Si é svolto con grande successo il Forum “Conciliare Conviene”, lunedì 26 novembre presso Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano. L’evento, organizzato da ICAF, Istituto di Conciliazione e Alta Formazione con il Forum Nazionale degli Organismi di Mediazione e dei Mediatori Civili, rappresentava il primo importante appuntamento nel nord Italia del Forum che ogni mese raccoglie a Roma centinaia di mediatori presso la Camera dei Deputati.
La tappa milanese si é rivelata molto utile e strategica in un delicatissimo momento per lo sviluppo della mediazione civile in Italia. In questa fase di incertezza derivante dallo stop all’obbligatorietà, sancito dalla Consulta, mediatori e organismi si sono ritrovati a discutere di come diffondere la cultura della mediazione in Italia anche senza la condizione di procedibilità che era prevista per alcune materie dal d.lgs. 28/2010. In attesa delle motivazioni della Corte Costituzionale e di capire se queste rilevano effettivamente un mero vizio di forma sanabile, mediatori e organismi sono chiamati con maggior forza ad essere protagonisti di una vera e propria rivoluzione culturale del nostro Paese.
Fin dal 2010, ricordano, in apertura dei lavori, la portavoce del Forum, dott.ssa Irene Gionfriddo e il segretario del Forum, dott. Giammario Battaglia, siamo impegnati fortemente affinché si affermi la cultura della mediazione nel nostro Paese e per questo stiamo lavorando a molti nuovi progetti tra cui una sinergia con le lobby di mediazione degli altri Paese Europei.
La parola d’ordine che é emersa dal forum milanese é stata “comunicazione”. E’ infatti necessario far conoscere i vantaggi e le qualità dell’istituto della mediazione direttamente ai cittadini e questo si può fare solo comunicando.
Il dott. Ivan Giordano, responsabile di ICAF, in questo é stato lungimirante da molto tempo, prima ancora della sentenza della Corte Costituzionale. Attraverso la creazione di una rete di “sportelli di conciliazione” distribuiti a Milano e nell’hinterland del capoluogo lombardo, Giordano é riuscito a portare la mediazione direttamente alle persone. Per questo – spiega l’organizzatore del forum lombardo – il maggior numero di mediazioni che giungono nella sede ICAF di Milano sono di carattere volontario.
Lavorare con la mediazione volontaria é quindi possibile ma, logicamente, per come é impostata la cultura italiana sulla giustizia, c’é un gran lavoro da fare, impegnativo in termini strategici ed economici.
Giordano, oltre alla creazione degli sportelli, é riuscito a coinvolgere più soggetti nel sistema mediazione: non solo gli avvocati ma anche commercialisti, architetti, amministratori condominiali, dirigenti d’impresa e così via. Allargando il giro si riesce a portare l’opzione mediazione in molte altre realtà senza dover attendere per forza che il lavoro arrivi dagli studi legali.
La mediazione obbligatoria, si sottolinea al forum milanese, riprendendo la definizione dell’avv. Paolo Fortunato Cuzzola in alcuni interventi su giornali e forum precedenti, é il “male necessario”. Si dicono tutti convinti che un periodo di obbligatorietà potrebbe aiutare molto la diffusione della cultura della mediazione ma, in attesa che essa venga eventualmente ripristinata, bisogna andare avanti rimodulando il lavoro con nuove strategie comunicative.
Il prof. Mario Quinto accoglie la proposta di utilizzare sportelli comunali per diffondere notizie sulla mediazione ma sottolinea come debbano essere gli sportelli ad andare nelle piazze senza attendere che sia il cittadino ad entrare negli uffici comunali a chiedere informazioni.
Il dott. Salvatore Primiceri di Connect24 Consulting, offre alla platea alcune soluzioni di marketing e strategie di comunicazione per portare il messaggio direttamente ai cittadini. “La comunicazione deve partire da necessari e ottimi siti web (di cui ogni organismo si dovrebbe dotare) che eliminino tutti i riferimenti grafici a elementi processuali. La mediazione é un’altra cosa e simboli da tribunale svogliano l’utente ad approfondire la conoscenza dell’istituto”.
Per Primiceri serve inoltre istituire la figura del manager di comunicazione con la funzione di coordinare e supportare gli organismi e le rispettive sedi secondarie per suggerire e pianificare strategie di marketing che vadano dal pieno utilizzo dei social network alla gestione di un ufficio stampa, fino a sportelli virtuali di informazioni via “chat” sul sito web dell’organismo. A questo vanno aggiunte iniziative “fisiche” quali eventi informativi, convegni e lezioni a scuola e nelle università.
Ma oltre alle nuove tecnologie, la mediazione va veicolata attraverso forme classiche quali brochure, spot televisivi e giornali. Il giornalista Antonino D’Anna di Italia Oggi, a questo proposito, interviene suggerendo agli organismi di fare squadra e acquistare insieme spazi sui principali quotidiani italiani.
Non bisogna spaventarsi delle parole “marketing”, “pubblicità” e “business” – conlude Primiceri – in quanto gli organismi di mediazione privati sono vere e proprie aziende che, offrendo un servizio utile alla collettività, devono inevitabilmente proporsi con la massima qualità utilizzando le migliori strategie comunicative. Quelli che riusciranno a farlo otterranno risultati positivi”.
Non mancano riferimenti al ruolo dello Stato. Il ministro Severino tempo fa parlava di incentivi. E’ necessario che il mondo della mediazione, se privato della obbligatorietà, non venga lasciato da solo a sobbarcarsi costi e fatica di un cambiamento culturale epocale di cui lo Stato dovrebbe essere in primis il motore di sviluppo.
Al forum di Milano si é parlato molto anche di formazione del mediatore ed é stata avanzata una interessante proposta a firma Tocci/Giordano di cui parleremo in seguito.
Stefano Bassi
(nella foto: un momento del forum Conciliare Conviene presso la Provincia di Milano).
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