125 Views

2001-a-space-odyssey-1968-005-keir-dullea-red-interior-spacecraft(di Jessica Sabatelli) Il Presidente degli Usa, Obama, ha firmato un decreto che avvierà la realizzazione di un supercomputer 20 volte più veloce delle migliori macchine attualmente esistenti. Il macchinario sarà capace di effettuare calcoli per un miliardo di miliardi al secondo; al momento, il computer più veloce del mondo è una creazione tutta cinese: Tianhe-2 del China’s National Computer Center.

La Casa Bianca ha dato il via libera ufficiale con un grande annuncio alla comunità di computing mondiale: entro l’anno 2025, gli Usa sperano di avere tra le mani il supercomputer più potente al mondo, superando “nettamente” la concorrenza.

Questo nuovo piano, direttamente voluto dal Presidente, mira alla creazione di un’agenzia specializzata, la National Strategic Computing Iniziative (NSCI), con il compito di progettare e creare il nuovo “cervellone”. Uno degli obiettivi principali è quello di garantire agli Stati Uniti, almeno per un decennio, il primato come leader mondiali nel campo dell’High-Performance Computing (HPC).

Il progetto è anche, senza dubbio, un investimento per il futuro date le sue incredibili capacità: potranno essere effettuate simulazioni molto più complesse, nei campi della ricerca scientifica e della sicurezza nazionale. Per esempio, potrebbe aiutare gli scienziati della NASA nel calcolo teorico delle turbolenze gravitazionali: permettendo così la creazione di veicoli sempre più aerodinamici e adatti ai viaggi nello spazio; potrebbero anche, finalmente, fare chiarezza su moltissimi fenomeni naturali e cosmici, come sapere cosa accade quando due galassie collidono o quando due molecole interagiscono tra di loro.

Le performance di questi computer vengono calcolate in base ai loro petaflop, tenuto conto che un petaflop dovrebbe corrispondere a circa un milione di miliardi di operazioni al secondo; su questa base sappiamo che la macchina più potente al mondo (Tianhe-2) ha una capacità di 33.86 petaflops, una quantità enorme che sembra impossibile da immaginare.

Il potenziale di questi supercomputer è enorme, e per questo motivo saranno importanti anche per lo sviluppo moltissimi altri campi della scienza: nella creazione di nuovi hardware, che saranno capaci di analizzare sempre meglio file di grandi dimensioni; negli studi sui cambiamenti climatici per garantire una migliore accuratezza delle previsioni. Non dimentichiamoci, però, della medicina: potrebbe aiutare le diagnosi di tumore analizzando dettagliatamente i raggi X, come i farmaci interagiscono su individui e popolazioni differenti, scoprire delle terapie ad hoc per ogni paziente.

I supercomputer sono motori di simulazione“, spiega Enrico Macii, Professore Ordinario presso il Politecnico di Torino e ricercatore del progetto Human Brain, finanziato dall’Ue, “strumenti di calcolo che sfruttano architetture non convenzionali e che cercano di essere specializzati su specifiche funzionalità: nel caso del brain computing significa avere una sorta di acceleratori che permettano di emulare funzionalità che, se simulate con un metodo tradizionale, avrebbero un’efficienza molto più bassa”.

Il progetto Human Brian mira alla creazione di un supercomputer, capace di riprodurre le funzioni del sistema nervoso centrale umano.

Dato che queste macchine sembrano puntare tutte sui flop (velocità), il President’s Council of Advisors on Science and Technology ci tiene a precisare che non hanno solo la capacità di essere rapide nell’esecuzione dei calcoli, ma che hanno anche delle “capacità”.

Affinchè la scienza possa progredire, c’è bisogno dell’ausilio di strumenti che stiamo al passo con i tempi. Sicuramente c’è ancora molta strada da fare, ma nonostante l’obiettivo sia ambizioso non è irrealizzabile.

Comments

comments