IL PESCE PARLA torna a dominare la scena con il nuovo album dal titolo “Pastura”, che verrà rilasciato il prossimo 17 maggio.
La band pavese raccoglie in questo nuovo album otto brani molto diversi fra loro ma accomunati da un irresistibile stile irriverente e beffardo. Ogni canzone racconta un episodio di vita comune, ma allo stesso tempo singolare, grazie a testi impudenti che catturano l’ascoltatore.
Le sonorità delle canzoni sono caratterizzate da una spiccata anima punk, che si cimenta in sperimentazioni eterogenee spaziando dal Punk Rock al Punk Reggae. Il connubio di queste note dà vita ad un’effettiva “pastura” che diviene la metafora per rappresentare la varietà brani racchiusi nel nuovo album.
“Pastura” si presenta come un viaggio sonoro e figurativo, dove i testi nascondono episodi di incredula verità ed ironia.
L’ALBUM
“Pastura” prende il suo nome dalla palla di pane raffermo mista ad avanzi che si getta in acqua senza lenza, utilizzata nella pesca con il solo scopo di invogliare i pesci ad avvicinarvisi. Così l’album dei Il Pesce Parla vuole avvicinare gli ascoltatori al loro mondo non convenzionale, dove c’è ancora spazio per la sperimentazione. Il gruppo punk infatti gioca con diversi generi musicali divertendosi a creare una “pastura” di suoni. All’interno di questa “pastura” trovano spazio canzoni allegre unite a brani di protesta contro modi di dire desueti, convenzioni da scardinare, e persino verso meschinità quotidiane. Il collante che tiene insieme i diversi pezzi è sicuramente l’irriverenza e la teatralità con cui l’autore traduce episodi di vita comune in brani fuori dagli schemi.
I BRANI:
1) Orecchini di ciliegia
“C’era una volta nella plumbea provincia una giovine tossichella che stava appresso ad un debosciato. Non ho mai avuto il coraggio di dirle che sarei stato il suo principe e l’avrei portata in un bellissimo regno, perché se n’è andata da sola con una pera.”
2) Tragisitcom
“Che bello il liceo! Affittate una sala buia, pagate in nero un dj fallito e poi hai un piano: ti dedichi alla tua bella, sfoggiando una capigliatura nuova di zecca. Goditela finché dura.”
3) Parigi a luci rotte
“Tutto sommato non è andata male senza studiare. I miei avevano torto. Sfrutto la mia freschezza italiana per scroccare appartamenti a Parigi, alla scoperta delle bellezze locali.”
4) Inseminario
“Siccome il papa Gesù e in generale Dio sono belli, farò il seminario. Se mi va di fortuna farò il chierichetto al papa!! Se mi va di sfiga andrà di culo a qualcun altro. Letteralmente. Il mio, culo.”
5) Senza Piero
“Yeeeh conosciamoci senza conoscerci, diciamo vacuità giuriamoci amore platonico eterno. Così non incorriamo in nessuna verità che possa nuocerci il cuoricino e saremo finalmente liberi di non esserlo mai.”
6) Zingari
“Ancora la provincia, la festa del patrono. Mi piace una zingara, gitana, sinta. Scegliete voi il termine corretto. All’epoca nessuno si faceva di questi problemi e ci si innamorava lo stesso tra diverse etnie. Poi che vuoi, ci si perde e non ci si riconosce più.”
7) Megapizza
“Che posti esotici! Come ci si diverte qua? Che si mangia? Cosa?? Ma io sono italiano, presuntuoso, integralista culinario. Mo ci penso io, ci penso. Ti spiego come si fa la pizza. Ho forse devo smetterla coi trip.”
8) Amuore
“Fino a quando non c’era il ragazzino andava tutto bene. Mo pare che sei di plastica. Eppure mi vedi poco, perché giro col camion e faccio tappe intercontinentali. Allora io fino adesso mi sono tenuto, ma però mi carico qualcuna di ste giapponesine perché comunque quando torno da te non si batte chiodo. È questo l’amore? No questo è l’amuore.”
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