Il recente Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza costituisce un avanzamento rilevante nel panorama del diritto fallimentare italiano. Esso, infatti, adotta un approccio maggiormente favorevole alle procedure orientate a preservare la continuità dell’attività imprenditoriale e introduce nuovi obblighi mirati alla prevenzione delle crisi aziendali.
Scopriamo insieme quali sono le principali caratteristiche e gli strumenti offerti dal nuovo Codice per affrontare e risolvere le crisi aziendali. Un ringraziamento speciale è rivolto allo Studio Legale D’Antuono che ha gentilmente fornito informazioni dettagliate e preziose per la stesura di questo contenuto.
Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), istituito dal D. Lgs. n. 14 del 12 gennaio 2019 e aggiornato nel 2022 per adeguarsi alla Direttiva UE 2019/1023 sull’Insolvenza, sostituisce la precedente Legge Fallimentare, stabilita dal Regio Decreto 267 del 1942. Il CCII, rispetto al suo predecessore, pone una maggiore enfasi sulla continuità dell’attività d’impresa piuttosto che sulla semplice liquidazione.
Questa riforma normativa, in altri termini, promuove un approccio più favorevole alle procedure che mirano a garantire la prosecuzione dell’attività imprenditoriale, favorendo la risoluzione delle crisi aziendali e la tutela del valore economico delle imprese. In tal senso, il CCII si allinea ai principi e alle direttive europee, ponendo l’accento sulla prevenzione e sul superamento delle difficoltà finanziarie, piuttosto che sulla mera liquidazione del patrimonio aziendale.
Inoltre, il nuovo Codice introduce strumenti e meccanismi di allerta, volti a individuare tempestivamente i segnali di crisi e a implementare misure preventive, contribuendo così alla salvaguardia delle imprese e alla protezione dei creditori e dei lavoratori.
Uno scenario nuovo: pianificazione industriale e bilancio
Nell’ambito di questa nuova visione, la strategia industriale e la pianificazione del bilancio si rivelano fondamentali per garantire il corretto funzionamento dell’impresa e il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Una programmazione accurata e una gestione oculata delle risorse consentono di prevenire eventuali criticità e di intervenire prontamente qualora si manifestino situazioni di crisi.
In questo quadro l’articolo 3 del CCII fornisce una serie di indicatori specifici per monitorare la stabilità finanziaria e segnalare in maniera tempestiva eventuali squilibri. Tale approccio consente alle imprese di anticipare le crisi e mettere in atto misure adeguate per superare le difficoltà finanziarie, mantenendo un percorso di crescita e di sviluppo sostenibile.
Che cosa fare in presenza di una crisi
In presenza di una crisi potenziale, gli imprenditori e le imprese hanno a disposizione diversi strumenti per risolverla, tra cui:
- Composizione negoziata: accordo stragiudiziale, confidenziale e volontario, disponibile attraverso una piattaforma online, per le aziende in situazioni di instabilità economica o finanziaria.
- Accordi di ristrutturazione e piani di risanamento: strumenti per negoziare con i creditori e attuare misure volte al recupero dell’impresa.
- Piano di ristrutturazione soggetto a omologazione (P.R.O.): novità introdotta dal CCII per risolvere la crisi attraverso un piano approvato dal tribunale.
- Concordato preventivo e concordato preventivo semplificato: procedure concorsuali volte a raggiungere un accordo con i creditori per evitare la liquidazione dell’impresa e garantirne la continuità.
- Liquidazione giudiziale: sostituisce il “vecchio” fallimento previsto dalla previgente normativa e consiste nella vendita dei beni dell’impresa per soddisfare i creditori.
La centralità degli obblighi di salvaguardia
Il CCII pone l’accento sugli obblighi di salvaguardia, mirati a identificare precocemente le crisi aziendali e a promuovere l’adozione di strumenti di ristrutturazione sin dalle fasi iniziali. Gli imprenditori, in tal modo, sono chiamati a vigilare costantemente sulla situazione finanziaria delle loro imprese e ad adottare misure preventive per prevenire l’insolvenza.
Il ruolo fondamentale degli organi sociali
Gli organi sociali svolgono un ruolo fondamentale nella gestione delle crisi aziendali. Essi, infatti, hanno il compito di agire prontamente di fronte ai segnali di allarme individuati dal CCII, adottando le misure appropriate per preservare la continuità dell’attività imprenditoriale e tutelare gli interessi dei creditori.
La responsabilità degli imprenditori nel contesto delle crisi
Gli imprenditori, oltre a rispettare gli obblighi di prevenzione e salvaguardia, devono anche agire nell’interesse sia dei creditori che dei soci. Durante una crisi, è fondamentale dare priorità agli interessi dei creditori, mettendo in atto le procedure e gli strumenti previsti dal CCII per risolvere le difficoltà finanziarie e garantire la continuità dell’impresa.
La consulenza degli esperti
Affrontare una crisi aziendale richiede competenze specifiche e una conoscenza approfondita delle normative e delle procedure previste dal CCII. Rivolgersi a esperti del settore, come avvocati specializzati in diritto fallimentare e consulenti aziendali, può essere fondamentale per individuare la soluzione più adeguata alla situazione dell’impresa e per implementare con successo le misure di risoluzione della crisi.
Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, in ultima analisi, introduce un approccio più favorevole alla continuità delle imprese in crisi e prevede una serie di strumenti e procedure volte a prevenire l’insolvenza e a risolvere le situazioni di instabilità finanziaria.
La conoscenza delle normative e l’attenzione agli obblighi di prevenzione e salvaguardia da parte degli imprenditori sono fondamentali per affrontare e superare le crisi aziendali in modo efficace.
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