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Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha così risposto alla lettera ricevuta dai lavoratori dell’Ilva di Taranto: “Sono debitore di una risposta al drammatico appello che mi avete rivolto: anche perché nel lontano 1959-60, da giovane deputato ed esponente politico meridionale, fui convinto sostenitore della necessità – per la rinascita e lo sviluppo del Mezzogiorno – della costruzione di un impianto siderurgico a ciclo integrale nella città di Taranto. Nacque allora una grande realizzazione, una straordinaria esperienza di produzione e di lavoro, che non può cancellarsi, per quanto sia passata attraverso scelte discutibili e abbia conosciuto complessi problemi.

Dev’essere perciò possibile – nel pieno rispetto dell’autonomia della magistratura e delle sue valutazioni ai fini dell’applicazione della legge – giungere a soluzioni che garantiscano la continuità e lo sviluppo dell’attività in un settore di strategica importanza nazionale, fonte rilevantissima di occupazione in particolare per Taranto e la Puglia, e insieme procedere senza ulteriore indugio agli interventi spettanti all’impresa e alle iniziative del governo nazionale e degli enti locali che risultino indispensabili per un pieno adeguamento alle direttive europee e alle norme per la protezione dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini.
Auspico che in tale direzione si operi rapidamente ed efficacemente, favorendo un clima di serena comprensione e di responsabile partecipazione sociale e civile a Taranto e in tutti i centri interessati alla scottante questione”.

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