“La legge di stabilità deprime o favorisce lo sviluppo? Non lo aiuta quindi non lo favorisce. Quando per così tanti anni si va giù, per mobilitare un’economia grande come quella italiana, bisogna mobilitare almeno 2-300 miliardi. A gennaio li mobiliterò”.E’ con queste parole che interviene a Mix 24 di Giovanni Minoli su Radio 24 l’ex capo azienda di Poste e Intesa, nonché ex ministro dello Sviluppo, Corrado Passera criticando la Legge di stabilita e lanciando il suo progetto politico. “A gennaio mobiliterò 2 o 300 miliardi. Dove li prendo? Lasciamo un po’ di suspance” – continua Passera a Mix24 – “In Italia abbiamo circa 10 milioni di persone con problemi gravissimi di lavoro. 10 milioni con i loro familiari sono quasi la maggioranza dell’Italia che ha paura del futuro. Delle grandi questioni ne parliamo a gennaio, nel breve bisogna mettere più soldi in tasca alla gente col cuneo fiscale, si può pagare più velocemente le imprese per l’enorme debito scaduto delle PA, e poi bisogna rimettere in moto gli investimenti privati e in questo momento soprattutto quelli pubblici.”
“Il mio progetto ha dentro un bisogno di coraggio grosso e Montezemolo non l’ha avuto.” Cosi parla del suo progetto politico Corrado Passera. “Di terze vie centriste non ce n’è, non esistono. Se guardo al centro destra o al centro sinistra? Oggi è più un momento di idee. Quando a gennaio presentiamo il programma vedrà che ci sarà tanto consenso da entrambe le parti”. Ma si sente più vicino ad Alfano o Renzi? Domanda Minoli. “Perché lei sa cosa Alfano e Renzi hanno in testa di proporre concretamente agli italiani?” Si immagina protagonista in un sistema bipolare o proporzionale? “Non siamo né nell’uno né nell’altro, siamo in un pasticcio generale. Oggi la priorità è far fuori il porcellum che esclude i cittadini dalla politica. Sistema francese… benissimo, sistema d’alimonte…. Persino il mattarellum, cioè tornare a quello prima, è meglio che il disastro attuale” conclude a Radio 24.
“Parabola triste per Monti. Triste è soprattutto aver buttato via un’opportunità così bella e grande per l’Italia. Non ho seguito Monti perché alla fine il programma non era abbastanza radicale e il partito non era abbastanza nuovo.” – prosegue, Corrado Passera. Cioè lei non voleva Fini e Casini… domanda Minoli. “Se vuole metterla così la metta così: doveva essere completamente nuovo perché gli italiani volevano una cosa completamente nuova”. E sulle 150 crisi aziendali che il governo tecnico doveva affrontare Passera sostiene che “E’ stato un lavoro di ogni giorno, ne abbiamo chiuse più di 60, alcune grandissime come Fincantieri, Omsa, SigmaTau. Ce ne sono state di ogni tipo, altre difficilissime in aree criticissime, pensi al Sulcis: Eurallumina chiusa. Certo alcune non siamo riusciti ad arrivare in tempo. Alcoa ce l’ho ancora sullo stomaco, una delle aziende simbolo del Sulcis, ma andando avanti e insistendo si può mettere a posto anche quella”.
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