Il giorno 17 maggio 2013, presso l’Università degli Studi Roma Facoltà di Giurisprudenza si e’ svolto il convegno di studi “Mediazione e accesso alla giustizia”, organizzato dal Ciasu – Centro Internazionale Alti Studi universitari – , in collaborazione con l’Osservatorio sui conflitti e sulla conciliazione, L’Università Roma Tre e la rete di organismi di mediazione ADR IN.
Nel corso del convegno si e’ trattata l’analisi dell’istituto della mediazione civile e commerciale in rapporto al processo civile, nel periodo antecedente e successivo alla sentenza della Corte Costituzionale che ha decretato la incostituzionalità per eccesso di delega della condizione di procedibilità . In un momento ed in un contesto nei quali il sistema di tutela giurisdizionale dei diritti, che è e resta una delle funzioni essenziali dello Stato di diritto, non riesce più a garantire un’adeguata risposta alla domanda di giustizia di una società che la dottrina definisce “società contenziosa”.
La giornata e’stata divisa in 2 sessioni principali: “Funzione e disciplina della mediazione” e “Prospettive di riforma della mediazione”
Nel corso della prima sessione c’e’ stata un’ampia e interessante parte introduttiva che ha visto gli interventi del professor Catenacci per la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università Roma tre, del professor Roberto Poli, per l’Osservatorio sui conflitti e sulla conciliazione, e della dottoressa Maria Carmela Campanale, per la Scuola Internazionale di alta formazione in diritto del negoziato e dell’arbitrato.
Durante la mattinata, la sessione è stata presieduta dal professor Sergio Chiarloni dell’Universita’ di Torino, con il contributo del presidente del Cnf prof. avv. Guido Alpa, del Primo Presidente della Corte di Cassazione, a breve Presidente emerito, dottor Ernesto Lupo e del Presidente di Commissione del Csm dottor Francesco Vigorito.
Il presidente Lupo e’stato protagonista di un caldo e appassionato intervento a favore della mediazione che ha suscitato l’entusiasmo della platea, composta per la maggior parte di attenti operatori del settore: responsabili di Organismi privati e pubblici di mediazione, mediatori, commercialisti, e con una buona rappresentanza di studenti della facolta’ di Giurisprudenza Roma Tre. – La presenza degli avvocati è stata minima, forse perchè il convegno non ha ricevuto adeguata pubblicità dal Consiglio dell’Ordine di Roma, nonostante il nostro Presidente sia stato tra gli autorevoli relatori.) Il presidente Lupo, nel suo intervento, ha richiamato la necessità di tornare a prevedere forme di obbligatorietà utili allo sviluppo della diffusione della mediazione in Italia, ponendo l’accento sull’emergenza giustizia e sulla necessità di deflazionare il contenzioso civile.
Hanno poi apportato il loro prezioso contributo Il Prof. Avv. Luciano Garofalo, Università di Bari Aldo Moro con un’interessante relazione sulla mediazione civile nell’esperienza giuridica europea; il Prof. Avv. Enrico Del Prato, dell’Università Roma Tre, che ha illustrato la mediazione nel sistema normativo italiano; il Prof. Avv. Michele Lupoi, dell’ Università di Bologna che ha esaminato criticamente i rapporti tra mediazione e processo e il Prof. Avv. Domenico Dalfino, dell’Università di Bari Aldo Moro, che ha esaminato il rapporto tra la Mediazione e il ruolo del giudice.
Dopo il breve intervallo, si e’svolto il workshop sulle proposte di riforma della normativa sulla mediazione, nel corso del quale sono stati presentati all’uditorio i progetti di legge di Adr Center, illustrato dal dottor Leonardo D’Urso, e quello del Comitato Adr & Mediazione, esposto dall’avvocato Dante Leonardi. Il dottor D’Urso ha voluto mettere in luce principalmente le possibili soluzioni alle falle della formazione in Italia, per come si e’ svolta fino alla Sentenza della Consulta, e sul punto si e’ acceso il dibattito. L’avvocato Leonardi ha messo a fuoco soprattutto la possibile soluzione del contrasto tra detrattori e fautori dell’obbligatorietà’, rinvenendola nella predisposizione di un incontro preliminare informativo del significato di mediazione, cui indirizzare le parti, a costi ridotti e interamente deducibili dall’eventuale successiva spesa per il giudizio. A questo incontro seguirebbero gli incontri di mediazione su base totalmente volontaria. La proposta ha suscitato l’entusiasmo della platea, nonché l’interesse dei partecipanti del workshop, compreso quello del coordinatore prof. Chiarloni, che ha voluto dare all’incontro informativo preliminare la veste di “obbligatorietà attenuata”, con una felice scelta terminologica che e’ piaciuta ai presenti. Ha preso la parola anche il dottor Luciano Mascena di Assomediazione, per soffermarsi in particolar modo sulle agevolazioni fiscali e sugli incentivi da apportare alla mediazione per contribuire a favorirne la diffusione nella cultura della società. Tra gli altri intervenuti al workshop l’avvocato Silvia Pinto del foro di Firenze e l’avvocato Luca Tantalo del foro di Roma, che pur nell’esiguità’ dello spazio rimasto si sono incaricati di illustrare la nascita di un’associazione di avvocati di tutti i fori, denominata Unione Nazionale Avvocati per la Mediazione – UNAM – che si sono uniti per testimoniare che l’avvocatura non e’ tutta e non e’ solo contraria alla mediazione, e che un’ampia e sempre crescente parte della categoria si avvicina alla materia, la studia e ne apprezza le potenzialità al servizio della giustizia.
