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news_img1_84936_foschi-(di Salvatore Cipriano) A Palermo, ormai, devono esserci abituati, se non saltano gli allenatori sono i dirigenti ad andar via.

I tifosi non hanno neanche fatto in tempo a godersi il calendario (esordio in casa con il Sassuolo europeo) che si sono ritrovati davanti l’ennesimo caos.

Questa volta a dare lo scossone è stato Rino Foschi, fresco d.s., che ha rassegnato le proprie dimissioni.

Il presidente Zamparini ha preso atto della decisione del direttore sportivo che lui stesso aveva voluto per rilanciare le ambizioni del club rosanero.

Sembra che, ufficialmente, Foschi, abbia comunicato a Zamparini la sua decisione di lasciare per motivi di salute ma a quanto pare, il motivo reale, sembrano poter essere le scelte di mercato operate fino adesso.

Alla base della decisione, oltre ai problemi di salute, è stato lo stesso Foschi a dire che non se la sente di andare avanti, che non sta bene e non potrebbe dare il massimo per il Palermo, c’è anche un rapporto che si è andato via via logorando, tra d.s. e presidente, per divergenze sulle scelte da operare in fase di mercato.

Colpa di un budget molto limitato a disposizione da spendere sul mercato e della bocciatura da parte di Zamparini di alcuni obiettivi che Foschi aveva individuato per rinforzare un organico che è stato indebolito dalle partenze dei vari Maresca, Gilardino, Vasquez e Sorrentino.

Foschi ha trovato in Zamparini un muro di gomma, fatto di litigi continui e dagli stop a trattative come quelle per Cigarini o El Kaddouri (ritenuti trentenni che costavano troppo)

Al posto di Foschi si va a profilare uno scenario che vede il ritorno di Di Marzio che sarà affiancato da un uomo mercato. Un nome potrebbe essere quello di Daniele Faggiano, se riuscirà a sganciarsi dal Trapani o, in alternativa, Nicola Salerno.

L’esperienza di Foschi è durata ufficialmente circa dodici giorni, anche se, in via ufficiosa, il d.s. aveva iniziato a lavorare prima, giusto il tempo per cedere Vasquez e aggiustare il contenzioso con Mascardi per l’affare Dybala. Forse è stato questo il vero motivo per cui era stato preso, altrimenti non si spiega tutta questa opposizione incontrata nell’operare quelle scelte che considerava giuste per rinforzare l’organico del Palermo.

Dopo il no di Zamparini per Cigarini, stava provando a convincere Valdifiori ma si è dovuto scontrare con un forte scetticismo da parte del giocatore visto che, ormai, Palermo, non è più meta gradita dai giocatori, considerando l’andazzo degli ultimi tempi.

A Zamparini la stagione scorsa sembra non aver insegnato proprio nulla e sembra voler continuare sulla falsa riga della stagione precedente che ha portato il Palermo a salvarsi alla fine dopo mille vicissitudini e la piazza è stanca di lui a pochi giorni dall’esordio in Coppa Italia, senza ancora un acquisto e con la sconfitta maturata al secondo test stagionale contro una squadra della serie b ungherese.

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