di Arturo Ghinelli – Nel Rapporto 2012 di Amnesty c’è un capitolo dedicato all’Italia,in cui si ricordano le condanne subite dal nostro paese nel corso del 2011. A maggio il Comitato consultivo della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa per la tutela delle minoranze nazionali ha rilevato un aumento in Italia dei comportamenti razzisti e xenofobi nei confronti di alcuni gruppi quali rom,musulmani,migranti,rifugiati e richiedenti asilo.
A luglio il Comitato Cedaw aveva sollecitato l’Italia a introdurre politiche per superare la rappresentazione delle donne come oggetti sessuali e per mettere in discussione gli stereotipi sul ruolo di uomini e donne nella società e nella famiglia. A settembre il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha sollecitato le autorità italiane a rafforzare la capacità di accoglienza del paese nonché il sistema di integrazione per rifugiati e altri beneficiari della protezione internazionale.
Violenza razzista
Sono stati denunciati gravi episodi di violenza razzista. La discriminazione ha colpito persone sulla base dell’orientamento sessuale,dell’appartenenza etnica e della religione. In Parlamento è stata discussa una bozza di legge che vietava l’uso del velo integrale nei luoghi pubblici. Se approvato,tale divieto avrebbe un impatto sproporzionato sulle donne che scelgono di indossare il burqa o un niqab come espressione della loro identità o fede religiosa. A dicembre,a Torino un insediamento rom è stato incendiato da alcuni abitanti locali. L’attacco è avvenuto in seguito alla protesta che era stata organizzata in segno di solidarietà con una ragazza di 16 anni,che aveva accusato due uomini rom di averla stuprata. La ragazza ha successivamente ammesso di aver mentito circa la violenza subita.
Trovo paradossale che in questo paragrafo del Rapporto di Amnesty dedicato alla violenza razzista in Italia non si faccia neanche cenno all’assassinio dei due commercianti senegalesi a Firenze.
Diritti delle persone lesbiche, gay,bisessuali e transgender
Le autorità italiane non hanno colmato le lacune della legislazione contro i crimini motivati dalla discriminazione. In conseguenza di ciò,le vittime di reati basati sull’orientamento sessuale e l’identità e l’espressione di genere non hanno avuto la stessa tutela garantita alle vittime di reati motivati da altri tipi di discriminazioni. Anzi a luglio il parlamento ha respinto un disegno di legge sui reati omofobici e transfobici,considerandolo incompatibile con la Costituzione italiana.
Rifugiati, richiedenti asilo e migranti
Nel corso dell’anno più di 52.000 persone sono giunte in Italia via mare dall’Africa del Nord,in particolare sull’isola di Lampedusa,con un considerevole incremento rispetto agli anni precedenti. La risposta delle autorità è stata carente e ha determinato violazioni dei diritti umani di richiedenti asilo,migranti e rifugiati. Tra le azioni intraprese ci sono state espulsioni di massa, violazioni del divieto di non-refoulement e detenzioni illegali. Le condizioni nei centri di accoglienza e detenzione non sono state conformi agli standard internazionali;richiedenti asilo e rifugiati sono stati lasciati nell’indigenza. Una legge adottata ad agosto per recepire nella legislazione interna la direttiva dedll’EU sui rimpatri violava il diritto alla libertà dei migranti. La legge ha esteso da 6 a 18 mesi il periodo massimo di detenzione per motivi di immigrazione.
Tortura e altri maltrattamenti
Non sono cessate le denunce di maltrattamenti commessi da funzionari delle forze di polizia. Non sono state adottate misure per garantire procedimenti giudiziari nei confronti degli agenti coinvolti in violazioni dei diritti umani. Le autorità non hanno ratificato il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e altri maltrattamenti,a livello di diritto interno. Inoltre,non è stato ancora inserito nel codice penale il reato di tortura.
A riprova della situazione Amnesty ricorda Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino e Stefano Cucchi deceduti durante la custodia della polizia.
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