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Non si hanno parole per raccontare una storia così drammatica, una di quelle che non si vorrebbe mai accadessero. Purtroppo, invece, é successo nuovamente. A Roma, ieri pomeriggio, un ragazzino di 15 anni si é impiccato. Da quanto si apprende soffriva enormemente le prese in giro dei compagni di scuola che si erano accaniti su di lui per il modo di comportarsi e di vestirsi. Il loro stupido divertimento non conosceva limiti tanto che il ragazzino era stato preso di mira anche attraverso una pagina facebook creata apposta per deriderlo. “Veste di rosa” era una delle frasi con cui i compagni lo apostrofavano maggiormente, frasi che dentro il ragazzo entravano come pugni insopportabili.

E’ così, ancora una volta, in questa Italia che vuole essere europea solo per soldi e finanza ma che se ne infischia del rispetto, dell’educazione e dei diritti civili, si é consumata l’ennesima tragedia, evitabilissima se solo in questo Paese si lavorasse, soprattutto a livello politico, alla diffusione della cultura della tolleranza e dell’uguaglianza, fin da bambini nella scuola, nella famiglia e nei media di comunicazione. E invece dobbiamo assistere a vergognosi teatrini per cercare di approvare una sacrosanta legge contro l’omofobia. Agli occhi dell’Europa facciamo figuracce su tutti i fronti, quell’Europa che, nella sua maggioranza, permette alle persone di vivere liberamente sé stessi e di amare come e chi si desidera.

In Italia invece dobbiamo contare le vittime dell’ignoranza, della violenza, della gratuita umiliazione e della stupidità collettiva. Quanto bisognerà aspettare ancora per poter dire orgogliosi in Europa: “Anche noi viviamo in un Paese civile”?

Salvatore Primiceri

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