di Giovanni Reho – Con l’aria gioiosa, un amico imprenditore mi ha raccontato una sua recente esperienza.
Una giovane operaia gli ha chiesto di potergli parlare con urgenza. Sembrava molto ansiosa e impaurita come se avesse dentro un grave peso che le opprimeva il respiro.
“Sono incinta. La prego, la mia famiglia ha bisogno del mio lavoro”.
Conosco l’imprenditore e so bene quanto avesse un cuore gentile, ma non avrei immaginato quanto la sua risposta avrebbe spalancato di immensa tenerezza anche il mio.
“Vai pure a casa e vivi con gioia la tua attesa. In questo luogo lavoriamo per generare vita. Non aver paura. Sarà un grande giorno per tutti. Quando sarai rientrata, la piccola che hai in grembo ti avrà fatto un dono perché ti attende una promozione. Ricorda, qui lavoriamo per generare vita e tu, lo stai facendo con noi”.
Quando l’azienda è un luogo di vita accadono cose che sembrano favole. Eppure, a volte le favole esistono.
Nulla di diverso da come è giusto che sia, ma la risposta dell’imprenditore è di straordinaria ed inattesa concretezza perché la donna incinta non avrebbe mai immaginato che la sua maternità fosse perfettamente compatibile con il progetto di vita di cui ogni azienda deve portare dentro il respiro.
Giovanni Reho
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