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Che il cinema corano stia crescendo sempre di più è un dato di fatto innegabile che risulta non solo dal successo ottenuto dalla critica ma anche dalla capacità di conquistare il grande pubblico internazionale. In realtà Seoul ha sempre dato vita a produzioni che sono state capaci di risaltare nell’oceano di produzioni di tutto il mondo, ma spesso quel muro culturale che separa la filosofia di alcuni stati orientali da quelli occidentali rendeva difficile comprendere certi elementi, certi meccanismi mentali che ora stanno iniziando a insinuarsi anche nel pensiero di uno spettatore straniero che vede sgretolarsi quel muro grazie a una spaccatura nata da una globalizzazione culturale che rende il mondo un luogo in un qual senso più piccolo.

Tutto ciò non significa che ora sia facile interpretare correttamente ogni pellicola indipendentemente dalla sua origine e dal contesto. Semplicemente i modelli narrativi, i ritmi e le tecniche in certi casi tendono a universalizzarsi per quanto restino ancora forti elementi tradizionali e distintivi che si legano a un modo di pensare che trae ispirazione dal sapere collettivo di una società che diventa elemento peculiare della produzione nazionale. Il cinema sudcoreano non è solo una moda, come alcuni potrebbero pensare viste certe produzioni, ma una realtà che continua a consolidarsi e che finalmente ottiene la giusta attenzione che in passato aveva faticato a conquistare.

Past lives è solo una delle ultime testimonianze di quanto detto, una pellicola che richiama il cinema di Seoul per quanto sia una produzione americana. Dimostra così quanto sia sempre più difficile dare una collocazione precisa alle opere, quanto le categorie nazionali siano un vecchio abito da dover riadattare alla situazione odierna dove risulta troppo stretto.

Celine Song, che con questo film esordisce come regista, ottiene sin da subito un grande riscontro sia da parte della critica che da parte del grande pubblico. La storia che racconta, dal sapore in parte autobiografico, si concentra su Nora e Hae Sung che da ragazzini con un forte legame si trovano all’improvviso separati da un oceano perdendo i contatti. La ragazza si trasferisce prima in Canada e poi negli Stati Uniti, mentre entrambi portano avanti la loro vita, come naturale che sia. Poi grazie a internet i due riescono a ritrovarsi. Lei si è sposata con un americano, lui dopo averla sentita per lungo tempo decide di andare finalmente a trovarla.

In perfetta filosofia orientale nasce quel gioco di emozioni e sentimenti che si incentrano su due persone che hanno un forte legame ma che sono bloccati dall’evoluzione della vita. Past lives sembra essere un what if che si fa ricco di dubbi, ipotesi, voli pindarici che scaturiscono da espressioni, sguardi e pensieri. Non è possibile parlare di amore, amicizia o di sentimenti analoghi perché le parole rinchiudono concetti stereotipati che hanno precisi confini che non rispecchiano la realtà delle cose, sono delimitazioni antropologiche determinate dall’esigenza di catalogare cose che talvolta è impossibile catalogare.

Past lives non è una storia d’amore ma un viaggio nell’intimità dell’individuo, nei rapporti, nella vita. O nelle vite, che attraverso storie e leggende richiamano fattori che, proprio in elementi tipici di quella filosofia orientale già prima citata, sembrano voler evidenziare la forza di un legame eterno che è più forte di quello che si crea in una sola vita. Nora è legata ad Arthur in questo ciclo ma l’eternità sembra invece lasciarla connessa al suo vecchio amico di infanzia.

Dietro a questo concetto c’è anche una chiara lettura che separa il classico spettatore occidentale da quello orientale, in una visione che ancora una volta ha dei confini che stanno sempre più venendo meno: se per qualcuno la situazione può essere vista come una sfortuna, una sorta di maledizione che porta a un triste finale, alla mancata storia tra i due protagonisti, dall’altra quella connessione che supera lo spazio e il tempo può indicare un legame talmente forte che non può venire spezzato in nessun modo, un sottile filo che collega per l’eternità due anime.

Past lives arriva sul mercato dell’home-video italiano anche in una confezione 4K, in cui sono presenti due dischi, il primo con la versione in ultra alta-definizione e l’altro nel più classico blu-ray. I contenuti speciali si compongono del making of, delle featurette, di un approfondimenti del cast, del trailer e delle immancabili quanto sempre apprezzate scene tagliate. La traccia audio è un Dts-hd master audio 5.1 sia per la versione italiana che per quella in lingua originale, inglese e coreana.

Titolo: Past lives

Distributore: Plaion

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