Project wolf hunting è una pellicola sudcoreana realizzata da Kim Hong-sun. La sua primaria caratteristica è la violenza. Una violenza brutale e onnipresente che si sviluppa in maniera gratuita in praticamente ogni scena delle due ore di film. E’ un eccesso voluto e ricercato dal regista che dà vita a una strage a rate dove la crudeltà e la spietatezza dominano incontrastate generando situazioni che potrebbero non essere per nulla digeribili a un pubblico più sensibile. Certo, superati i primi scontri pian piano si viene anestetizzati da quell’odio viscerale, facilitando l’arrivo alla fine di un lungometraggio adatto solo a un certo tipo di pubblico.
A seguito di un accorto tra il governo filippino e quello di Seoul viene firmato un patto per le estradizioni. Alcuni prigionieri sudcoreani vengono così trasferiti in aereo in Corea: ma all’arrivo un cittadino in cerca di vendetta si fa esplodere mietendo vittime e feriti. Il secondo tentativo avviene per mare: un gruppo di agenti selezionati salgono a bordo di una imponente nave da carico per controllare i detenuti durante la traversata che da Manila li porterà al porto di Busan.
La situazione degenera presto quando alcuni dei carcerati riescono a liberarsi e a dar vita a una rivolta contro i poliziotti. E’ l’inizio dello splatter assoluto dove colpi con armi contundenti generano violente fontanelle di sangue e dove fendenti e pugnalate con i coltelli creano laghi di sangue che inondano pavimenti, pareti e vestiti. Ma lo scontro non è limitato a due sole fazioni. Dopo un po’ di tempo in campo scenderà dapprima un terzo schieramento e infine addirittura un quarto, generando uno scontro infinito che fornisce sempre più carne da macellare.
Alcune decisioni prese dal regista sembrano nascere unicamente per essere utili al contesto e infatti non sembrano avere molto senso logico, così come alcune reazioni (poliziotti che davanti a questa immane tragedia e di fronte a criminali armati di tutto punto esitano a sparare diventando vittime sacrificali). La trama però offre anche degli interessanti colpi di scena che sorprendono lo spettatore fornendo risvolti inaspettati e a volte addirittura contrari a quello a cui facilmente si sarebbe potuto pensare. Inoltre attraverso alcuni flashback è possibile scoprire pian piano gli eventi che hanno portato a quella situazione, eventi che forniranno delle spiegazioni generiche che contestualizzeranno i fatti.
La fine della pellicola lascia spazio a un sequel, offrendo delle idee interessanti ma soprattutto lasciando in eredità sviluppi da portare avanti che rendono questo Project wolf hunting solamente l’antipasto di qualcosa di molto più corposo. E forse anche di ancor più sanguinolento, se possibile.
Titolo: Project wolf hunting
Distributore: Swan Entertainment
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