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La sostenibilità entra in azienda: lo rileva un rapporto della Fondazione NordEst i cui risultati vengono presentati sul Rapporto Nordest in edicola con Il Sole 24 Ore venerdì 20 marzo, che ha indagato i comportamenti di 402 imprese del triveneto. Negli ultimi tre anni, più di una azienda su due – per la precisione il 62% – risulta avere avviato almeno cinque politiche volontarie legate alla sostenibilità ambientale. Dunque le imprese del NordEst prestano sempre più attenzione alla dimensione verde della propria attività, soprattutto per ragioni di immagine (cresciuta sensibilità dei clienti) e di rispetto delle norme sempre più stringenti (in primis grazie  al ruolo dell’Europa). Di fatto però  è ancora debole la pressione da parte di altri portatori di interessi (stakeholder quali finanziatori, proprietari, comunità locali). In particolare – è la conclusione – proprietari e azionisti dovrebbero sostenere di più una transizione verso politiche di sostenibilità, visto che queste sono associate a maggior redditività e maggior solidità patrimoniale.

Sempre in tema di investimenti focus sull’equity crowdfunding che si diffonde nel NordEst. Nella classifica delle campagne che hanno raccolto più risorse – elaborata dall’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano – spiccano le società immobiliari, che costruiscono immobili residenziali, perlopiù destinati alle seconde case. Complessivamente sono 36 le startup o le pmi innovative che nel NordEst hanno scelto questo strumento per raccogliere risorse attraverso l’ingresso di nuovi soci. Si tratta di realtà in forte crescita che hanno bisogno di capitali. Gli  investitori invece, a fronte di un alto rischio, si aspettano un buon rendimento.

Non si tratta solo di  realtà green o tech: è decisamente non convenzionale la scelta di Pordenone Calcio che l’anno scorso, grazie al sostegno dei tifosi,  ha raccolto 2,2 milioni di euro per la crescita della squadra.

Da un lato le startup, dall’altro le mosse di aziende già consolidate: il mosaico torna a casa, in FriuliTrend Group – azienda vicentina nata nel 2000 da un’idea di Pino Bisazza che, insieme ai suoi collaboratori più esperti, ha dato vita a una nuova realtà in grado di sintetizzare la tradizione artistica italiana con le più innovative tecnologie produttive – ha annunciato l’avvio del progetto di riqualificazione dello stabilimento produttivo situato a Vivaro (Pordenone). L’obiettivo è  riportare in Italia attività produttive delocalizzate all’estero negli scorsi anni, soprattutto in Asia. Una operazione resa possibile da un patto a sostegno del territorio: ne fanno parte, sotto l’egida della Presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia e della Finanziaria regionale  Friulia, la Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia e il Fondo di Rotazione per le Iniziative Economiche (FRIE) che hanno visto  la possibilità di recuperare un sito industriale dismesso e ne hanno colto le ricadute di politica industriale e occupazionale.

Così il Pastificio Felicetti di Predazzo rilancia sugli investimenti per crescere sui mercati internazionali. Sarà pronto entro l’anno  il nuovo impianto che aggiunge 22mila tonnellate di capacità produttiva. L’investimento si è reso necessario per tenere il passo delle richieste dei clienti globali, con l’export che oggi vale il 70% dei ricavi complessivi del gruppo alimentare del Nord Est.

Nell’alimentare interessante anche il caso di The Bridge, azienda di San Pietro Mussolino  guidata dai fratelli Marco e Paolo Marcigaglia con la madre Margherita Rancan, che produce 200mila litri di bevande vegetali  e biologiche al giorno (riso, soia, mandorla) esportate in 50 Paesi. Dopo la linea di dessert e panna di cucina nei progetti di espansione di questa family company ci sono l’ampliamento della gamma dei protein drink e anche nel 2021 il debutto nel comparto degli yogurt grazie a un investimento di 5 milioni di euro.

Rivoluzione allo snodo autostradale di Verona: un tassello, importante, di un piano molto più vasto di lavori e investimenti programmato da Autostrada del Brennero Spa nel territorio di Verona. È il progetto di riqualificazione della viabilità ordinaria tra la stazione autostradale di Verona Nord e la rete cittadina, che prevede anche la realizzazione di un nuovo parcheggio collegato a quello esistente da una passerella in vetro. L’inizio dei lavori è previsto per giugno (a meno che l’emergenza sanitaria in atto non imponga uno slittamento dei tempi). Il sindaco di Verona, Sboarina: «Progetto strategico».

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