(intervista di Andrea Dasso) Si avvicina l’appuntamento annuale di Faenza con il MEI, il meeting delle etichette indipendenti e L’AltraPagina, da sempre attenta al mercato musicale delle etichette indipendenti, ha avuto la possibilità di intervistare Giordano Sangiorgi, storico patrono del MEI.
Iniziamo parlando della prossima edizioni del MEI a Faenza, ci sono delle novità rispetto alla precedente edizione? Se sì quali?
Il MEI è la più importante manifestazione rivolta alla scena musicale indipendente italiana e ha festeggiato l’anno scorso il ventennale con 300 band dal vivo, 200 espositori, 100 tra incontri e convegni e, complessivamente, più di 500 mila presenze in 20 anni. Anche quest’anno il MEI riunirà artisti emergenti, realtà discografiche, festival ed operatori del settore musicale italiano, trasformando Faenza in una vera e propria città della musica con live, esposizioni, workshop didattici, convegni e premiazione delle migliori realtà indie italiane e con la presenza, unico caso in Italia, dei vincitori di oltre 100 festival e contest per emergenti provenienti da tutta la penisola e selezionati dalla Rete dei Festival. Una vera e propria grande vetrina della nuova scena musicale emergente del nostro paese proveniente dai migliori eventi live. Con i 20 anni e una grande Festa a Roma al Macro Testaccio quest’inverno ha chiuso il suo ciclo con al centro la discografia indipendente ed ha avviato un nuovo percorso legato agli emergenti con lan uova denominazione #nuovoMEI2015. Quest’anno il Mei, lo storico meeting delle etichette indipendenti , si prepara con una nuova svolta, infatti, al #nuovoMEI2015 che si terrà dall’1 al 4 ottobre a Faenza con un progetto sempre più social, sempre più giovane e sempre più diffuso.
Due giorni dedicati alla musica indipendente, al cinema e ai fumetti.
La mission del MEI è da sempre lanciare talenti e valorizzare i circuiti indipendenti: sostenere, promuovere e favorire la diffusione di una cultura musicale indipendente, autoprodotta ed emergente. Nel 2014 il MEI ha celebrato i suoi vent’anni di attività, con un grande successo che conferma la vitalità e l’attualità della storica kermesse della scena indipendente ed emergente italiana.
Al suo ventunesimo compleanno, com’è giusto che sia, il MEI cresce e si arricchisce e si trasforma nel : SUPER MEI CIRCUS.
Il Super Mei Circus è la prima edizione di un nuovo Festival itinerante dedicato alla musica indipendente. Un’edizione nata dall’esperienza della tappa romana della storica manifestazione nazionale del Meeting delle etichette indipendenti, sviluppatasi dalla necessità e dalla consapevolezza di tenere vivo il fermento cultuale e musicale che si è creato in Italia negli ultimi vent’anni
Quest’anno sarà consegnato per la prima volta il Premio Freak – Sono un ribelle mamma! Come è nata l’idea di dedicare un premio alla memoria di Freak Antoni degli Skiantos?
Il Super Mei Circus portera’ con sé il Premio Freak visto che l’ultima edizione dei 20 anni è stata tutta dedicata a Roberto Freak Antoni che per 20 anni ha partecipato ogni anno alla manifestazione celebrano tra l’altro i 30 anni degli Skiantos proprio al MEI e grazie all’amicizia personale con il sottoscritto oltre ad avervi partecipato in altre mille vesti: in duetto con mille altri artisti e band, nelle tantissime collaborazioni che regalava a tanti giovani artisti, conduttore, arbitro, scrittore, attore , guastatore, calciatore e mille altri ruoli che l’hanno vi sto sempre presente al MEI. Per cui il Premio MEI per i Giovani diventa Premio Freak e quest’anno viene assegnato a Giovanni Truppi, netnre Freakman dell’anno è il cantautore Paolo Zanardi e alla carriera viene premiato Flavio Giurato.
Facciamo un passo indietro, puoi raccontare ai nostri lettori come nasce il MEI e che con finalità?
Il Meeting delle Etichette Indipendenti è la più importante manifestazione dedicata alla nuova scena musicale indipendente italiana; si configura come una “due giorni ” di concerti, presentazioni musicali e letterarie, convegni e mostre, oltre a una parte espositiva rivolta agli operatori della filiera musicale. L’ obiettivo della manifestazione è quello di sostenere, promuovere e favorire la crescita e la diffusione di una cultura musicale indie ed emergente, per contrastare la massificazioni che si sta avendo in questo comparto. Questo, attraverso un’offerta artistica intensificata nelle due giornate, che si traduce in circa trecento showcase e concerti, e cento tra dibattiti, convegni e presentazioni letterarie. La musica è al centro della manifestazione: musica da ascoltare e da approfondire.
