(di Giuseppe La Rosa) Secondo l’ultimo documento della Ong Oxfam, una tra le più importanti organizzazioni al mondo per aiuto umanitario e programmi di sviluppo, negli ultimi anni la crisi finanziaria ha portato ad un repentino aumento delle diseguaglianze nel mondo. Sono 62 i super ricchi che possiedono la ricchezza di metà della popolazione mondiale più povera.
Dal 2010 la ricchezza è stata dimezzata per 3,6 miliardi di persone. In pratica la metà della popolazione mondiale ha subito una contrazione delle proprie risorse per 1000 miliardi di dollari (il 41% in meno), malgrado le nuove nascite siano state di 400 milioni. Invece, per i 62 super ricchi sono stati anni d’oro, le loro casse hanno registrato incrementi per oltre 500 miliardi di dollari, giugendo alla cifra record di 1.760 miliardi.
Il rapporto non risparmia neppure l’Italia, anzi. I dati indicano che nel nostro Paese l’1% degli italiani più ricchi detiene il 23,4% della ricchezza nazionale. Un valore di quasi 40 volte superiore alla ricchezza del 20% degli indigenti. Dagli anni ‘80 al 2008, il Belpaese ha visto un aumento delle disuguaglianze del 33%, dato più elevato fra tutti i Paesi Ocse che in media registrano un incremento del 12%.
In passato l’Oxfam aveva già trattato il tema. L’ultimo report segnalava come dal dicembre 2013 al gennaio 2015, la ricchezza dei Paesi del G20 fosse aumentata di 17.000 miliardi di dollari, ma di questa somma solo l’1% dei più ricchi ha ricevuto 6.200 miliardi, il 36% della crescita totale. Nello stesso periodo le 62 persone più ricche del globo hanno tutte incrementato la loro ricchezza di quasi 700 milioni di dollari giornalieri.
I numeri diffusi dall’Oxfam fanno davvero rabbrividire, la crisi è stata pagata dalla fetta di popolazione più povera e a ha avvantaggiato i più ricchi. Mentre i poveri continuano ad aumentare e il benessere della collettività si riduce, solo una piccola cerchia di persone vede incrementare il proprio patrimonio.
L’Oxfam ha diffuso il suo documento prima dell’inizio del World Economic Forum di Davos che si svolgerà in questi giorni in Svizzera. L’obiettivo è quello di sollecitare i governi ad affrontare il problema delle disuguaglianze e a mettere in campo misure per contrastare la povertà.
Winnie Byanyima, la direttrice di Oxfam International, ha affermato: “i leader mondiali non hanno ancora intrapreso alcuna azione concreta per contrastare una disuguaglianza crescente e ormai fuori controllo. A Davos, quest’anno, chiederemo con forza a governi e grandi corporation di porre fine all’era dei paradisi fiscali. I paradisi fiscali alimentano una disuguaglianza economica estrema che ostacola la lotta alla povertà”.
Il piano dell’Oxfam si articola in diversi punti: dal contrasto all’evasione delle multinazionali alla distribuzione equa del peso fiscale, tassando i capitali e la ricchezza; introduzione del salario minimo garantito per tutti i lavoratori e più tutele sociali per i poveri.
Tutte riforme non gradite alle lobby di molti settori. Il rischio, tutt’altro che infondato, è che questi poteri possano ostacolare la riforma del sistema fiscale globale e l’adozione di regole che abbattano le diseguaglianze, favorendo il benessere di pochi a scapito della collettività.
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