85 Views

“E’ un errore drammatico le cui responsabilità vanno indagate a fondo. Il bambino non ha avuto tutte le garanzie di sicurezza delle cure a cui aveva diritto. Tuttavia, l’istruttoria compiuta dai carabinieri del Nas, in servizio presso la Commissione d’inchiesta, all’ospedale San Giovanni porta alla luce anche altri fattori che certamente influiscono sull’appropriatezza delle cure.” – E’ questo il commento di Ignazio Marino (PD) sulla morte di un neonato all’ospedale San Giovanni di Roma. Al piccolo é stato erroneamente iniettato del latte al posto di una flebo di un farmaco di uguale colore.

Prima di tutto lo stress a cui medici, infermieri e tecnici sono sottoposti a causa della carenza di personale e del blocco del turn over. Nel reparto di neonatologia, infatti, i medici da gennaio a maggio hanno dovuto effettuare oltre 1200 ore di straordinario, che salgono a 4mila per gli infermieri. A ciò si associa un’altrettanto grave arretratezza tecnologica. Il bambino infatti si trovava in una incubatrice senza bilancia, obsoleta e poco sicura: l’aumento di peso poteva essere monitorato soltanto portando il bimbo fuori dall’incubatrice, disconnettendo quindi i cateteri inseriti in vena e nel naso e aumentando dunque le possibilità di un errore nella riconnessione. Il tutto aggravato dal fatto che l’ospedale non dispone di tubicini dai colori differenti a secondo dell’uso che se ne deve fare. Mi risulta che il San Giovanni avesse anche richiesto nuove incubatrici tecnologicamente efficienti, senza tuttavia ottenerle. Purtroppo, in questi momenti, è ancora più evidente quanto la mancanza di investimenti negli ospedali pubblici possa produrre conseguenze tragiche”.

Comments

comments