Il mio nome è Masaki, del clan Togashi. Ho dedicato tutta la mia vita a perseguire la via del bushido per essere un buon samurai, per essere degno del mio ruolo e per ripagare le aspettative che gli altri avevano riposto in me. Ho intrapreso questa strada sin da quando ero ancora un bambino attenendomi a ogni indicazione anche quando non ne riuscivo a comprendere appieno il significato. Le mie gesta e le mie scelte sono state dettate dal bushido, anche quando questo significava rischiare la vita o compiere azioni che non mi appartenevano completamente. Poi però ho scoperto che l’uomo che servivo non era quello che credevo fosse e ho compiuto la scelta più difficile, quella che rinnegava quanto avessi fatto fino a quel momento, che era contraria alle regole della via del samurai. Per questo motivo sono qui ora. Sono riuscito a scrivere un ultimo haiku, forse il migliore di sempre, che parla di un fiore di ciliegio che si posa sulla candida e immacolata coltre di neve e lo ho consegnato a un piccolo ruscello di acqua gelata. Ora sono pronto a purificarmi attraverso il rito del seppuku: mi toglierò la vita e il mio onore sarà salvo.
Quando il gioco di ruolo unisce le ambientazioni di un Giappone medievale, gli elementi rivisitati del fantasy e la nobile figura di un samurai dedito al bushido, nasce La Leggenda dei Cinque Anelli, disponibile in Italia nella sua più recente versione grazie alla Need Games!.
L’aspetto più interessante di questo titolo è quel background storico e culturale che affascina il lettore occidentale, quella figura misteriosa del guerriero nobile che da una parte è pronto ad affrontare ogni avversità con spirito di sacrificio, dall’altra a mettere al primo posto l’onore, tanto da offrire la propria vita qualora questo venga intaccato. E proprio su questi principi si basa La Leggenda dei Cinque Anelli, il cui fulcro ultimo non è solo l’avventura ma anche quella lotta interiore che il samurai deve affrontare combattendo i propri desideri e gli obiettivi personali e perseguendo invece la via del bushido sempre e comunque.
Affrontare una campagna a questo gioco di ruolo significa calarsi in una ambientazione che è molto curata e studiata, dove si respira il profumo del Giappone di un tempo, quello ancora chiuso nei propri confini, in un mondo che geograficamente richiama la Cina, con a nord la vicinanza dei popoli nomadi e dei loro poderosi destrieri, a sud una lunga barriera a difesa dell’impero dalla costante pressione delle forze malefiche, a est il grande mare. A guidare lo stato la sacra figura dell’imperatore, il cui verbo è legge. Ma in uno stato così ampio e variegato servono degli intermediari che permettano di far rispettare la legge e che si curino della gestione del territorio: per questo sono presenti diversi clan, ognuno caratterizzato in maniera unica e distintiva che tra pregi e difetti, obiettivi e attriti con altre famiglie, devono far rispettare la legge, esigere le tasse, manutenere le strade, difendere la popolazione e compiere tutte quelle operazioni essenziali per far progredire la società.
Le dinamiche di gioco ne La Leggenda dei Cinque Anelli sono ricche e variegate ma il regolamento determina delle meccaniche non intricate e complesse, che rendono l’avventura scorrevole e che si possono applicare a molteplici situazioni: una campagna legata a una guerra, a un’indagine, a giochi di potere o a sviluppi diplomatici. Ma le peculiarità di questo titolo sono ben maggiori e tali da renderlo praticamente unico nel panorama dei giochi di ruolo. Il perché è presto detto.
La caratteristica principe in La Leggenda dei Cinque Anelli è la presenza, per l’appunto, dei cinque anelli legati agli elementi costitutivi dell’universo: la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria e il vuoto. Questi però sono anche cinque approcci differenti quando si affrontano certi ostacoli: precisione e sottigliezza saranno caratterizzati dall’aria, calma e pazienza dalla terra, passione e ferocia dal fuoco, flessibilità e consapevolezza dall’acqua, istinto e intuizione dal vuoto. In questo modo ogni azione, a seconda di come viene compiuta, può essere connessa a uno dei cinque anelli.
