(di Jessica Sabatelli) E’ una sorte inevitabile: i nostri capelli diventeranno grigi! C’è chi vede iniziare il processo a 30 anni o prima, e chi non lo vede arrivare prima della mezza età ed oltre.
Sicuramente molti di noi trovano affascinante la presenza di capelli d’argento sulle tempie e un po’ su tutto il cuoio capelluto; basti pensare ad attori brizzolati considerati dei sex symbols come George Clooney e Sean Connery.
In media, la popolazione di tutto il mondo perde il 50% del colore dei suoi capelli arrivati intorno al 50esimo anno di età e i ricercatori hanno cercato di effettuare una più precisa stima, scoprendo che: il 76% della popolazione mondiale compresa tra i 45 e i 65 anni ha i capelli bianchi. Sappiamo anche che generalmente gli uomini subiscono una perdita maggiore del colore dei capelli rispetto alle donne, e che gli Africani e gli Asiatici hanno molti meno capelli bianchi rispetto ai Caucasici.
Ma, cos’è che determina il colore dei capelli? Il colore dei nostri capelli è prodotto dai melanociti, particolari cellule che si insinuano nel bulbo pilifero e che producono un pigmento all’interno delle fibre del capello, che gli dona il nostro colore naturale.
Il colore dei capelli dipende anche dalla presenza della melanina, in particolar modo dei gruppi di: eumelanine, che costituiscono i pigmenti marroni e neri e di feomelanine che determinano quelli gialli (biondi) e rossi. Le varie combinazioni di questi elementi, danno vita ad una vasta gamma di colorazioni e toni, che, per esempio, determinano la trasmissione di una precisa tonalità di colore dei capelli di genitore in figlio. Ci sono, inoltre, incidenze che accomunano tutta la popolazione, per esempio: la tendenza dei peli nelle ascelle, nel pube e nella barba a presentare riflessi rossicci, poiché queste zone presentano alti livelli di feomelanina.
Per comprendere meglio il mutamento della tonalità del colore dei nostri capelli con l’avanzare dell’età, possiamo prendere in esempio come i genitori di bambini che nascono biondi e vedono scurirsi i loro capelli intorno ai 6-7 anni.
E’, inoltre, importantissimo conoscere il ciclo evolutivo dei nostri peli, che è costituito da una prima fase di continua crescita (1 cm circa al mese) e una seconda fase, dove il bulbo pilifero resta vuoto in attesa che il ciclo ricominci dal principio: è proprio questa la fase in cui, ad un certo punto della nostra vita, si insinua il pigmento non colorato e il pelo nascerà di colore bianco.
Il momento in cui questo accadrà è determinato da fattori genetici (per esempio, sembra che due gemelli omozigoti diventino brizzolati nello stesso momento), e non è ancora stato provato che possa anche dipendere da fattori di stress o dallo stile di vita.
Ma, cos’è che tramuta un pigmento colorato in uno bianco?
Ogni volta che si conclude il processo di crescita del pelo, alcuni melanociti finiscono per danneggiarsi e infine morire. Se le cellule staminali (situate nel bulbo pilifero) hanno ancora riserve sufficienti, possiedono la facoltà di rimpiazzare ciò che è stato perso; quando, invece, le staminali non dispongono più di queste riserve, il processo di rinnovamento si blocca e i peli diventano bianchi.
Gli scienziati stanno cercando di trovare un modo per rallentare questo processo e potrebbe essere interessante, per esempio, riuscire a “prendersi cura” delle staminali nel bulbo, cercando di evitare che subiscano danni, oppure di ampliare le riserve di melanociti, così che possano sempre essere rimpiazzati.
Sicuramente, l’inesorabile “brizzolatura” tocca e toccherà tutti noi. Utilizziamo già tinte che ci permettono di ottenere risultati più che soddisfacenti, ma gli studiosi ci promettono che un giorno non ci sarà più bisogno di preoccuparsi di ciò e che potremo sfoggiare una capigliatura bella, sana e giovane anche in tarda età!
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