(di Giulio Perrotta) L’obiettivo dichiarato del Governo Renzi è sempre stato quello di abbassare le tasse. Peccato che stia accadendo esattamente l’opposto!
Una stangata da 16 miliardi di euro, frutto dell’aumento dell’IVA e del taglio delle deduzioni e delle detrazioni fiscali (ma non solo), conseguenza della clausola di salvaguardia. Infatti, Renzi dovrà trovare entro il 2015 tutta l’intera somma per evitare che l’imposta sul valore aggiunto balzi dal 22 % al 24 %, prima del 2018, quota già stabilita del 25,5 %.
E gli impegni assunti con la legge di Stabilità 2015 non finiscono qui. Nel 2017 la clausola di salvaguardia sfiorerà i 25,5 miliardi e nel 2018 e l’importo salirà così a 28,2 miliardi di euro.
L’ultimo DEF, documento di economia e finanza, disegna un quadro catastrofico della salute economica del paese, prevedendo:
a) l’aumento dell’IVA fino al 25,5 % nell’ipotesi sopra descritta;
b) il taglio alle pensioni d’invalidità e il ricalcolo delle pensioni già erogate in base ai contributi versati;
c) la razionalizzazione delle municipalizzate (in primis, aziende di trasporto pubblico e di raccolta dei rifiuti);
d) istituzione di una “unità indipendente di valutazione” degli investimenti pubblici;
e) la riorganizzazione delle prefetture e delle altre strutture periferiche;
f) la tassazione più forte per le rendite;
g) il pareggio di bilancio per gli enti locali, in base alle direttive europee sul Patto di Stabilità;
h) i tagli alle agevolazioni fiscali;
i) la riorganizzazione della tassazione sugli immobili, tramite l’istituzione di una local tax comunale, destinata ad assorbire Ici, Imu e Tasi.
Altro che 18 miliardi di tasse in meno (come proclamava Renzi), le tasse sono in netto aumento!
Nella legge di stabilità, a ben guardare, sono previste entrate per 3,6 miliardi di euro dalle “rendite” e infatti in questi 3,6 miliardi sono inclusi quelli già previsti dal Decreto Irpef di Aprile 2015, che ha aumentato:
a) l’aliquota dal 20 % al 26 % su conti correnti, depositi postali e altri prodotti di investimento;
b) la tassazione dall’11,5 % al 20 % dei fondi pensione;
c) la tassazione dal 20 % al 26 % delle Casse dei professionisti (e anche le polizze vita, ora esenti IRPEF per gli eredi, probabilmente saranno tassate al 26 %).
Un vero e proprio colpo al cuore inferto da Renzi ai cittadini onesti che pagano le tasse e conservano i propri risparmi.
Altra tassazione riguarda il TFR: chi deciderà di ricevere la liquidazione in busta pagherà più tasse, perché la liquidazione gode di una tassazione agevolata che non sarebbe mantenuta per la parte di liquidazione in busta paga. In sostanza, il lavoratore pagherà sul proprio TFR l’aliquota marginale del 23 % anziché dell’ 11 %.
E l’aumento dell’imponibile significa anche rischiare di dire addio ad agevolazioni come asili nido e tasse universitarie, nonché detrazioni come quelle sulla TASI e se si supera la soglia dei 24 mila euro di reddito annuo, perdere il famigerato Bonus-Renzi di 80 euro.
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