La recente ristampa del classico Ricordi di Londra di Edmondo De Amicis, curata da Emanuela Chiriacò e pubblicata dalla casa editrice riminese Libri Dell’Arco nella collana “Gli Archetti”, offre ai lettori una preziosa occasione per riscoprire un’opera che unisce il reportage giornalistico e il diario di viaggio, confermando la maestria dell’autore nel cogliere l’essenza delle città e dei popoli che incontra. Pubblicato originariamente nel 1874 dai Fratelli Treves, questo volume rappresenta un esempio fulgido della capacità di De Amicis di narrare con freschezza, calore e attenzione ai dettagli.
Emanuela Chiriacò, curatrice della nuova edizione e autrice della prefazione, traccia un quadro chiaro delle qualità distintive di questo libro. Nella sua analisi, sottolinea come Ricordi di Londra rappresenti un travelogue innovativo per l’epoca, dove il resoconto giornalistico si mescola con i sentimenti e le emozioni personali dell’autore. De Amicis, giornalista di professione e grande osservatore della realtà sociale, si confronta con una Londra maestosa e imponente, osservandola con lo sguardo affascinato di uno straniero che si perde nella grandezza della metropoli vittoriana.
Un elemento affascinante dell’opera è il contrasto che emerge tra la visione di De Amicis e quella del geologo francese Louis Laurent Simonin, il cui saggio “Una visita ai quartieri poveri di Londra” è stato aggiunto come appendice nell’edizione originale. Se Simonin si concentra sulla miseria e sul degrado dei quartieri più poveri, De Amicis rimane colpito soprattutto dall’imponenza e dalla magnificenza della capitale britannica. Questo contrasto fa emergere la duplice anima di Londra: una città grandiosa ma anche oscura, dove convivono progresso e povertà.
L’influenza della letteratura inglese, e in particolare di Charles Dickens, è palpabile nelle descrizioni di De Amicis. Le atmosfere di smog, nebbia e strade fangose richiamano i racconti dickensiani, come Casa desolata (Bleak House), dove la Londra vittoriana appare sovrastata da una nebbia onnipresente, simbolo di una città che si è sviluppata a dismisura, divenendo la più grande metropoli del mondo.
Nonostante il suo atteggiamento di turista curioso e reporter, De Amicis riesce a trasmettere un senso di smarrimento di fronte a questa immensa città. Egli visita Londra senza conoscere nessuno, senza raccomandazioni, proprio per potersi perdere in quell’oceano umano e urbanistico. È questa sensazione di spaesamento che dà vita ad alcune delle descrizioni più vivide e suggestive del libro, dove l’autore alterna osservazioni minuziose a riflessioni personali e colte digressioni letterarie.
La lingua italiana utilizzata da De Amicis è un altro elemento di grande interesse. Come fa notare Chiriacò, lo stile dell’autore evolve nel corso degli anni, ma già in questa prima edizione si nota la sua maestria nell’adottare un registro narrativo fluido e vivace, in linea con l’ideale linguistico manzoniano del “scrivere come si parla”. Le frasi armoniose e ricche di immagini danno vita a un racconto fotografico in parole, capace di catturare l’essenza della metropoli londinese.
Questa nuova edizione di Ricordi di Londra, arricchita dalla prefazione di Emanuela Chiriacò e dall’accurata cura editoriale, rappresenta un’opportunità imperdibile per i lettori contemporanei. La collana “Gli Archetti” di Libri Dell’Arco, specializzata nella riscoperta di classici, continua così a svolgere un ruolo fondamentale nel portare all’attenzione del pubblico opere di grande valore storico e letterario, offrendo nuove chiavi di lettura e prospettive per apprezzare la profondità e l’attualità di testi come quello di De Amicis.
In conclusione, Ricordi di Londra non è solo un diario di viaggio, ma un’opera capace di trasmettere, attraverso il filtro dell’esperienza personale, una visione ricca e sfaccettata di una delle città più importanti del XIX secolo. Questa edizione rappresenta un prezioso contributo alla letteratura di viaggio e un’occasione per riflettere sull’incontro tra culture, passato e presente.
Stefano Bassi
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