NUMERO 1 - COPERTINA(di Jessica Sabatelli) Per svariati secoli, abbiamo erroneamente pensato di essere le uniche forme di vita presenti nell’Universo sconfinato.

Successivamente alle moderne scoperte scientifiche, gli studiosi hanno dimostrato che, a determinate condizioni atmosferiche, cioè simili a quelle terrestri, e con la presenza dell’elemento chiave in comune con la struttura biologica dell’essere umano, possono essere presenti le condizioni “ideali” alla formazione della vita su un pianeta.

Sembrerebbe una deduzione plausibile, scientificamente corretta e pure comprovata (e senza dubbio lo è), ma manca qualcosa di molto importante: la vita può esistere anche sotto forme “diverse”, come noi non la possiamo neanche immaginare.

Per comprendere meglio il concetto, prendiamo in esempio la forma di vita “a Carbonio” (che è quella che gli scienziati cercano nell’Universo) che rappresenta la categoria di cui noi esseri umani facciamo parte.

Questo organismo è composto principalmente dall’elemento Carbonio (C), e per vivere necessita di Ossigeno (O), Idrogeno (H) e Acqua (H2O), per esplicare le sue funzioni primarie.

Non tutti sanno però, in teoria, un organismo a Carbonio rappresenta solo “uno” dei possibili elementi base che compongono un essere vivente: ciò significa che potrebbero esistere organismi “a Zolfo”, “a Elio” e così via per tutta la tavola periodica. Perciò, forme di vita di questo tipo, avrebbero bisogno di condizioni diverse da quelle del nostro pianeta, per potersi formare e sviluppare.

2Un gruppo di ricercatori, ha pubblicato su Life uno studio chiamato “The Physical, Chemical and Physiological Limits of Life”, cioè, “I Limiti Fisici, Chimici e Fisiologici della Vita”; in particolare hanno indagato su che genere di organismi sarebbero capaci di adattarsi su Marte e Titano (una luna di Saturno), concludendo che potrebbero risiedervi forme di vita, ma “non la vita come la conosciamo”.

La ricerca, spiega come la Terra abbia un sistema biochimico unico e come in altri pianeti, per esempio Marte e Titano, la vita si debba “adattare” in maniera differente:

1.      Una miscela di perossido di acqua ossigenata, piuttosto che l’acqua, potrebbe essere essenziale per la sopravvivenza di determinati organismi su Marte;

2.      Metano liquido o etano, potrebbero essere gli elementi fondamentali su Titano.

Conosciamo solo un tipo di vita”, dichiara il Prof. Dirk Schulze-Makuch, della Washington State University, ad IFLScience. “Ma c’è un enorme range di adattamenti che possiamo notare in diverse aree e che può essere applicato anche ad altri luoghi”.

Se esiste la vita, da qualche parte, nel Sistema Solare, non dobbiamo aspettarci nulla di troppo grande. Schulze-Makuch sostiene che su Marte, ad esempio, le limitate risorse di cibo non permettono ad organismi più grandi dei Tardigradi (invertebrati con un’elevatissima capacità di adattamento) di sopravvivere. Su Titano, invece, le temperature estremamente fredde e la poca energia presente sul pianeta, potrebbero essere dei fattori limitanti alla formazione di una vita complessa.

Un notevole passo in avanti, sarà fatto con l’esplorazione robotica su questi due pianeti. I futuri “Robottini”, saranno capaci di effettuare esperimenti per individuare differenti tipi di vita e il Professore è molto ottimista a riguardo: “Sarei veramente sorpreso se non trovassimo vita su Marte”, affermando di essere certo che degli organismi erano presenti quando sul Pianeta Rosso c’era acqua e che probabilmente sono perdurati fino a oggi. “L’unica domanda è se questa vita ha origini comuni alla Terra, oppure ha origini separate”.

Se esiste davvero la vita su Marte e Titano, significa che su molti altri pianeti, del nostro Sistema Solare, della Galassia e dell’Universo, potrebbe esserci la vita oltre quella che abbiamo sempre immaginato.

“E alcuni di questi potrebbero ospitare vita intelligente”, conclude il Professore.

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