Il governo presieduto da Enrico Letta sembra avere le idee chiare in tema di riforme sulla giustizia. Già nella relazione dei saggi, prima della rielezione di Napolitano a presidente della Repubblica, era contenuto espresso riferimento all’opportunità di reintrodurre la mediazione obbligatoria al fine di snellire la macchina giudiziaria del processo civile, letteralmente intasata e oggetto di osservazione e sanzioni continue dall’Unione Europea.
Letta nel suo programma esprime la necessità di ripristinare la mediazione come condizione di procedibilità ovvero il tentativo di accordo che le parti svolgono davanti ad un mediatore al fine di non utilizzare la via giudiziaria, lunga, incerta e costosa. In caso di esito negativo del tentativo di mediazione e quindi di non avvenuta conciliazione fra le parti, le stesse possono accedere al processo civile.
Tale procedimento obbligatorio era stato abolito da una recente sentenza della Consulta a causa di un eccesso di delega. Si tratta del rilevamento, quindi, di un vizio formale e non sostanziale che lascia quindi spazio ad una correzione e ad una reintroduzione del principio dell’obbligatorietà della mediazione attraverso una nuova legge.
Ma Letta si spinge oltre e parla anche di depenalizzazione e misure alternative al carcere nel campo del diritto penale. Su questa linea si era espresso molto il vicepresidente del CSM, Michele Vietti e i radicali (partito rappresentato dal ministro Emma Bonino agli esteri) i quali avevano spesso denunciato in Europa la condizione disumana delle carceri italiane.
La riforma della giustizia in senso “consensuale” non sarà certamente una battaglia facile viste le continue resistenze di parte dell’avvocatura ma questo governo appare più determinato dei precedenti. Tra i componenti del governo vi sono ministri e sottosegretari storicamente vicini alla mediazione quali Angelino Alfano, Simona Vicari e Cosimo Maria Ferri.
Lo stesso ministro della giustizia, Annamaria Cancellieri, proviene da un governo (quello di Mario Monti) dove chi l’ha preceduta, l’ex ministro Paola Severino, aveva più volte affermato che il mancato ripristino della mediazione obbligatoria era stato dovuto solo ad una mancanza di tempo vista la fine anticipata del governo Monti.
Per Letta, infine ma non meno importante, sarà necessaria un’ampia lotta alla corruzione.
Tali riforme, da tempo attese e disattese, stavolta non potranno essere più rimandate. Ne vale la credibilità del sistema giustizia italiana.
SP
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