Il Mei nei suoi ormai 20 anni di vita ha seguito il settore musicale e i suoi inevitabili mutamenti, restando vicino agli artisti indipendenti, contribuendo alla loro promozione dagli esordi fino al raggiungimento del successo, e affiancando il lavoro delle etichette musicali indipendenti piccole e grandi che operano sul nostro territorio e che si muovono quotidianamente alla ricerca di nuove possibilità. Dando spazio ai nuovi talenti, presenti alla manifestazione ognuno con il suo spazio espositivo, le sue proposte live, i suoi dischi e i suoi download, a rappresentare un universo che è quello in cui la musica italiana, quella vera, cresce e si moltiplica.
Il Meeting delle Etichette Indipendenti ha saputo confermare il proprio successo, crescendo di credibilità sui soggetti pubblici e privati del territorio e oltre. Negli anni ha goduto delle sponsorizzazioni anche di grossi interlocutori commerciali, sia in termini monetari che in termini di cambio merci, come ad esempio accade con importanti riviste e siti musicali. Negli anni si è consolidata anche un’ottima collaborazione con le istituzioni pubbliche locali , come il Comune di Faenza, la Provincia di Ravenna, la Regione Emilia Romagna, la Camera di Commercio, nonché Anci per alcuni progetti annuali. Nelle edizioni 2011 e 2012 e 2013 la manifestazione si è evoluta ulteriormente, portando così alla nascita di Mei 2.0 a Faenza e crando una forte partnership con il Medimex, contribuendo a farlo nascere a Bari . Il rinnovamento del Mei è dato dall’incrocio di varie esigenze, prima fra tutte quelle date dai radicali cambiamenti del mercato musicale, che hanno reso necessario rinnovarsi e modificare la proposta. Siamo così tornati a puntare sulle giovani generazioni e sui nuovi talenti musicali per fare di Faenza il punto di riferimento italiano della musica emergente e autoprodotta, in un mercato che va sempre più verso le nicchie e le autoproduzioni, e abbiamo dato la possibilità anche ai piccoli e medi produttori e musicisti di partecipare alla manifestazione a costi contenuti.
Da qui l’utilizzo di una nuova location, il Centro storico della città di Faenza , e il cambiamento di data ( ultimo fine settimana di settembre/prima settimana di ottobre ); Il centro storico e i suoi principali palazzi e piazze sono diventati fucina della nuova musica emergente italiana, che riempi per due giornie le piazze e gli spazi istituzionali. Sono coinvolti centinaia di festival, di contest, premi e concorsi, dai promoter e organizzatori di concerti a tanti altri circuiti legati al settore della musica emergente dal vivo.
Il Mei ha celebrato i suoi vent’anni di attività, partiti con una grande kermesse rock contro tutti i razzismi al Palasport di Faenza nel 1993, con il Mei 2.0 di fine settembre a Faenza con un grande successo che conferma la vitalita’ e l’attualita’ della storica kermesse della scena indipendente ed emergente italiana. Nei suoi 20 anni di attivita’ il Mei ha registrato oltre 500 mila presenze, 10 mila tra artisti e band, 10 mila tra stand ed espositori formati da etichette discografiche indipendenti, siti, riviste, promoter, booking, festival e tanti altri, centinaia di personalita’ del mondo dello spettacolo e della cultura, ha organizzato 500 incontri professionali, ha visto la partecipazione di migliaia di giornalisti e una straordinaria Notte Bianca Indipendente con un circuito di oltre 30 spazi di musica dal vivo, creando così da sempre la più importante vetrina della nuova musica italiana. Una vetrina, con un’attività continuativa durante tutto l’anno, fatta di circuiti di festival, indies e promoter, di compilation , circuiti tv e radio, classifiche di indipendenti ed emergenti e tante altre azioni, che ha portato anche all’estero la scena indipendente Made in Italy partecipando ai piu’ importanti festival e alle piu’ importanti fiere in Europa con alcune puntate negli Usa e in Cina e una grande Festa della Musica Italiana a Parigi, tra le tante iniziative.
Recentemente sul nostro magazine si segnalava la crisi della musica indipendente italiana, come vedi il momento dell’indie italiano?
E’ in un grande momento di creatività’ e di ricambio generazionale molto interessante. Servono piu’ risorse servirebbe che tutto il settore, tutto insieme e tutto unito, facesse sue con forza richieste per un Fondo Straordinario del Ministero per i Beni Culturali e dalla Siae per questo settore come si e’ fatto positivamente per il jazz mettendo in rete tali risorse, utilizzando i tanti fondi provenienti dall’equo compenso, chiedendo sgravi fiscali, oltre al tax credit sui dischi, per i live dei giovani che si esibiscono nei piccoli club e una rendicontazione analitica di tutti questi concerti di musica originale affinché arrivino più risorse agli autori ed editori, , chiedendo un incontro al nuovo Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall’orto, certamente sensibile a questi temi, avendo diretto Mtv e inaugurato il Mei nel 2007, per una maggiore presenza nei festival musicali e nei palinsesti del servizio pubblico, di attivarsi per creare una rete unitaria per andare insieme all’estero come Sistema Musica Italia e fare un potale di promozione unico della nuova musica italiana all’estero, invece di andarci in ordine sparso combinando poco e niente, creando fronti unitari per chieder un maggiore riconoscimento economico dalle piattaforme on line oggi monopoliste incentivando una maggiore identità’ nazionale ed europea e incentivando la concorrenza, creando un consorzio unitario di produttori e artisti indipendenti per la raccolta insieme dei diritti connessi non affidandola ad altri. E tanto altro, purtroppo la difficoltà’ in Italia è quella di creare una retet unitaria oltre che una forte consapevolezza che questi sono i primi problemi oltre a creare un clima virtuoso per cui se ogni festival e artista della scena va bene vuol dire che andra’ meglio tutta la filiera.
