di Salvatore Primiceri – La filosofia di Pirrone di Elide rappresenta una delle più radicali espressioni dello scetticismo antico e, al tempo stesso, una delle più enigmatiche e affascinanti testimonianze del pensiero greco. La figura di Pirrone ci è nota quasi esclusivamente attraverso le testimonianze di autori successivi, in particolare Diogene Laerzio, Timone di Fliunte e Sesto Empirico, che ne hanno tramandato la dottrina, enfatizzando il suo atteggiamento di totale distacco nei confronti delle pretese conoscitive della ragione umana. Pur non avendo lasciato alcuno scritto, il suo insegnamento ha avuto un impatto duraturo sulla tradizione filosofica, contribuendo alla nascita di una corrente che avrebbe influenzato non solo il pensiero ellenistico, ma anche la riflessione moderna sulla conoscenza e sulla verità.
Al centro della filosofia pirroniana si trova il concetto di epoché, la sospensione del giudizio. Pirrone sosteneva che nulla può essere conosciuto con certezza, poiché i sensi sono fallaci e la ragione incapace di cogliere la realtà nella sua essenza. Ogni affermazione sulla natura del mondo è inevitabilmente condizionata dalla prospettiva individuale e dall’abitudine, e non può mai essere considerata assolutamente vera o falsa. Da questa constatazione deriva l’idea che il saggio debba astenersi dall’emettere giudizi definitivi, rinunciando a ogni forma di dogmatismo. Questo atteggiamento non conduce a una paralisi esistenziale, come potrebbe sembrare a prima vista, ma piuttosto a uno stato di atarassia, ovvero di serenità e imperturbabilità. Liberandosi dall’angoscia della ricerca della verità e dal conflitto tra opinioni contrastanti, il filosofo scettico può vivere in un equilibrio interiore, accettando la realtà così come appare senza lasciarsi coinvolgere dalle sue contraddizioni.
L’impatto del pensiero di Pirrone sulla tradizione scettica è stato significativo, specialmente attraverso la sistematizzazione operata da Sesto Empirico, il quale ha formalizzato il metodo scettico nei Schizzi pirroniani, delineando i dieci tropi che dimostrano l’impossibilità della conoscenza certa. Secondo questa impostazione, ogni argomentazione può essere contrastata da un’argomentazione opposta di pari forza, impedendo così qualsiasi affermazione definitiva. La filosofia pirroniana, tuttavia, si distingue dallo scetticismo accademico di Carneade e Arcesilao proprio per la sua radicalità: mentre la scuola scettica dell’Accademia platonica manteneva comunque una ricerca razionale sulla probabilità delle opinioni, Pirrone e i suoi seguaci si spingevano fino al rifiuto totale di ogni pretesa epistemica.
Un aspetto particolarmente interessante della figura di Pirrone è il possibile influsso delle tradizioni orientali sulla sua filosofia. È noto che egli prese parte alla spedizione di Alessandro Magno in Asia e che, durante il viaggio, entrò in contatto con i ginnosofisti indiani e i magi persiani. Questi incontri potrebbero aver contribuito alla sua concezione del distacco dalle opinioni e alla sua visione della vita come accettazione dell’incertezza. Alcuni studiosi hanno sottolineato analogie tra il pensiero pirroniano e il buddismo antico, in particolare con il concetto di sunyata, la vacuità di ogni ente e la relatività di ogni affermazione. Sebbene non vi siano prove definitive di un’influenza diretta, le affinità tra le due dottrine sono suggestive e meritano un’attenta considerazione.
Lo scetticismo di Pirrone ha conosciuto una lunga fortuna nella storia della filosofia, riemergendo con particolare forza nel pensiero moderno. Michel de Montaigne fu uno dei principali eredi dello scetticismo antico, leggendo e traducendo Sesto Empirico e facendo del dubbio il principio guida della sua riflessione. Anche David Hume, con la sua critica della causalità e della conoscenza sensibile, ha ripreso temi tipicamente scettici, mostrando come l’abitudine e l’esperienza siano le uniche basi su cui si fondano le nostre credenze. La filosofia contemporanea ha ulteriormente sviluppato l’eredità scettica, mettendo in discussione i fondamenti della conoscenza oggettiva e del linguaggio. Nietzsche, con la sua critica alla metafisica e alla nozione di verità, ha portato alle estreme conseguenze il relativismo scettico, mentre il pensiero postmoderno ha fatto dello scetticismo uno strumento di decostruzione delle narrazioni dominanti.
In un’epoca caratterizzata dalla sovrabbondanza di informazioni, dalla diffusione di notizie false e dal crescente scetticismo nei confronti delle istituzioni della conoscenza, il pensiero pirroniano assume una nuova attualità. La sospensione del giudizio e la consapevolezza dei limiti della conoscenza umana possono essere strumenti utili per affrontare la complessità del mondo contemporaneo, senza cadere né nel dogmatismo né in un relativismo paralizzante. Tuttavia, è importante distinguere tra lo scetticismo filosofico, che è un esercizio critico della ragione, e il rifiuto indiscriminato della conoscenza, che può degenerare in negazionismo e irrazionalità. Il metodo scettico, se applicato con rigore, può favorire una maggiore consapevolezza della pluralità dei punti di vista e una maggiore apertura al dialogo, evitando le rigidità ideologiche e il conformismo intellettuale.
La filosofia di Pirrone, pur nella sua apparente semplicità, rappresenta dunque una delle più profonde riflessioni sulla condizione umana e sul rapporto tra la mente e il mondo. Il suo insegnamento non è una negazione della conoscenza, ma un invito a riconoscere i limiti della nostra capacità di comprendere la realtà. Accettare l’incertezza non significa rinunciare alla ricerca della verità, ma piuttosto riconoscere che ogni verità è sempre provvisoria e condizionata. Questo atteggiamento, lungi dall’essere una forma di nichilismo, può essere visto come un’espressione di saggezza e di equilibrio interiore, una via per vivere con maggiore leggerezza e libertà intellettuale in un mondo che continua a sfuggire a ogni pretesa di certezza definitiva.
Salvatore Primiceri
Per approfondire:
Salvatore Primiceri, Pirrone di Elide. Vita, metodo e pensiero, Paradoxa Edizioni 2025
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