Seconda caratteristica è la presenza di appositi dadi, neri a sei facce e bianchi a dodici, con sopra indicati dei simboli che determinano gli esiti. Il giocatore lancerà un certo numero di dadi neri ed eventualmente dei dadi bianchi e potrà decidere quali tenere per un numero pari a quanti dadi neri ha potuto inizialmente lanciare. Con questa dinamica non sempre si sceglierà però di conservare eventuali risultati positivi in quanto si potrà, a seconda delle combinazioni ottenute, tentare di guadagnare qualche opportunità, elemento che può fornire spunti di gioco aggiuntivi, creare interessanti situazioni o guadagnare certi vantaggi.
Terzo elemento distintivo è la lotta interiore del samurai, che da una parte cercherà sempre di seguire l’onorevole via del bushido, dall’altra però convivrà con le sue debolezze personali che, poco apprezzate dalla società, dovrà tentare di controllare al costo di accumulare stress e di finire a fare una figura poco dignitosa. A premiare questo sviluppo i punti vuoto, davvero utili in certe occasioni e che permettono alcuni effetti tra cui il non trascurabile salvarsi la vita in alcuni momenti.
E ancora, l’utilizzo dei punti esperienza. In molti giochi questi vengono assegnati a fine sessione o a conclusione di un’avventura. Quando se ne sono totalizzati un certo numero si passa di livello incrementando le proprie abilità e i punteggi del proprio personaggio. Una crescita di fatto repentina nata dall’esperienza acquisita durante l’azione. Ne La Leggenda dei Cinque Anelli invece i punti esperienza vengono spesi per acquistare nuove abilità, potenziarne di già possedute o per imparare nuove tecniche, portando a una continua crescita del samurai. Una volta che si sono spesi un certo numero di punti esperienza sarà possibile passare di livello.
Tra gli elementi distintivi inseriamo anche la creazione del personaggio, che viene sviluppata attraverso risposte a venti domande che permettono di dar vita a un samurai che ha già una chiara connotazione legata al clan di appartenenza, al suo background ma anche ai suoi vizi e alle sue virtù, che diventano elementi primari del gioco e dell’interpretazione.
Le meccaniche di gioco, gli elementi distintivi e l’ambientazione carica di fascino e mistero rendono La Leggenda dei Cinque Anelli un gioco di ruolo notevole, divertente, variegato e adattabile. Se questo non bastasse il manuale di gioco è davvero stupendo. A partire dalle illustrazioni che sono delle vere opere d’arte da ammirare e osservare anche per lungo tempo, capaci di catturare l’attenzione del lettore anche a discapito del testo. Le regole sono ben spiegate, ordinate secondo un filo logico che le rende facilmente consultabili anche durante una sessione di gioco, chiare e ben descritte. Sia il master che i giocatori vengono quindi guidati nella loro avventura.
Lo studio dell’ambientazione del gioco è poi tale che spinge gli avventurieri a informarsi sulla storia dei samurai, sulle loro caratteristiche. E per godersi al meglio questa esperienza, affrontarla cercando di cogliere ogni elemento tipico dell’onorevole guerriero giapponese, rendere tutto più divertente e piacevole, permettendo anche di vivere quei dilemmi talvolta profondi e capaci di sconvolgere l’emotività del samurai, verrà facilmente voglia di scoprire di più su questa figura, di togliere il velo da alcuni aspetti più celati e meno noti, approfondendo e informandosi. Scoprendo interessanti curiosità sulla storia del Giappone medioevale e della sua società.
Gianfranco Broun
Titolo: La leggenda dei cinque anelli
Editore: Need Games!
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