Troppo spesso le politiche europee degli ultimi anni sono state totalmente sbagliate e quasi nulla hanno a che vedere con i valori fondanti dell’Unione. Da subito e per i prossimi mesi e anni, le Istituzioni europee devono rigenerarsi e rafforzarsi attraverso una maggiore trasparenza che faciliti la partecipazione dei cittadini alla vita dell’Unione, il progetto di integrazione dovrà essere rimesso in moto e le politiche –come ben evidenziato dai Verdi europei– dovranno abbandonare la cieca ossessione per la riduzione del deficit di bilancio e rilanciare l’economia attraverso una “strategia consistente a favore di investimenti produttivi nei settori più intensi in innovazione ed occupazione: la Green economy, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, l’educazione, le politiche urbane, la salute, la tutela dei diritti e la generosità verso chi fugge dalla guerra”.
Fatta questa dovuta ed importante premessa, non un passo indietro perché proprio grazie alla partecipazione all’Unione Europea abbiamo avuto la possibilità di fare enormi progressi nella nostra vita quotidiana. Quasi tutte le innovazioni ambientali, ed è solo un esempio, sono dovute proprio all’Europa.
Di fronte ai preoccupanti e complessi scenari di questi giorni, è doveroso domandarsi se la Lega Nord, che governa importanti regioni in Italia, tra cui la ricca Lombardia, e che combatte un’acerrima e, secondo me, vergognosa battaglia contro l’Europa, possa essere attrice o almeno interlocutrice credibile di un virtuoso percorso di sviluppo, che sia locale o europeo. L’esperienza è là per insegnarcelo, soprattutto a noi che sovente abbiamo dato sfoggio di corta memoria e indifferenza.
Predicare male e razzolare malissimo, è questa la sintesi perfetta che unisce la Lega Nord dal Pirellone al Parlamento europeo.
Matteo Salvini non perde occasione per attaccare l’Unione Europea e per vendersi (bisogna ammetterlo, ci sa fare come imbonitore) come paladino dei più deboli.
Il segretario della Lega, nella sua perenne presenza televisiva, ha sempre la battuta pronta e la felpa giusta.
“Contro l’Europa delle banche e per l’Europa dei popoli”, sbraitano. Eppure la tanto vituperata eurocrazia bancaria, dalla quale “dobbiamo uscire” e “ora tocca a noi”, fa gola ai dirigenti leghisti. Come avvoltoi, già nelle prime ore post Brexit hanno fiutato gli affari (per loro, statene certi) e il Presidente Maroni ha annunciato in pompa magna di voler portare a Milano l’Agenzia Europea del Farmaco da inserire in quel calderone dell’area Expo. Staremo a vedere, certo della “Carta di Milano”, di sovranità alimentare e di lotta alla povertà -i tanto decantati temi Expo- se n’è persa ormai ogni traccia e ora si parla di Human Technopole e di probabili grandi guadagni e speculazioni per i soliti noti.
Ma non solo le grandi lobby del farmaco. Se a Bruxelles e solo in favore di telecamere, Salvini infatti è latitante ai lavori nelle commissioni, vale la pena travestirsi da Robin Hood, ecco che a Milano è pronto il tappeto rosso per le banche. Maroni, infatti, sogna di rubare a Londra anche l’Autorità Bancaria Europea e annuncia un fondo di 50 milioni di Euro.
Tutto questo mentre in Lombardia la Giunta presenta una legge estremamente lacunosa nei confronti del sempre più estremo bisogno di case popolari e non esiste uno straccio di strategia per contrastare la povertà.
La Lega che attacca l’Europa non è e non sarà mai credibile. Basta osservare ciò che accade proprio in Lombardia.
Succede, per esempio, che veda la luce un vero e proprio sistema di potere in salsa leghista e spesso finanziato con soldi pubblici.
A Chiari, nel bresciano, viene assegnato un appalto da 38.500 Euro per la realizzazione del nuovo sito internet della Asst della Franciacorta voluto dalla riforma della sanità di Maroni. Sebbene una norma nazionale legittimi l’assegnazione senza gara in quanto inferiore ai 40.000 Euro, appare curioso che il compito sia stato affidato proprio a Luca Morisi, spin doctor (o social-megafono, come ama definirsi) di Matteo Salvini.
E siccome anche i leghisti tengono famiglia, ecco che l’ex compagna di Salvini nel 2014 ha ottenuto un posto nell’assessorato al Welfare della Regione e Daniela Maroni, consigliera regionale della lista civica Maroni Presidente, ha assunto nel proprio staff la futura nuora. E, d’altronde, lo stesso Presidente Maroni è sotto processo con l’accusa di aver fatto pressioni per l’assunzione in Expo e in Eupolis di due sue ex collaboratrici.
A Pavia, nel grande scandalo milionario di Asm, l’ex presidente leghista della partecipata, Giampaolo Chirichelli è finito in carcere con l’accusa di aver intascato illegalmente centinaia di migliaia di euro.
Il consigliere regionale Angelo Ciocca conosceva e frequentava il reggente della ‘Ndrangheta lumbàrda Pino Neri già all’epoca condannato per narcotraffico. Certo, Ciocca è stato solo sfiorato dalle inchieste giudiziarie, eppure il boss lo chiamava “Angelo” e lo definiva un suo “amico”, come documentato in un video della Polizia che riprende Ciocca in compagnia del padrino, di Antonio Dieni e dell’uomo delle cosche Rocco Del Prete.
Per non parlare della universalmente conosciuta pessima gestione del mondo sanitario lombardo. Solo per citare un caso, l’IRCCS San Matteo di Pavia ha un buco di 46 milioni di euro che dovrà essere coperto con i soldi dei cittadini.
Quanto alla difesa del territorio, dell’agricoltura e dell’ambiente, ripetuti allo sfinimento in modalità j’accuse da parte di Salvini nei confronti dell’Europa, come dimenticare i veleni di Brescia, l’elenco dei quasi 900 siti contaminati in tutta la regione e le vergognose parole dell’assessora regionale all’ambiente Claudia Terzi che mente sapendo di mentire a proposito dell’inceneritore di Retorbido che minaccia la salute di migliaia di cittadini oltrepadani in quanto la delibera del 23 maggio 2016 è “inapplicabile ai progetti in itinere”?
Questa è la Lega di lotta, di mal governo e di incoerenza. Pensiamoci molto bene prima di dar credito a personaggi come Salvini e Maroni. Perché, a giochi fatti, quando ormai è troppo tardi, potremmo pentircene. Esattamente come tanti, solo oggi, di là della Manica.
Edoardo Gandini
(Green Italia)
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