(di Giuseppe La Rosa) Arriva al cinema l’ultimo film documentario di Michael Moore del 2015, Where to Invade Next, tradotto in italiano: “Dove invadere dopo”. Moore, 62enne proveniente da Flint, in Michigan, è un regista già premio Oscar con Bowling a Columbine, e anche Palma d’oro a Cannes con Fahrenheit 9/11.
Il titolo “Where to Invade Next” rappresenta una provocazione verso la politica militare americana. In questa occasione, infatti, il polemista statunitense approda in Europa, con la scusa di “invadere”, ma non dal punto di vista militare, i paesi europei.
Nel corso del film, della durata di circa due ore, Moore prova a rubare gli aspetti positivi dei vari paesi europei per importare tali idee negli Stati Uniti. L’obiettivo fondamentale è criticare il potere, scandagliando gli aspetti negativi, in modo da mostrarne tutti i limiti e le nefandezze.
Con il suo lavoro Where to invade Next, Moore si pone soprattutto delle domande, sulle contraddizioni presenti negli Stati Uniti e su cosa manchi nel suo paese. Moore si chiede, dunque, cosa si possa prendere di positivo dagli Stati europei.
Nel corso del suo viaggio il regista approda prima in Italia poi in Francia, Germania, Finlandia, Norvegia, Islanda, Portogallo, Slovenia e persino in Tunisia, confrontando le diverse misure di queste nazioni sui temi sociali ed economici con quelle previste dal sistema statunitense.
In ognuno di questi paesi, Moore prende qualcosa. Infatti, come dichiarato dal regista:“noi americani, per imparare qualcosa, dobbiamo conquistare”. Il tutto in perfetta sintonia con gli istinti imperialisti tipici degli Usa.
Uno dei momenti più importanti del film è rappresentato dal viaggio in Islanda, dove con le interviste il regista chiede ai cittadini che cosa ne pensino degli Stati Uniti. La risposta è secca e non lascia margini di dubbio: “Voi pensate troppo a voi stessi, non alla comunità. Come fate a dormire la notte sapendo che il vostro vicino sta male? Questo non è comunismo. Questa è la base della società”.
Una vera e propria critica sociale, volta a minare il sistema degli Usa sin dalle fondamenta. Il lungo viaggio di Moore conferma quindi la sua ipotesi iniziale sul sistema culturale, politico, sociale statunitense, che ha detta del regista è senz’altro peggiore di quello europeo. Il film distribuito da Nexo Digital nei cinema italiani, nelle sale dal 9 maggio.
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