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arcigay-bandieraDopo le recenti polemiche relative alla discussione in Parlamento sulla legge anti omofobia con più di una posizione distante da parte del fronte PD considerato “Cattolico”, l’Arcigay prende a sua volta le distanze da quello che viene da sempre considerato il partito più vicino alla difesa e tutela dei diritti della comunità omosessuale.

Uno dei circoli Arcigay più attivi d’Italia, il Cassero di Bologna ha infatti annunciato che diserterà per la prima volta la Festa del PD nel capoluogo emiliano.

Una presa di posizione forte che richiama il principale partito del centro-sinistra ad assumere una posizione chiara e unitaria contro l’omofobia e a favore di una politica legislativa che risolva l’angoscioso e drammatico problema delle aggressioni omofobiche.

Ma non é solo Bologna a lanciare critiche pesanti contro il PD. Anche a Piacenza, dopo oltre dieci anni di amministrazione PD, l’Arcigay locale ammette che “se a Bologna si sta consumando un divorzio tra Arcigay e PD, a Piacenza non si é mai celebrato nemmeno il matrimonio”.

Ad affermarlo il presidente dell’associazione L’Atomo di Piacenza, Valeriano Scassa, il quale, pur ammettendo il coinvolgimento dell’associazione nel dibattito annuale ospitato nel Festival del Diritto, conferma di non aver mai ricevuto inviti formali alla festa del PD di Piacenza, festa importante vista la presenza di numerosi esponenti politici e parlamentari provenienti proprio dal territorio piacentino.

Insomma pare proprio che nemmeno sui diritti gay il PD riesca a mantenere l’unità e proprio la costante ambiguità su questo e molti altri temi potrebbe far perdere al partito una larga fetta di elettorato.

L’omosessualità non é una bandiera politica. La sinistra l’ha sventolata per anni promettendo uguaglianza e diritti che non sono mai arrivati facendo dell’Italia il fanalino di coda dell’Europa.

Evidentemente ora la misura é colma e l’attesa non può prolungarsi oltre. Sui diritti gay il PD aveva litigato anche in fase di programma pre-elettorale quando alcuni esponenti omosessuali del partito avevano rimesso la tessera nelle mani dell’allora segretario Bersani e contestato fortemente le posizioni “conservatrici” di Rosy Bindi.

L’allarme sembrava rientrato ma oggi il problema riesplode in tutta la sua gravità. Vedremo cosa accadrà.

Stefano Bassi

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