(di Salvatore Primiceri) – Interrogato al “Question Time” della Camera dei Deputati sui dati di utilizzo della “negoziazione assistita”, uno degli strumenti deflattivi del contenzioso civile introdotto dal Governo con il decreto-legge n.132 del 2014, il ministro della Giustizia Andrea Orlando parla di successo.
A determinare la fiducia del ministro non sono però i dati reali sull’utilizzo dello strumento (dati che non fornisce) ma il dato sulla diminuzione delle iscrizioni delle cause civili presso i tribunali.
“L’analisi dei flussi in entrata – spiega Orlando – ha evidenziato sin dai primi mesi di attuazione una sensibile flessione, nella misura del 14 per cento, rispetto all’anno precedente, cioè al 2013, ma è con i primi dati del 2015 che vediamo confermata la tendenza alla riduzione dell’iscrizione delle cause a ruolo, registrando un significativo risultato su base nazionale con una riduzione del 20 per cento. In questo contesto i dati maggiormente rilevanti sono certamente quelli in materia di famiglia. Si è infatti rilevato un andamento tendenziale decrescente delle iscrizioni a ruolo di cause di separazione e divorzio, che registrano una flessione del 30 per cento su base nazionale“.
Insomma se le cause diminuiscono sarebbe automaticamente merito della riforma del governo e della negoziazione assistita. Questa la sintesi del ministro che però non può essere esaustiva e, anzi, appare un po’ propagandistica.
Il ministro infatti avrebbe potuto accennare (seppur interrogato sulla negoziazione) ai dati in crescita di risoluzione delle controversie attraverso la “mediazione civile”, un altro strumento che appare ben più completo ed efficace della negoziazione assistita, se non altro perchè è in vigore dal 2010 (seppur con un percorso travagliato culminato con la riforma del governo Letta che ha stabilizzato la funzionalità dell’istituto).
Non solo, Orlando afferma che altri provvedimenti deflattivi sono allo studio del governo ma che essi riguardano comunque solo negoziazione e arbitrato (non la mediazione).
Occorre raccogliere i dati reali sull’uso degli strumenti alternativi alla risoluzione delle controversie in modo da analizzarli scrupolosamente evitando strumentalizzazioni politiche che si riversano inevitabilmente sempre sui cittadini, oggi talmente in difficoltà economiche da rinunciare addirittura alla domanda di giustizia. Avrà forse inciso anche questo dato sulla diminuzione delle cause? A Orlando la risposta se vorrà fornirla.
Salvatore Primiceri
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