Riceviamo e pubblichiamo la Lettera aperta di Mario Tocci al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze, avv. Sergio Paparo.
Stimatissimo Signor Presidente,
pregiatissimo Collega,
ho letto – più volte e con la dovuta attenzione – la Sua missiva di monito agli altri Presidenti degli Ordini Forensi onde anch’essi condividessero l’iniziativa di astenersi dalla partecipazione all’incontro già programmato con il Guardasigilli presso il Ministero della Giustizia.
L’educazione ricevuta e il rispetto che si deve tributare ad un collega anagraficamente e professionalmente più anziano mi impongono, peraltro piacevolmente, di rispettare la Sua posizione.
Tuttavia, gentile avvocato Paparo, quei principi morali che connotano la mia rigida educazione – parimenti lietamente – mi ingiungono di essere franco e sincero.
Sicché Le dico apertis verbis che dissento dalle Sue conclusioni e non ne condivido affatto i presupposti.
Preliminarmente, infatti, non Le nascondo che – se fossi stato un iscritto del Foro fiorentino – avrei protestato vibratamente, quantunque col massimo garbo, ove Ella nella veste di mio rappresentante avesse omesso di farsi latore anche solo della presenza dell’associazione professionale ope legis di mia – e nostra – afferenza.
Da profondo conoscitore della lingua latina, Ella saprà meglio di me il significato della locuzione absens heres non erit.
Si può protestare, signor Presidente, ma – a mio avviso – lo si deve fare mediante partecipazione attiva a tutti gli agoni istituzionali e mai abdicando alla più profonda dignità del ruolo rivestito.
Indi e pertanto mi ricollego a quanto accaduto a Napoli alcuni sabati orsono.
Personalmente mi è arduo rimanere persuaso del fatto che i colleghi schierati allora a protestare abbiano manifestato le proprie opinioni nel modo più ortodosso.
Le chiedo, poscia, se da presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze si sentirebbe di instaurare una qualsivoglia forma di dialogo con una pletora di iscritti urlanti.
Intimamente son convinto che, di getto e senza menar troppo il can per l’aia (come sovente si suol dire dalle Sue parti, ove ho tenuto uno tra i corsi di mediazione più belli della mia carriera di formatore, che si cumula alle altre riferibili alla mia persona), la Sua risposta al mio interrogativo sarebbe negativa.
Così come – altrettanto ostinatamente – penso che quella risposta negativa non arriverà mai, almeno pubblicamente.
Oggi, caro Presidente, registriamo che il Suo invito ha sortito l’effetto sperato, in quanto l’incontro tra le rappresentanze della categoria forense e il Guardasigilli è saltato.
Per me trattasi di sconfitta dell’avvocatura, che ha perso un’occasione importante e forse – al di là dei timidi e diplomatici, invero apprezzabili, ammiccamenti del professor Alpa – non ne avrà mai più una.
Posto che la mediazione costituisce uno strumento di rapida e satisfattiva tutela dei cittadini (nostri utenti e clienti), avrei gradito che i rappresentanti dell’avvocatura fossero stati presenti al tavolo di via Arenula onde spingere verso il tracciamento di un ruolo primario degli avvocati in seno all’istituto mediatizio.
Si sarebbe potuto parlare di questioni inerenti la rappresentanza endo-procedurale, la scelta dell’organismo cui avviare i clienti, le tecniche da utilizzare durante le sessioni e tanto altro ancora.
Peccato, avvocato Paparo, peccato!
Mi spiace, in conclusione, di rassegnarLe amaramente che da Lei – pur sul piano professionale raffinatissimo giurista in grado di insegnarmi parecchie cose – non mi sento né vorrei essere rappresentato politicamente.
Prof. Avv. Mario Tocci
Coordinatore scientifico delle pubblicazioni ufficiali del Forum Nazionale dei Mediatori e degli Organismi di Mediazione
(nella foto: Mario Tocci a sinistra insieme a Irene Gionfriddo, portavoce del Forum Nazionale dei Mediatori e al prof. Mario Quinto).
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