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“Oggi c’è un elemento maggiore di serenità ma contemporaneamente anche un elemento maggiore di responsabilità. E’ una sfida importante per Ilva, ha un valore tarantino, pugliese e nazionale. Certo da questo momento in poi, si potrà lavorare forse con più tranquillità nel cuore di decine di migliaia di lavoratori, ma per noi sicuramente con ancora più serietà.

Nessuno può pensare che siamo di fronte ad un giochino di società. Siamo dentro un passaggio storico e dobbiamo essere in grado di interrpretare al meglio il nostro ruolo”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commentando con i giornalisti la decisione del Tribunale del riesame sul Siderurgico di Taranto. “Si conferma il carattere storico – ha aggiunto Vendola – di un lavoro della magistratuta che ha inteso fotografare l’insopportabilità della lesione del diritto alla salute, del diritto alla vita e del diritto ad un ambiente salubre. Nulla potrà essere come prima. Andranno in archivio le idee di chi ritiene il profitto e la crescita economica più importanti della difesa della vita”.

“Siamo di fronte ad un provvedimento del Riesame – ha aggiunto Vendola – che, al netto della conferma dei domiciliari per il vertice della proprietà, prevede il sequestro come il percorso dell’ambientalizzazione. Pone cioè delle prescrizioni. Chiede ai custodi di far vivere l’impianto e di farlo vivere mentre modifica la sua natura, mentre si espone al cambiamento, mentre cioè si introducono le migliori tecnologie per ambientalizzare al meglio l’Ilva”.

Il Presidente poi ha poi voluto ricordare l’esito dell’incontro di questa mattina, svoltosi qui in Presidenza (di cui abbiamo riferito con altra agenzia) con il Presidente dell’Ilva Bruno Ferrante e la sottoscrizione del verbale della riunione tecnica che si è tenuta ieri pomeriggio. Una serie di provvedimenti, tra i quali il monitoraggio perimetrale, che, a prescindere dalla decisione del Riesame, l’Ilva avrebbe messo in agenda, sollecitata proprio dalla Regione.
“Noi pensiamo – ha ribadito Vendola – che l’Ilva debba portare sulle proprie spalle la responsabilità di dare risposte precise, chiare e forti. Oggi l’Ilva ha questa responsabilità interamente sulle proprie spalle, restituendole l’onere di dimostare che una grande fabbrica e una grande città possono convivere”.

Infine Vendola, pur sottolineando la necessità di leggere il dispositivo del magistrato del Riesame, ha parlato di un “capovolgimento di un certo ordine logico”.
“Non si parte cioè – ha concluso Vendola – dal sequestro per chiudere, ma si parte dalla conferma del provvedimento di sequestro con l’obbligo per i custodi degli impianti di adempiere a tutte le prescrizioni che possano consentire di rimuovere le ragioni che hanno procurato la lesione del diritto alla salute”.

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