102 Views

Verso la fine del diciannovesimo secolo la classe dei samurai venne abolita per istituire al suo posto l’esercito nazionale. Era uno dei passi che il Giappone stava compiendo nella sua trasformazione dovuta ad una apertura alle potenze estere e, in particolare, a quelle occidentali.

Il codice del bushido, entrato nel dna di un popolo, non venne a sparire ma sopravvisse nell’etica e nella formazione degli ufficiali dell’esercito. Un esercito che doveva però assumere una connotazione occidentale; un’operazione estremamente complicata in una nazione che aveva vissuto per tempo in una sorta di isolamento protezionistico che aveva impedito quella permeabilità di usi e costumi stranieri che invece avevano coinvolto altre nazioni orientali.

Formare un esercito in stile occidentale significava affidarsi a fornitori stranieri che vendessero non solo armi e mezzi, navali o terrestri, ma anche che formassero i soldati e gli ufficiali affinché acquisissero una mentalità e un approccio allo scontro completamente differente da quello degli antichi guerrieri samurai. Di certo si è trattato della più rivoluzionaria trasformazione sociale che ha interessato l’arcipelago nipponico.

Francis James Norman è stato un membro dell’esercito britannico sin dal 1876, quando entrò nell’Arma di Cavalleria. Nel 1882 venne messo di stanza in Asia e dal 1888 in Giappone, con l’incarico di insegnare l’inglese nelle scuole superiori. Sei anni dopo il suo arrivo nel paese del Sol Levante divenne istruttore presso il Collegio Navale Imperiale di Etajima. Il lungo periodo di soggiorno gli ha consentito di approfondire la cultura giapponese e di appassionarsi alle arti marziali tanto che quando tornò in patria si dedicò alla diffusione nel Vecchio Continente di queste tecniche di lotta. Nel 1905 realizzò il libro Il Guerriero Giapponese – Storia e Addestramento dei Samurai, che ebbe un importante ruolo nella realizzazione del suo scopo.

Edito in Italia dalla Luni Editrice, il testo si divide in quattro parti. Nella prima viene analizzata la storia del guerriero giapponese, un excursus che sottolinea alcuni momenti storici del passato del paese: dal tentativo di invasione dei mongoli a quando furono i soldati giapponesi a muoversi per conquistare la vicina terra di Corea. Successivamente l’attenzione viene posta sulla formazione degli ufficiali militari e sui primi esiti delle loro operazioni. Bisogna infatti sottolineare che la prima volta che l’esercitò operò fu nel 1876/77 a Satsuma, quando fece fronte a una ribellione che contrapponeva alcuni ex samurai al governo Meiji. L’esercito mostrò gravi pecche e il governo dovette correre ai ripari assoldando spadaccini e poliziotti, questi ultimi di fatto ex samurai. Successivamente, risolte quelle pecche che si erano evidenziate a Satsuma, l’esercito si riscattò operando in maniera efficiente ed efficace anche in terra straniera.

Il terzo capitolo si incentra sul kenjiutsu, l’arte della spada, e il quarto sul sumo e sul jujutsu, scuole di lotta. Con spiegazioni e diverse fotografie Francis James Norman ne racconta la storia e alcune caratteristiche peculiari, esplicando anche diverse tecniche distintive.

Gianfranco Broun

Titolo: Il guerriero giapponese

Editore: Luni Editrice

Comments

comments