Il convegno e’ entrato nella seconda sessione con il prezioso apporto del Presidente della Corte di Appello di Roma e Presidente Onorario dell’Osservatorio sui conflitti e sulla conciliazione, dottor Giorgio Santacroce, che ha posto l’accento sulla natura esclusivamente formale delle censure mosse dalla Consulta all’obbligatorietà’ della mediazione. Il Presidente Santacroce, prossimo Primo Presidente della Corte di Cassazione quale successore del Presidente Lupo, ha specificato che la Corte Costituzionale non ha inteso mettere la parola fine all’istituto della mediazione e che i suoi Organismi restano vivi e vitali. Prova ne sia, ha continuato il Presidente, che la Relazione Finale del Gruppo di Lavoro sulle riforme istituzionali istituita il 30 marzo 2013 dal Presidente Napolitano, nel capitolo V dedicato all’amministrazione della giustizia, tra gli obiettivi da perseguire nel settore della giustizia civile, ha indicato al primo punto: “l’instaurazione effettiva di sistemi alternativi (non giudiziari) di risoluzione delle controversie, specie di minore entità, anche attraverso la previsione di forme obbligatorie di mediazione (non escluse – si dice – dalla pronuncia costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità della mediazione obbligatoria solo per motivi formali).”
Con il coordinamento dell’avvocato Francesco Caroleo, vicepresidente dell’Osservatorio sui conflitti e sulla conciliazione, hanno preso la parola i rappresentanti degli Ordini Professionali. Sono intervenuti il Presidente dell’ordine degli Avvocati di Roma avvocato Mauro Vaglio, il Presidente dei dottori Commercialisti ed esperti contabili dottor Mario Civetta, il Presidente del Consiglio Notarile di Roma, dottor Maurizio D’Errico, il Presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri di Roma, dottor Roberto Lala. L’avvocato Caroleo ha impostato la tavola rotonda chiedendo ai rappresentanti degli Ordini Professionali di indicare due cose positive e due cose negative della mediazione così come sviluppatasi nel periodo tra il D.L. N. 28/10 e la Sentenza della Consulta.
Il Presidente Vaglio ha risposto di non saper trovare neanche una cosa positiva, e ha ribadito la propria contrarietà a forme obbligatorie di mediazione, puntando l’accento, semmai, sugli sgravi fiscali, e proponendone una impostazione che ha visto la perplessità della Capogruppo del Pd alla Commissione Giustizia della XVI legislatura Onorevole Donatella Ferranti, presente alla tavola rotonda, la quale ha prospettato a sua volta un intervento ragionevole per alcune categorie di controversie volto a rendere praticabile la conciliazione stragiudiziale davanti ad un terzo imparziale, competente e adeguatamente formato. I presidenti degli altri ordini professionali si sono detti sostanzialmente a favore di forme di obbligatorietà’, pur se attenuate con la previsione di un nucleo ristretto di materie, o limitato temporalmente.
Il convegno si è chiuso alle 18 senza aver esaurito la maggior parte dei temi da trattare, tanti sono stati gli spunti che hanno arricchito il dibattito del workshop e della tavola rotonda. Ringraziando il Ciasu e l’Università Roma 3, che hanno organizzato e permesso questo importante momento di confronto, i presenti hanno convenuto di ritrovarsi a breve per approfondire almeno le proposte di riforma, e si sono dati appuntamento a Bari, in data da definire ma sicuramente entro la metà del mese di giugno.
Avv. Maria Cristina Biolchini
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