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Un vademecum per conoscere i diritti e i doveri che derivano dall’essere semplicemente persone legate da relazioni affettive, in una parola, conviventi. È stato realizzato gratuitamente da uno studio legale milanese specializzato in diritto di famiglia e messo a disposizione dall’Amministrazione comunale, che lo distribuirà a tutte le coppie iscritte al Registro delle unioni civili.
Il manuale, primo esempio in Italia, è composto da una quarantina di pagine suddivise in capitoli tematici esposti in ordine alfabetico. Sarà pubblicato da oggi anche sul sito del Comune, per poter essere consultato da tutti. All’interno sono raccolte informazioni sui più svariati ambiti della vita quotidiana per i quali, anche le coppie di conviventi, possono trovare tutela nell’ambito della legislazione vigente. Tanti i temi trattati tra cui: congedi per i lavoratori, eredità, figli, fisco, mantenimento e alimenti, risarcimento del danno, trapianto di organi, violenza, pensione, assicurazione, regali e altre liberalità, acquisti, affido familiare e assistenza in ospedale. Sono complessivamente 22.800 le coppie di conviventi residenti a Milano (dati 2011 – Settore Statistica Comune di Milano): le coppie di conviventi senza figli sono 7.285 (di cui 1.515 con meno di 35 anni, 4.783 tra i 35 e i 64 anni), quelle con figli 15.515 (di cui 3.190 con meno di 35 anni e 12.099 tra i 35 e i 64 anni).

Oggi a Palazzo Marino la presentazione del vademecum con l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino (foto), l’avvocato Laura Logli, autrice del vademecum specialista in Diritto di Famiglia e il direttore del Settore Servizi per il cittadino Andrea Zuccotti.

“Grazie all’impegno dell’avvocato Logli e dei suoi collaboratori – ha detto l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – mettiamo a disposizione di tutti i conviventi milanesi un utile vademecum per capire quali diritti la legge già tutela in materia di convivenze. Sarà consegnato a tutti coloro che si iscriveranno al Registro delle unioni civili che abbiamo istituito lo scorso settembre proprio per dare un riconoscimento delle coppie di fatto. Questo è stato solo il primo passo di un percorso di difesa e divulgazione dei diritti che intendiamo continuare anche chiedendo al Parlamento di mettere ordine proprio a partire dal tema delle unioni civili”.

“Ogni giorno – ha spiegato l’autrice del vademecum, l’avvocato Laura Loglio – mi capita di affrontare casi di persone non sposate ma conviventi che mi chiedono come tutelare i propri diritti e sono molto spesso all’oscuro di ciò che la legge prevede per il proprio status di coppia di fatto. Per questo insieme ai miei collaboratori ho raccolto in un manuale tutti i maggiori casi in cui esiste già una tutela per i conviventi e l’ho messo gratuitamente a disposizione del Comune e di tutta la città. Sono convinta che sia infatti utile a tutti conoscere le norme che tutelano gli ambiti più svariati della vita con un’altra persona, ad esempio anche solo per poter accedere a dati sensibili come quelli contenuti in una cartella medica o ad agevolazioni fiscali. Tutto ciò al fine di sapere cosa si può fare nel momento del bisogno durante una convivenza o alla sua conclusione”.

“Attraverso il Registro delle unioni civili – commenta Daniela Benelli che, come assessore ai Servizi civici ne aveva tenuto a battesimo l’istituzione – abbiamo voluto lanciare un messaggio chiaro e preciso a tutti coloro che, legati da un vincolo affettivo fino ad oggi non avevano la possibilità di vederlo riconosciuto in un atto formale. Molte amministrazioni locali nel nostro Paese hanno già preso decisioni autonome in questa direzione, atti che fanno del tema una questione non ulteriormente rinviabile per il legislatore”.

Il Registro delle Unioni civili è stato istituito con delibera del Consiglio comunale nell’agosto del 2012. Da metà settembre sono iniziate le prime iscrizioni. Entro questo mese saranno circa 650 le coppie iscritte nel Registro, 1.300 persone che hanno deciso di dichiarare il proprio status attraverso questo atto. Una coppia su quattro è composta da persone delle stesso sesso.
L’età media varia dalla fascia di giovani tra i 25 e i 35 anni come scelta che non esclude in alcuni casi il matrimonio ma lo anticipa; nella fascia di età più matura, dai 50 in su, spesso si tratta di persone che convivono da anni, con figli propri o da precedenti relazioni, che hanno alle spalle matrimoni conclusi (separati o divorziati). La coppia più giovane è composta da 22enni; la coppia più anziana, due uomini, di 64 e 80 anni.
Le coppie sono per la quasi totalità italiane, ma si sono iscritte anche coppie miste.

In base al Regolamento per il riconoscimento delle unioni civili il Comune si impegna a tutelare e sostenere queste unioni al fine di superare situazioni di discriminazione e favorirne l’integrazione nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio. Le aree tematiche entro le quali gli interventi sono da considerarsi prioritari sono:
a) casa;
b) sanità e servizi sociali;
c) politiche per i giovani, genitori e anziani;
d) sport e tempo libero;
e) formazione, scuola e servizi educativi;
f) diritti e partecipazione;
g) trasporti.

Gli atti dell’Amministrazione devono prevedere per le unioni civili condizioni non discriminatorie di accesso agli interventi in tali aree, evitando condizioni di svantaggio economico e sociale. All’interno del Comune chi si iscrive al registro è equiparato al “parente prossimo del soggetto con cui si è iscritto” ai fini della possibilità di assistenza.


L’Amministrazione comunale rilascia, su richiesta degli interessati l’attestato di “unione civile basata su vincolo affettivo”, inteso come reciproca assistenza morale e materiale, ai sensi dell’art. 4 del Regolamento anagrafico, in relazione a quanto documentato dall’Anagrafe della popolazione residente (D.P.R.223/1989).
Il riferimento alla famiglia anagrafica contenuto nell’art. 4 del D.P.R. 223/1989 va inteso in senso esclusivamente anagrafico, in considerazione della differenza tra le unioni civili, come formazioni sociali, previste e tutelate dall’art. 2 della Costituzione e la famiglia, prevista e tutelata dall’art. 29 della Costituzione. L’attestato è rilasciato per i soli usi necessari al riconoscimento di diritti e benefici previsti da “Atti e disposizioni dell’Amministrazione comunale”.

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