

Messua Mazzetto

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