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Boom di stranieri, specie francesi, ma restano più ombre che luci. In Sardegna si sta vivendo una stagione turistica deludente: un’estate all’insegna della crisi economica e del caro traghetti, ma anche dell’exploit delle vacanze last minute e acquistate on line. In prossimità dell’ultima parte di stagione l’assessore regionale del Turismo Luigi Crisponi interviene per iniziare a tirare le somme e a interrogarsi sui fattori che hanno inciso sulle presenze nell’Isola: “Dopo un avvio di stagione, da aprile a giugno, decisamente sottotono, è costantemente cresciuto l’afflusso di turisti a luglio e agosto. Buona, soprattutto, la performance del mese scorso, che riequilibra in parte l’andamento stagionale, complice il bel tempo che ha ritardato le consuete partenze post Ferragosto. Le previsioni per settembre sono incoraggianti, con una confermata vivacità di presenze straniere e con uno stallo degli arrivi dei turisti italiani”.

Il 2012 ha confermato, per via della persistente acuta crisi economica mondiale, il trend dell’anno precedente e ribadito che il turismo non solo in Sardegna, ma nel mondo intero è mutato, lasciando tracce evidenti. Un cambiamento che ha rovesciato consolidate abitudini e “congelato” i consumi delle famiglie (la voce vacanza è una delle prime a essere tagliata). I numeri di arrivi e presenze sono ribasso, come quelli del 2011 (l’anno scorso c’è stato un calo del 5% circa rispetto al 2010). Sono in frenata gli arrivi dalla Penisola, ma sono sempre positivi quelli dall’estero: +3% rispetto all’anno scorso, quando già la crescita era stata del 9% rispetto al 2010, crescita da collegare a condizioni economiche più favorevoli delle nazioni d’origine e all”azione di promozione attivata dall’assessorato regionale del Turismo. Crescono in maniera esponenziale i francesi, in aumento gli arrivi spagnoli e dal Nord Europa, tengono i mercati storici (tedesco e inglese). Tra le strutture si sono consolidate le presenze nei 4 e 5 stelle: il target alto favorisce il trend positivo.

“Si tratta di un’altra stagione “a ostacoli” – riprende l’esponente della Giunta – nonostante il buon riscontro della confermata operazione Saremar, che è riuscita a porre un argine ai prezzi esorbitanti delle tratte marittime, il caro traghetti ha inciso in maniera decisiva. Le ferite inferte a partire dall’anno passato dagli armatori privati non si sono rimarginate, anzi gli effetti si sentiranno ancora a lungo. Ad esse si sono aggiunte le vicissitudini della Tirrenia e il suo passaggio ad azienda privata. Perciò ci chiediamo se tra le 46 mosse annunciate qualche settimana fa dal ministro del Turismo Piero Gnudi rientra anche lo scioglimento del nodo scorsoio dei collegamenti marittimi, che sta strangolando la nostra economia e che impedisce al sistema di poter esprimere le proprie potenzialità, ora più che mai è necessaria una soluzione, prioritaria rispetto a qualsiasi altra ricetta salvifica”. Al calo delle presenze nei porti fa da contraltare la tenuta negli aeroporti, che l’anno passato avevano fatto registrare numeri record (nei tre principali scali sardi sono stati superati i 7 milioni di passeggeri in transito). Nonostante alcuni problemi strutturali, quali ‘malumori’ delle compagnie aeree, continuità territoriale e tariffa unica, il numero dei passeggeri è aumentato in media nell’ultimo anno del 9,4% (a Cagliari del 7,4, ad Alghero dell’11,2, a Olbia del 14). Per esemplificare l’andamento della stagione 2012 il Costa Smeralda di Olbia è emblematico: agosto si è chiuso con un 10 per cento in più rispetto al 2011.

“A questi fattori – prosegue l’assessore regionale – c’è da aggiungere la tendenza al ‘last minute’ e alla ricerca dell’offerta ‘sotto data’, elementi che ‘destabilizzano’ il mercato turistico, ma ai quali dovremo fare l’abitudine. Altro elemento determinante del 2012 è il crescente numero di chi acquista la sua vacanza on line. E non è un caso se cresca in maniera esponenziale la presenza delle strutture ricettive sarde sui portali web specializzati: ogni sito di prenotazione on line può contare su numeri superiori a mille unità di strutture ricettive sarde, specie alberghi e bed&breakfast, e su circa 2 mila attività ristorative isolane”. Prendendo a esempio due dei più noti, su booking.com ci sono 958 strutture totali, su TripAdvisor 832 hotel e circa 1100 b&b. Il trend dei siti on line è capace di generare ormai oltre mille prenotazioni giornaliere a favore delle strutture isolane rappresentate.

“In definitiva – conclude Crisponi – è il costo di accesso che frena, rispetto a quello di soggiorno. Anche se chi ha operato con flessibilità sulle tariffe, ha riscontrato immediate risposte sul mercato. Ecco perché non è più tempo di ‘stagioni tariffarie’, è finita l’epoca dell’altissima stagione, quando i prezzi ‘schizzavano’ verso l’alto spaventando i buyer delle vacanze. Siamo in una nuova fase: i vacanzieri ricercano ostinatamente offerte al volo, sono consumatori di tariffe e non di destinazioni. Una tendenza alla quale anche in Sardegna ci si sta adeguando e che occorrerà sfruttare a pieno. Perciò l’andamento controverso della stagione non ci impedisce di affermare, seppur con molta prudenza, che, l’inversione di rotta è vicina: il turismo sardo continuerà a scrivere pagine dai generosi risultati”.

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