Sul nostro sito ci occupiamo spesso di SIAE e diritti d’autore, come vedi il futuro del diritto d’autore e un’eventuale smonopolizzazione della SIAE? Porterebbe benefici anche al mondo indie?
Il monopolio, gestito come un carrozzone pubblico degli Anni Settanta, non porta innovazione e attenzione ai più piccoli, ma allo stesso tempo una liberalizzazione dei diritti, senza regole, continuerà’ a far dominare sempre i più potenti nel settore. Nella primavera 2016 arriverà’ il mercato unico digitale del diritto d’autore in Europa: se in Italia non faremo un grande consorzio tra le società’ di collecting dei diritti connessi in un lavoro armonico con il player italiano del diritto d’autore ci presenteremo come tanti piccoli nani che in poco tempo rischiano di venire schiacciati da una sorta di “YouTube” dei diritti che ci toglierà’ in breve anche la tutela dei diritti in questo settore, con tanti saluti soprattutto per la tutela dei piccoli , che rischieranno di non essere più considerati. Serve una politica di sistema che metta a regime commerciale la Siae rendendola , come dice il neo Presidente Filippo Sugar, dinamica, innovativa, trasparente, aperta e digitale e dall’altro ridurre le piccole società’ di collecting che senza una “mission” precisa e consorziata e armonica con gli altri rischieranno di bloccare tutto il sistema di ripartizione dei diritti e soprattutto di farsi spazzare via nel mercato europeo. Inoltre, tale consorzio dovrà’ lavorare ad accordi a livello europeo con altri similari negli altri paesi europei. Dopo la bella azione della Siae sulla gratuita’ di iscrizione per i giovani autori ed editori under 30 e le start up editoriali, oltre agli sgravi per alcuni momenti di promozione della musica, serve ora fare un passo ancora più forte a favore dei giovani emergenti e della rete di produttori e festival che li sostengono che rischiano altrimenti di non avere le risorse per operare se vogliamo dare le gambe all’innovazione e alla creatività del futuro della musica del nostro paese.
Da esperto di musica ma anche come discografico, credi che internet ed il file sharing siano un nemico del diritto d’autore o anche una possibile risorsa? Credi che la SIAE abbia avuto o abbia una visione un po’ ristretta ed arcaica della questione?
Credo che serva che le device mobile e le piattaforme on line debbano pagare di più la filiera dei contenuti musicali e su questo serve un Tavolo nazionale composto da Ministero, Siae e tutte le associazioni del settore per portare a un tavolo di confronto questi giganti che devono capire che se non pagano bene i contenuti, che danno loro almeno la meta’ del valore commerciale della loro attività’ (pagando invece loro cifre irrisorie), rischiano questi contenuti di non trovarseli piu’. Di fronte a questi giganti della distribuzione tutto il sistema dei diritti attuale in tutto il mondo purtroppo è arretrato: non vi sono ad esempio sistemi di controllo preciso in tanti casi sull’utilizzo smodato delle musiche presenti in rete a danno di chi crea tali opere e non ne riceve il giusto riconoscimento.
Ultima domanda: quest’anno sei diventato presidente di AudioCoop, l’associazione di categoria di discografici, editori, produttori e artisti italiani indipendenti, diventata proprio quest’anno – importante novità- Società di Collecting, cioè potrà raccogliere con l’Autorizzazione del Dipartimento Informazione Editoria della Presidenza del Consiglio i Diritti Connessi per Produttori e Artist. Auali sono le sfide e le priorità in cima alla tua lista?
Intanto quelle di cercare di portare a riscuotere i suoi diritti anche il più piccolo produttore anche con un solo album al suo attivo e contemporaneamente di creare sempre maggiore coscienza verso la necessità di ottenere come produttori e artisti sempre maggiori risorse da tali diritti che oggi sono distribuite, attraverso meccanismi obsoleti, in maniera maggiore verso i grandi artisti e in modo minore verso i piccoli indipendenti e gli artisti emergenti. Se si vuole dare un futuro alla musica del nostro paese e dare speranza ai giovani che si affacciano oggi sul difficilissimo e complicatissimo mercato musicale serve invertire radicalmente tale tendenza anche se i potenti al comando non sono certo d’accordo. Ma i nuovi corsi del Ministero dei Beni Culturali diretto da Dario Franceschini, la nuova Siae con alla guida il giovane Filippo Sugar e una Rai oggi appannaggio di un manager nato a Mtv come Antonio Campo Dall’Orto fa certamente ben sperare nel favore di una maggiore attenzione verso i settori del futuro e ad una manifestazione come il MEI che li rappresenta.
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