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Chi lavora a stretto contatto con bacini idrici di varie dimensioni sa bene quanto il dragaggio possa essere incredibilmente importante per evitare ogni genere di problema. Porti, fiumi, laghi e canali rischiano spesso di vedere un progressivo accumulo di detriti, tale da da provocare, nelle situazioni peggiori, l’incagliarsi di navi e imbarcazioni.

Per poter affrontare al meglio questo tipo di scenari la soluzione migliore è quella di usare delle draghe, attrezzature progettate appositamente per la rimozione dei detriti e dei sedimenti che sono rimasti sul fondale.

Esistono diverse tipologie di draghe, che si differenziano per le loro caratteristiche tecniche e per le loro funzionalità. Ciò significa che si dovrà fare la scelta giusta in base al lavoro che si intende svolgere.

Parola d’ordine: pianificazione

Le operazioni di dragaggio non sono tutte uguali. Anzi, è giusto dire che ogni bacino è un caso unico, che i professionisti di questo settore devono analizzare con grandissima cura.

Pianificare ha un duplice effetto. Da un lato permette di massimizzare l’efficienza, così da lavorare nel migliore dei modi e diminuire sia il tempo necessario per svolgere l’attività, sia le spese da sostenere per arrivare alla fine del progetto. Dall’altro aiuta a diminuire il rischio di errori: scegliere il macchinario sbagliato potrebbe portare a una inutile perdita di tempo, così come potrebbe causare un eccessivo impatto sull’ecosistema del bacino.

Una questione di misure

I primi elementi da analizzare sono senza alcun dubbio le misure del bacino su cui si intende operare. Ad esempio, se si ha a che fare con un lago di grandi dimensioni non ci si deve preoccupare della grandezza della draga, ma potrebbe essere il caso di attrezzarsi con una chiatta per trasportare la macchina anche al centro del bacino. Se invece si deve lavorare in un porto, dove le dimensioni sono più contenute, potrebbe essere preferibile optare per una draga più compatta e maneggevole.

Cosa si deve rimuovere

Un altro aspetto da considerare è sicuramente cosa si deve rimuovere. Se i sedimenti sono soprattutto solidi potrebbe bastare una draga a benna, così da raccogliere dal fondale i detriti e portarli fuori dall’acqua, per poi sistemarli direttamente in uno spazio adibito a deposito. Un’altra opzione potrebbe essere quella di usare una draga aspirante, molto utile per rimuovere anche i materiali più piccoli.

Ci sono situazioni nelle quali il fondo potrebbe essere ricoperto da elementi solidi abbastanza grandi. Per affrontare questo problema si possono usare delle draghe attrezzate per frantumare gli oggetti e ridurli in pezzi più piccoli, che di solito poi vanno aspirati.

L’impatto ambientale

La scelta della draga e delle altre attrezzature da usare per il dragaggio dipende anche dallo stato dell’ecosistema. Negli ultimi tempi c’è grande attenzione per questo tema, e chi svolge questi lavori cerca di pianificare le operazioni per avere un impatto sull’ambiente che sia il più basso possibile.

I macchinari più precisi sono un’ottima soluzione per chi vuole diminuire la possibilità di danni all’ecosistema. In più una volta terminato il lavoro ci si può impegnare nel ristabilimento dell’ambiente acquatico, reintroducendo la fauna e la flora tipiche del bacino idrico su cui si sta lavorando.

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